IL GIORNO DOPO Napoli-Fiorentina: la scelta scellerata di Garcia, il mal di testa di Zielinski ed la scelta tra fare quadrato e decisione forte

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IL GIORNO DOPO Napoli-Fiorentina: la scelta scellerata di Garcia, il mal di testa di Zielinski ed la scelta tra fare quadrato e decisione forte

Il giorno dopo Napoli – Fiorentina. Sono bastate appena otto giornate di campionato e due gare di Champions per poter constatare e affermare senza ombra di dubbio che la squadra della scorsa stagione, non esiste più. Gli azzurri non hanno perso solo Kim, ma anche e soprattutto certezze, la consapevolezza di essere un ottimo gruppo e di conseguenza fiducia nei propri mezzi. Molte cose sono cambiate anche negli uomini. Basti pensare alla linea difensiva. Dei quattro che la componevano, tra infortuni e scelte dell’allenatore, è rimasto il solo Di Lorenzo. E mica è poco per un reparto che deve muoversi con movimenti sincronizzati e perfetti. Natan e Ostigard, male non si stanno disimpegnando. Più misteriosa l’uscita di scena di Mario Rui. Per lui lo scorso anno, 28 partite e sei assist.  Il portoghese in fase di possesso assicura sicuramente più idee e inventiva. E continuità di rendimento. Oliveira alterna ottime cose ad altre meno buone. Ieri irruento precipitoso su quel pallone che di fatto ha consegnato l’assist a Bonaventura per il raddoppio.  

 Il giorno dopo Napoli – Fiorentina. Ieri sera è stata una serataccia per tutti o quasi. Viola subito avanti. Prima colpiscono un legno. Meret in maniera goffa cerca di allontanare il pallone con i piedi. Poi corre a coprire il suo palo. Peccato che lo faccia con le gambe aperte. Brekalo lo trafigge con un tunnel. Reazione più di rabbia che di organizzazione. Il pari lo ruba Osimhen. Ennesima corsa su di un pallone vagante. Terracciano lo stende e il nigeriano trasforma anche il rigore.

 Il giorno dopo Napoli – Fiorentina. Forse complice che la squadra fosse sotto di una rete, condiziona la scelta, scellerata senza dubbio, di Garcia che sostituisce l’infortunato Anguissa con Raspadori. Di fatto consegna il centrocampo agli avversari. Alla squadra di Italiano non sembra vero. La viola gioca tanto il pallone già di suo, in questa maniera gli riesce anche più facile. Grande pecca della fiorentina è che non difende bene, ma Garcia non se ne accorge affatto. Troppo impegnato a prendere appunti e a partorire gli ennesimi scellerati cambi.

 Il giorno dopo Napoli – Fiorentina. Ad inizio ripresa, resosi evidentemente conto che in mediana gli azzurri non la vedono più, getta nella mischia Cajuste. Peccato non ci abbia pensato quando Anguissa ha dovuto arrendersi per acciacco muscolare. Ancora più un peccato che lo infili al posto di Politano, sicuramente uno dei più in palla ieri sera. Anche l’ex Sassuolo si lascia andare ad un gesto di disappunto. E siamo già a tre. Tutta la prima linea. Pessimo segnale. Poi, non contento, sotto nel risultato, tira fuori anche il capocannoniere della squadra, in dieci minuti cambia la posizione di Raspadori tre volte, altrettanto fa con Zielinski che poi lascerà il campo con il mal di testa per i continui cambi di ruolo. Getta nella mischia l’ancora impalpabile Lindstrom e si dimentica, ancora una volta, di Elmas. Lo scorso anno, per il macedone, 36 gare, sei goal e tre assist.

 Il giorno dopo Napoli – Fiorentina. La squadra avrebbe uomini e mezzi per venire fuori da questa preoccupante situazione, ma occorre fare quadrato. Oppure prendere una decisione forte. Purtroppo, duole dirlo, ma con i cinque cambi e il copioso uso della tecnologia, la valenza di un allenatore è aumentata di molto negli ultimi anni. E i risultati si vedono. Anzi, non si vedono…

Stefano Napolitano

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