Con la testa, con i piedi, Ciao ciao Venezia. Quarta vittoria consecutiva per rilanciare certi sogni. E non era poi così scontata. Giocare al Penzo con spazi ridotti all'osso ha messo a dura prova la pazienza degli azzurri. Infatti l'azione della svolta del match è stato un lungo traversone nell'area fitta di uomini, per lo stacco preciso di Osimhen.
Non solo grinta incontrollata, fisicità, corsa: anche stacco aereo, questo Osimhen continua a far sperare per il presente e per il futuro. Ed è una grande notizia anche per chi gioca con lui e deve cercare soluzioni diverse a seconda dell'avversario. Ha saputo aspettare l'occasione giusta senza sfiancarsi su palloni poco appetibili. Piccoli passi verso la maturità.
La testa di Osimhen ma anche i piedi di Lobotka: fondamentale avere uno come lui in match complicati come quello di oggi. Il Venezia aveva deciso di restare chiuso nella meta campo per poi far male in contropiede: il cervello nei piedi di Lobotka, paziente e abile a non farsi togliere la palla, è stata una delle chiavi della vittoria anche se il suo nome non è apparso nei marcatori. Accorgimenti tra attacco e centrocampo da riconoscere alla guida tecnica, senza dimenticare il 2-0 firmato Petagna.
Non c'è bisogno di aggiungere molto altro di rilevante, se non certi piccoli vizi che la squadra si porta dietro ma fortunatamente nulla di decisivo. Il riferimento è a tutte quelle palle in area del Venezia e non sfruttate. Arrivare a pochi metri dalla porta, continuare a passarsela e raramente concludere è un esercizio per masochisti.
Fortunatamente è durato solo 45 minuti, adesso è tempo di pensare a cose piacevoli con lo sguardo rivolto alla testa della classifica. Le strane sconfitte con Empoli e Spezia sono ormai tristi ricordi: anche i ritorni di Koulibaly e di Anguissa possono dare fiato ai sogni di gloria.