Desailly: "Individuare i razzisti si può, vanno puniti pesantemente! I calciatori devono abbandonare il campo, senza avere paura"

Rassegna Stampa  
Desailly: Individuare i razzisti si può, vanno puniti pesantemente! I calciatori devono abbandonare il campo, senza avere paura

Desailly parla del razzismo in Serie A e nel calcio mondiale

Ultimissime calcio Napoli - Marcel Desailly, ex calciatore, è intervenuto ai microfoni de la Repubblica per commentare il problema del razzismo nel calcio. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24.it:

Desailly, condivide l’idea che le due squadre abbandonino il campo al primo ululato razzista?

«Certamente. È un gesto forte, ma dei gesti forti c’è bisogno quando i problemi sono così seri. L’ho dichiarato pochi giorni fa in una dura intervista televisiva a beIN Sports e lo ribadisco a voi».

La sua tesi è che chiudere spettacolo e business tocchi il portafoglio e le coscienze.

«Se per un po’ si toglie il calcio, all’occorrenza anche per uno o due mesi, la potenza educativa del messaggio verso i giovani è formidabile. Quanti, tra quelli che fanno il verso della scimmia, sono davvero profondamente razzisti? E quanti, tra i dirigenti che oggi minimizzano il problema, non interverrebbero per sradicarlo, di fronte alla prospettiva di dovere rimborsare il biglietto al pubblico e al rischio che il business crolli?».

Lei, come Balotelli a Verona, negli anni Novanta a Udine, col Milan, fu bersaglio degli ululati: i compagni le dissero di fare finta di niente

«Il problema non va personalizzato sui singoli casi. Lo sport non è razzista: l’allenatore fa giocare i migliori, la loro origine non conta.Sono razzisti gli stadi, però, e i giocatori devono unirsi. Quanti sono i calciatori neri in Serie A, una ventina? Una minoranza: serve che tutti li aiutino. L’attenzione mediatica sulla questione, rispetto agli anni Novanta quando giocavo nel Milan, è molto più alta».

Altro suo paragone evocativo: si cominciò a demolire la schiavitù fermando il lavoro.

«I dirigenti hanno una responsabilità fondamentale. Il mondo del calcio deve smetterla di dire che certe offese sono solo un modo per destabilizzare. Sfido chiunque a sopportare per un’ora e mezza il verso della scimmia. Le istituzioni hanno un compito essenziale».

Quale?

«Individuare i razzisti è possibile, con i mezzi di oggi. Vanno puniti pesantemente, come si fece in Inghilterra con gli hooligans, grazie a regole rigide. La battaglia si può vincere. Ma bisogna cominciare a osare. Senza avere paura».

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