La vittoria del Bologna, a mente calma, pare poi non esser stata così tanto causale come qualcuno ha pensato. L'uscita dal campo di Eljif Elmas ha modificato l'assetto tattico del Napoli: l'ingresso di Dries Mertens ha fatto perdere l'equilibrio alla squada e a centrocampo la squadra ha smesso di difendere. Ecco quanto riportato dall'edizione odierna de la Repubblica-Bologna:
"Emerge una disparità evidente proprio a cavallo di quella sostituzione. Ogni ripartenza è diventata una minaccia, per due volte Sansone ha sfiorato il 2- 1, al 21’ e al 26’. E al 35’ ecco il momento che ha deciso la sfida, con lo stesso Sansone che inizialmente è andato in pressing sull’out di destro a disturbare Maksimovic, quindi su una palla che pareva persa da Palacio prima di un fortuito e fortunato rimpallo ha sfruttato un assist perfetto di Dzemaili, per poi colpire a tu per tu con Ospina, freddandolo. E firmando, dentro ad una ripresa da protagonista (dopo una prima parte da comparsa) il terzo gol stagionale, il primo su azione, un centro pesantissimo due giorni dopo la taumaturgica conferenza stampa di Mihajlovic, tecnico a distanza di una squadra che nelle ultime dieci partite aveva vinto solo con la Sampdoria, lo scorso 27 ottobre. E invece ieri sera L’Asinelli brillava, illuminata dai colori rosso e blu, proprio mentre laggiù a Napoli volavano improperi, giustificati dalla modestia della prestazione della squadra di Ancelotti che al di là di un erroraccio di Insigne a 12’ dalla fine ( sull’ 1- 1) e del gol giustamente annullato a Llorente per un fuorigioco di centimetri nel recupero, ha giocato troppo a lungo sotto ritmo, senza furore, senza mai riuscire, camminando, a far valere il superiore tasso tecnico.
Non che il Bologna abbia sfoderato la prestazione perfetta, il suo primo tempo è stato accorto ma nulla di più nonostante un impatto iniziale più che discreto. Ma poi Palacio era sempre solo, Sansone e Orsolini non producevano nulla, i centrocampisti pensavano più a coprire la retroguardia (legittimo, dopo i tanti gol presi) che a far gioco. Risalire dall’ 1- 0 di Llorente ( tap in in area al 41’) non era affatto scontato. Quando poi al 10’ della ripresa Skorupski s’è allungato su un destro di Insigne all’angolino, pareva che il Napoli potesse dilagare. Invece tre minuti dopo su un cross morbido di Sansone per Palacio, Koulibaly l’ha anticipato di testa piazzando involontariamente il pallone dov’era Skov Olsen, sul secondo palo, liberissimo. Il danese è stato lesto col piattone destro a coordinarsi e ad infilare il pareggio. Il Bologna ha preso coraggio, l’ingresso di Svanberg per l’acciaccato Medel ha dato ritmo e coraggio e la già citata sostituziuone di Elmas, per un Mertens di cui il Napoli aveva paradossalmente bisogno, ha modificato l’intero spartito.
Ci sono sempre tante partite dentro ai 90’, ripeteva sempre Max Allegri e gli ultimi 25 minuti del Bologna sono stati quasi chirurgici. Per quanto il Napoli esprima oggi, o abbia espresso ieri un calcio macchinoso, aveva pur sempre pareggiato ad Anfield col Liverpool mercoledì. La mano di Sinisa, si dirà. Ed è impossibile non notarlo, aspettando mercoledì la trasferta a Udine in Coppa Italia e domenica il Milan qui al Dall’Ara. Anche se tanto c’è ancora da fare perché quei ritmi tambureggianti di un anno fa si vedono solo a sprazzi. Ma ieri son bastati, per firmare il quarto successo stagionale, il secondo in trasferta, sicuramente il più difficile".