Gennaro Gattuso va stimato ed ammirato. Motivo? Ha voluto accettare una sfida stimolante, importante. Ha ritenuto che il gioco valesse la candela, perchè la ricompensa sarebbe enorme. Ma non è detto che ci riesca, e soprattutto le colpe non sarebbero sue. Il Napoli, attualmente, è una squadra che vive di discontinuità, di fiammate, di timidezza nel provare a far reggere una idea di gioco, sicuramente interessante, che si basa su gambe e testa fragili, tendenti pericolosamente alla rottura al primo problema.
La domanda è: qual è il problema? Se lo è chiesto anche Gattuso, il che può dare adito anche a preoccupazioni successive e che si susseguiranno nel tempo.
La trattativa per Lobotka va chiusa al più presto, per dare al centrocampo un uomo giusto nella posizione giusto (e salvare così Fabian dallo psicodramma): non che il connazionale di Hamsik sia la panacea di tutti mali, perchè non lo è. Anzi, al primo passaggio sbagliato le dita verranno puntate anche su di lui (e su altri eventuali acquisti). Lascia adito a pensieri di ogni genere il fatto che si sia iniziato a trattare un rinforzo mentre il direttore sportivo fosse in vacanza, a dirla tutta.
Il Napoli è un paziente del quale non si conosce la malattia vera e propria: si conoscono tanti sintomi (rinnovi mai arrivati, cessioni ritardate e mai avvenute, giocatori fuori ruolo, mercato della vecchia gestione che ha dato pochi frutti, sopravvalutazione di una rosa che col cambio modulo ha perso certezze, la questione multe), ma la diagnosi e la successiva cura sono più difficili che mai. C'è un dato che riassume la stagione orrenda: se contiamo la parte sinistra della classifica, il Napoli ha totalizzato la miseria di 2 punti su 24. Con la Lazio si chiude il mini-ciclo (2 su 27? 3? 5?).
Per questo va apprezzato Gennaro Gattuso, perchè ha accettato - sarebbe stato strano rifiutare, ovvio - una sfida difficile. Non disperata, ma sicuramente difficile. Può metterci del suo, ma i problemi sono altri. E se l’allenatore ha problemi nell’individuarne dopo quasi un mese, è difficile che il mercato o qualche singola cessione possano correggere il tiro. Intanto l’Europa si allontana, e le tasche del presidente - intese come riserva a bilancio, destinata ad un record di circa 146 milioni di euro - saranno destinate a ripianare i danni di una stagione balorda. Di cui la società, comunque, resta colpevole.