Notizie calcio Napoli - Si torna in campo 105 giorni e una pandemia dopo. Ma il quadro è vuoto e la musica sparata “ a palla” dagli altoparlanti prima del fischio d’inizio non basta per colmare il silenzio assordate con cui i giocatori sono costretti a fare i conti immediatamente, fin dal riscaldamento che precede la partita. Non ci sono i tifosi, non ci sono le bandiere e non ci sono le sciarpe. Il nuovo kit da stadio è un inno alla malinconia: mascherina, guanti, disinfettanti.
Com'è andata al San Paolo ieri? A raccontarlo è l'edizione odierna di Repubblica:
"Ai trecento addetti ai lavori sparpagliati tra campo e tribune viene misurata la temperatura, nonostante l’autocertificazione sanitaria di cui ognuno deve essere rigorosamente munito per attraversare i cancelli, come era la regola nei momenti più bui pure per uscire di casa. Per il pallone è ancora tempo di emergenza e deve essere rigoroso il rispetto delle misure di distanziamento sociale, nonostante in città la forza del contagio stia finalmente scemando. Prima sono arrivati gli azzurri, poi l’Inter: ingressi con orari scaglionati e percorsi diversi, fino agli spogliatoi. Stesso iter per gli arbitri. Le squadre si sono incontrate direttamente sul prato, per radunarsi poi al centro del campo nell’emozionante e doloroso minuto di silenzio: in onore delle vittime delle pandemie. Ad attendere gli atleti tre dei medici-eroi che hanno combattuto in prima linea la battaglia contro il Covid- 19 all’ospedale Cotugno: il dottore Rodolfo Punzi, direttore del Dipartimento Malattie Infettive e Urgenze Infettivologiche, l’infermiere del Pronto Soccorso Giovanni Broscritto e la dirigente Lara Natale, dell’Ufficio Provveditorato. Per loro gli applausi di riconoscenza di tutti i presenti, e quello ideale della Lega di serie A".