Nell’anno in cui hanno giocato insieme al Monaco, stagione 2013-2014 della Ligue 1 francese, Flavio Roma (oggi preparatore dei portieri a Montecarlo) era uno dei “bersagli” preferiti di James Rodriguez. Il colombiano, infatti, costringeva il portiere italiano a rimanere in campo dopo ogni allenamento per migliorare ancora il suo sinistro. Tiri da fuori, calci piazzati, cross a tagliare l’area di rigore: tutto il repertorio in vetrina. «E che mal di testa: una tortura».
Che giocatore è il colombiano? «Molto tecnico. Ha un piede forte che è il sinistro e lo usa a meraviglia».
La sua qualità migliore? «Ama tanto mettere gli altri in condizione di fare gol. È specializzato nei passaggi filtranti, il classico assistsman. Ma non solo».
Ovvero? «Si dice tanto che James sia solo un uomo-assist, ma in realtà non è del tutto vero. Perché gli piace buttarsi nell’area avversaria e fare gol. Tanti gol».
E poi? «È molto forte su punizioni e calci d’angolo. E io ne so qualcosa».
Perché? «In allenamento mi faceva soffrire con quel piedino. Al termine di ogni seduta mi faceva rimanere sempre con lui e mi massacrava di tiri».
Fuori dal campo che tipo è? «Quando l’ho conosciuto a Montecarlo, quasi sei anni fa, era ancora molto giovane. Poi è esploso ed èmaturato molto anche come uomo».
Lei è stato anche un giocatore di Ancelotti al Milan: come si aspetta che accoglierà il colombiano, un giocatore a cui peraltro èmolto affezionato? «Ancelotti è un grande nella gestione dello spogliatoio,ma al di là di questo James è un ragazzo positivo che non si estranea dal gruppo e ci mette poco a legare con tutti. Con noi all’inizio era un po’ timido ma in campo non ha mai tirato indietro la gamba. Anzi, è anche un po’ rosicone».
Tatticamente come lo vede? «Per le caratteristiche che ha è un classico trequartista che può giocare dietro una o due punte. Deve essere libero da ogni gabbia tattica perché gli piace andare a prendere la palla e cercare la giocata. Sa fare girare la squadra e conosce bene i tempi di gioco».
Modulo ideale? «Direi certamente 4-2-3-1, perché lì, alle spalle della punta, può agire libero ed essere micidiale sia come assistman che come goleador: posizione ideale permettere in mostra le sue qualità migliori».