ESCLUSIVA - Contini: "3-2 alla Juve fu come vincere un Mondiale! Insigne 'peperino' dall'esordio, Donadoni meritava di più. Su ADL-Reja, il Benfica e la faida con gli argentini..."

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Matteo Contini esulta in Torino - NapoliMatteo Contini esulta in Torino - Napoli

di Manuel Guardasole - Twitter: @MGuardasole

SPAL - Napoli si avvicina e per gli azzurri non sarà una passeggiata, nonostante la squadra di Sarri sia a punteggio pieno. Un match complicato, da vincere, sicuramente, ma da non prender sotto gamba. Per tre anni e mezzo, dall'estate 2007 quando il Napoli iniziò il suo cammino in Serie A fino al gennaio del 2010, quando lasciò Partenope per trasferirsi al Real Saragozza, ha difeso nel vero senso della parola il Napoli, ma agli inizi della sua carriera (stagione 2000-2001) ha giocato anche allo stadio Paolo Mazza di Ferrara con la maglia della SPAL. La redazione di CalcioNapoli24.it ha contattato il doppio ex Matteo Contini, attualmente difensore della Pergolettese, per una piacevole e lunga chiacchierata.

Contini, arrivasti nell'estate del ritorno in Serie A, insieme ad un certo Marek Hamsik che è ancora qui. Che ricordi hai di quel primo Marek?

"Ho il ricordo di un ragazzo giovane, ma con grande personalità e che aveva voglia di dimostrare tutto il suo valore. Era già un ragazzo molto intelligente in campo, Marek, nel capire i movimenti e vedere la giocata da fare prima di tutti gli altri".

In quell'anno vi prendeste belle soddisfazioni con Edy Reja, dal 3-1 alla Juventus al 4-4 all'Olimpico con la Roma e poi soprattutto il lusso di battere entrambe le milanesi con l'Inter che non perdeva da 31 partite in quella stagione.

"Ho forte il ricordo e la consapevolezza che qualsiasi squadra delle big d'Italia arrivava al San Paolo, ci lasciava le penne! Nel senso che abbiamo sempre dimostrato di essere alla pari, se non superiori, a tutte le cosiddette grandi del campionato. Con il pubblico del San Paolo sai di avere un'arma in più, che ti coinvolge e ti dà quella marcia in più per dare tutto. E' stata comunque un'annata di gran belle soddisfazioni, sia per la squadra che per i tifosi che tornavano finalmente in Serie A".

E fu proprio in quella stagione che segnasti a Torino il tuo unico gol in maglia azzurra...

"Sì, ho un bel ricordo, peccato solo per il risultato: quella partita con i granata la perdemmo (2-1, ndr). Poi ho preso anche una traversa con l'Udinese, ma sono stato un po' stregato nel far gol!".

Nella stagione successiva, il Napoli che aveva conquistato la Coppa Intertoto ebbe la batosta dell'eliminazione in Coppa UEFA con il Benfica ai preliminari. Ci racconti quei momenti, hai qualche ricordo particolare? In mente abbiamo l'immagine di un Lavezzi infuriato per la sostituzione con Denis.

"Non ricordo dell'episodio del 'Pocho' e della sua rabbia, ricordo però di una gara d'andata stradominata, in cui avremmo potuto avere un vantaggio più ampio nel punteggio rispetto al 3-2, poi nel finale prendemmo un gol evitabilissimo (quello di Luisao, ndr). Poi nel ritorno a Lisbona, sapevamo di incontrare una squadra forte, ma nel primo tempo abbiamo avuto due occasioni clamorose per passare in vantaggio! Ci fu molto rammarico in tutta la squadra, personalmente ho avuto l'esperienza di fare la Coppa UEFA per due anni con il Parma e di arrivare addirittura in semifinale in questa competizione europea, fare lo stesso percorso con il Napoli sarebbe stato qualcosa di molto bello!".

Nel secondo anno di A chiudeste l'andata al quarto posto, lottando per la Champions League, poi la crisi: tre mesi e mezzo senza vittorie e Napoli fuori dalle coppe. Si parlò di calo fisico ma soprattutto dei problemi nello spogliatoio fra argentini e italiani: cosa ci puoi raccontare, secondo te cosa non funzionò veramente?

"No, non penso che ci sia stato questo screzio tra argentini e italiani nello spogliatoio: io personalmente legavo con entrambi. Penso sia stata proprio la Coppa Intertoto a portarci via tante energie, avendo iniziato la stagione già il 2 luglio. Siamo calati nel girone di ritorno e poi qualche risultato negativo immeritato che ha portato un po' di sfiducia. La rosa d'altronde non era molto ampia, con tanti giovani in squadra e giocare al San Paolo in quelle circostanze non era cosa semplice. Siamo arrivati a gennaio-febbraio con addosso un carico di partite di una stagione intera, eravamo quindi un po' stanchi. Smentisco però sicuramente diatribe fra italiani e argentini in quello spogliatoio".  

Un episodio di tensione successe anche fra De Laurentiis e Reja negli spogliatoi dopo Napoli-Lazio, quando arrivarono quasi alle mani. Cosa successe negli spogliatoi, è vero che Reja voleva dimettersi?

"Non lo so di preciso perchè io in quella gara ero squalificato, ma conoscendo Reja e il suo modo di fare da gran signore, mi riesce difficile credere che possa esserci stato un episodio simile".

Dopo l'addio di Reja arrivò Donadoni ma neanche a lui andò benissimo, sostituito già a ottobre da Mazzarri. Cosa non funzionò?

"Secondo il mio parere, con Roberto era arrivato un allenatore molto bravo e preparato, che ci faceva lavorare bene sicuramente. Sono stati soltanto i risultati a condizionarlo: li ha pagati a caro prezzo!".

Nell'estate con Donadoni alla guida tecnica mosse i primi passi in Prima Squadra un certo Lorenzo Insigne, cosa ricordi di quel giovanissimo Insigne? Vi impressionò già all'epoca? Donadoni lo fece giocare contro il Racing al San Paolo in amichevole...

"Insigne ricordo che sin dall'esordio era un 'peperino': piccolino, fastidioso già dai primi tempi per il suo modo di giocare rapidamente, ma si vedeva che aveva colpi e grande qualità. Poi è stato bravo a crescere sia a livello tecnico che fisico ed è giusto che sia diventato quel gran calciatore che è oggi".    

Del Napoli di Mazzarri è impossibile non soffermarsi sul 3-2 a Torino contro la Juventus: fortunatamente quell'errore tuo sul gol di Giovinco non costò agli azzurri la gara. Raccontaci le emozioni e le tue personali sensazioni di quella serata storica.

"Fu una serata dalle doppie emozioni per me: causai il 2-0 per a Juventus e a quel punto pensavo che la partita fosse ormai terminata. Poi invece ci fu la grande reazione nostra ed è stata una emozione indescrivibile aver raggiunto prima il pari sul 2-2 a Torino e poi addirittura il 3-2: lì iniziarono i grandi festeggiamenti sotto la Tribuna dei nostri tifosi. Sembrava che avessimo vinto la Coppa del Mondo! E' stato fantastico, una serata indimenticabile".

Catapultiamoci sul presente: il Napoli con 15 punti si presenta a Ferrara con la SPAL. Tu lì hai giocato nell'ormai lontano 2000, che insidie può avere questa trasferta per il Napoli, vincerà agevolmente? Lo scudetto è un obiettivo concreto? E la SPAL riuscirà a salvarsi?

"Spero tanto che la SPAL riesca a salvarsi, visto i miei trascorsi nonostante risalgano a tanto tempo fa. Però ho un ottimo ricordo della città e dei tifosi di come vivono il calcio. Il Napoli ha le qualità per vincere al Mazza di Ferrara, ma troverà una squadra ben organizzata. Se non riescono a sbloccare la partita velocemente, credo che gli azzurri troveranno parecchie difficoltà nel superare l'organizzazione della SPAL. Il Napoli dovrà esser bravo nelle cose che gli riescono meglio: tener palle con pazienza ma cercando di far gol il prima possibile per rendere la gara più agevole. Sullo scudetto, dico che la squadra di Sarri è attrezata per arrivare fino in fondo. Quello che è mancato in questi anni è stata la continuità: il gioco è molto bello, ma a volte peccava di concretezza. La mia speranza, essendo tifosissimo del Napoli, è che sia la stagione giusta per vincere il titolo".

Ultima domanda, raccontaci le tue ultime esperienze: il corso da allenatore per la Serie D e la nuova avventura alla Pergolettese.

"Non è mai semplice calarsi in una nuova realtà, ma ho gli stimoli giusti perchè mi sento bene fisicamente e ho ancora voglia di lottare, di soffrire, di incazzarmi durante gli allenamenti ma soprattutto durante le partite. Ho trovato una società e un gruppo sano dove si respira 'calcio vero'. Cercherò di apportare alla squadra la mia esperienza, la metterò a disposizione di tutti per provare a fare qualcosa di bello per questa società e per i loro tifosi che so essere molto attaccati alla squadra".

RIPRODUZIONE RISERVATA, PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE CALCIONAPOLI24.IT

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