Andy Selva: "Raspadori fece cose incredibili, pensai 'Ma chi è questo?'. Col Napoli non ti annoi mai ma c'è un rischio! Risposi male ad Allegri, la reazione" | ESCLUSIVA

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Andy Selva: Raspadori fece cose incredibili, pensai 'Ma chi è questo?'. Col Napoli non ti annoi mai ma c'è un rischio! Risposi male ad Allegri, la reazione | ESCLUSIVA

Ultime calcio Napoli Sassuolo stadio Diego Armando Maradona Andy Selva parla della gara e di Raspadori

Andy Selva è uno degli attaccanti più prolifici della storia del Sassuolo nel professionismo ma anche artefice di una pagina di storia della nazionale della Repubblica di San Marino. Andy ha intrapreso la carriera da allenatore in patria, in quel San Marino di cui è primatista di presenze, con 74 e di reti, con 8. In occasione della gara di sabato, di scena allo stadio Diego Armando Maradona, tra Napoli e Sassuolo, la redazione di CalcioNapoli24 l'ha raggiunto in esclusiva:

Andy Selva

Andy Selva e la scelta della Nazionale di San Marino

Andy Selva, un romano che trova casa calcistica a San Marino. Come mai questa scelta?

“Ho fatto una vera e propria scelta di vita che sicuramente è diversa da quella che mi aspettavo da ragazzo. Ho scelto soprattuto per i miei figli, ho fatto sì che riuscissi a tutelare la loro crescita in un momento difficile”.

Hai scritto una pagina calcistica importante per il Titano, tante presente e gol ma anche una pagina storica con la vittoria contro il Lichtenstein

“Un momento storico per San Marino. Di sicuro quella gara ha portato tre punti, i primi della storia. Non ne abbiamo fatti tanti ma ad oggi è certamente quella che tutti ricordano”.

In giro per il mondo, hai avuto modo di affrontare campioni del calibro di Puyol, Raul, Rooney e tanti altri. Me lo racconto l'episodio dello scambio della maglia proprio con Raul?

“Lo ricordo benissimo: ero in conferenza stampa e ad una domanda risposi chiedendogli la maglia. Era un giocatore importante, un campione internazionale. Probabilmente ha ascoltato quella conferenza e, a fine partita, nonostante me ne fossi dimenticato, preso dall'adrenalina e dal nervosismo, bussò alla porta del nostro spogliatoio, mi cercò e mi regalò la sua maglia. Avevo ragione, era un campione e l'ha dimostrato con quel gesto ancora una volta”.

Eppure comincia tutto a Tor Tre Teste fino al Latina di Agostinelli...scoperto ad una partita di calcetto

“Io ed Agostinelli abitavamo nello stesso quartiere. Si giocavano i tornei dei bar in quel periodo e io e lui eravamo avversari. Ci ritrovammo in finale e vincemmo noi. A fine partita mi si avvicinò e mi chiese dove giocassi. Da quella chiacchierata, nacque la volontà di portarmi al Latina. Ero aggregato alla Juniores dove giocavo ma andavo regolarmente in panchina in prima squadra. Poi mi fece esordire e non sono più uscito dal campo”.

Vicino alla Roma ma tutto salta per una questione d'età. L'anno è il '76, quello di Totti...

“Non ci sono collegamenti con Totti ma il carattere mi ha fermato. Ero impulsivo, essendo romano, e ho perso tante possibilità. Quando, poi, sono arrivate Roma, Lazio, Atalanta e Torino, era troppo tardi. Avrei dovuto firmare il pre-contratto e i club decisero di fare scelte diverse prendendo calciatori dal loro vivaio”.

Andy Selva Sassuolo

Andy Selva sul Napoli

Romano, nazionale sanmmarinese ma col Sassuolo nel cuore. Sabato si gioca al Maradona, Napoli-Sassuolo. Gli azzurri sono a caccia del successo per proseguire la corsa

“Sarà una bella sfida quella del Maradona tra due squadre che giocano bene a calcio. Il Napoli è proprio bello da vedere. Quando li vedi giocare è piacevole, creano tante occasioni ed emozioni e di sicuro non ti annoi rispetto ad altre squadre che giocano in maniera deludente. Che sia Napoli o Europa, praticano un calcio che diverte. Il Sassuolo, invece, va sempre preso con le molle: ha dimostrato che con le grandi squadre si esalta e va tenuta a bada. Viene da una vittoria in rimonta, sarà difficile affrontarli”.

Andy Selva e l'aneddoto su Raspadori

Nel Sassuolo giocava un talento del calcio italiano, Raspadori oggi al Napoli. Quanto è cresciuto in questi mesi?

“Tantissimo. Ho avuto l'opportunità di poterlo vedere in azione, durante l'allenamento, quando c'era Roberto De Zerbi sulla panchina del Sassuolo. Ricordo che fece delle cose incredibili, tant'è che andai dal direttore Carnevali e gli chiesi: “Ma chi è questo?” Lui mi rivelò che aveva doti e qualità fuori dal normale. Era soltanto un giovane aggregato in prima squadra. Un fuoriclasse che può crescere ancora tantissimo”.

Può essere la sua consacrazione essere arrivato in azzurro?

“Non c'è fretta, va preso in considerazione il giocatore che è oggi, serve lasciarlo crescere ma con calma. Può essere importantissimo per il futuro del Napoli e della Nazionale italiana. Non gli va data nessuna responsabilità, non si può perdere un talento del genere. Calma!”

Allegri è stato tuo allenatore alla Spal, hai un aneddoto che lo riguarda? come giudichi questa sua stagione di difficoltà alla Juventus?

“La Juventus, in questo momento, è una bomba ad orologeria. Un altro allenatore avrebbe avuto maggiori problemi, anche perchè ci sono tanti giovani non abituati a vincere in rosa. Non basta vincere uno a zero, Allegri è stato criticato sempre, nel corto muso ma anche quando a vincere è stato Sarri le ho sentite. Alla Juventus si vuole sempre di più, vincere non basta. Allegri è un grande allenatore, ha vinto con tante tipologie di moduli e calciatori. Oggi ha tanti campioni ma molti fuori per infortunio e questo sta pesando. Aneddoto? Ne ho tanti, ho un bellissimo rapporto con lui. L'ho conosciuto discutendoci: dovevo ricevere dei premi dal presidente della Spal quando lui, non sapendo fosse l'allenatore, fece una battuta delle sue e io gli risposi male. La mia faccia cambiò quando lo vidi alla seduta di allenamento. Ricordo che, una volta, al mio compleanno disse che non sarebbe potuto venire al mio invito e, invece, fu il primo ad arrivare, pagando anche il conto e andando via presto. E' un condottiero, fa stare bene il gruppo”.

Spostiamoci sullo Scudetto. Chi vede favorita per il titolo?

“Il Napoli è la squadra che tutti temono. Oltre al fatto che la piazza è un valore aggiunto e il gioco sta facendo la differenza. Fermarsi per il Mondiale, però, può essere un'arma a doppio taglio: non possiamo sapere cosa accadrà quando si tornerà in campo”.

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