Notizie calcio - Non solo la Serie A, in queste ore hanno ripreso ad allenarsi anche le squadre di Primeira Liga. Salvo nuovi colpi di scena, la prima divisione portoghese ripartirà infatti nel week-end del 30-31 maggio. Con un protocollo sanitario ben definito, che prevede regole ferree e distanziamento sociale tanto in allenamento quanto in partita: tamponi a raffica, sedute di lavoro blindate, gare rigorosamente a porte chiuse e un coinvolgimento ridotto di stadi - ancora da ufficializzare - all'interno del territorio nazionale (da sei a nove impianti, ossia quelli che potranno garantire il pieno rispetto delle nuove misure di sicurezza). Una semi-rivoluzione del calcio, che ha però trovato subito pieno sostegno tra i giocatori professionisti, desiderosi come non mai di tornare in campo. Proprio come ha raccontato in esclusiva per TuttoMercatoWeb.com il bomber del Vitória Futebol Clube, Helder Guedes, navigato attaccante classe '87 con un passato tra Penafiel, Paços de Ferreira, Rio Ave e Al Dhafra.
Guedes, finalmente ci siamo: gli allenamenti sono ripartiti e in Primeira Liga la ripresa del campionato appare ormai sempre più vicina.
"All'inizio ero pessimista e un po' sfiduciato, devo essere sincero. Ma adesso lo scenario è cambiato, il Governo ha dato il suo benestare e tutti stanno lavorando senza sosta affinché il campionato portoghese possa riprendere senza alcun pericolo. Sarebbe una grande vittoria per il mondo del calcio e noi giocatori, chiaramente, non vediamo l'ora di rientrare".
Com'è tornare ad allenarsi dopo settimane di isolamento tra le mura di casa?
"È davvero una bella sensazione, anche se ovviamente non può essere proprio uguale a prima. Siamo infatti divisi in gruppi ristretti di giocatori, in modo da non presentarci al campo tutti insieme. Niente doccia e niente contatti con gli altri, arriviamo al centro sportivo a scaglioni e ci alleniamo con ogni precauzione possibile".
Quanto è differente, invece, la routine quotidiana di un calciatore professionista ai tempi del Coronavirus?
"Diciamo che non è poi così diversa da quella di tutti gli altri cittadini portoghesi... Siamo rimasti a casa a lungo, seppur continuando ad allenarci per non perdere la condizione fisica, e alla ripresa servirà ancora più attenzione di prima. Noi calciatori, in primis, dovremo limitare al massimo le nostre uscite, muovendoci solo per andare a lavoro o a fare la spesa, oltre a indossare sempre mascherina e guanti. Lo stesso vale per i nostri familiari".
Da giocatore non si sente esposto a un maggiore rischio tornando in campo?
"No, il calcio è la mia passione e la mia professione. Sono totalmente d'accordo con la ripresa, perché sia le società che la Federcalcio, insieme al Governo, stanno facendo tutto il necessario per permetterci di concentrarci solamente sul campo, senza correre rischi e mettendo sempre la salute al primo posto".
Il nuovo protocollo sanitario, d'altronde, prevede tamponi continui a giocatori e staff, braccialetti per aprire porte e ascensori, impianti strettamente a norma...
"Vedete quante sono le misure di sicurezza a cui mi riferivo? Avremo anche due mute da gioco, una per tempo, e prima di ogni partita saranno fatti test rapidi ai giocatori così da rilevare un eventuale contagio da Coronavirus. Ci alleneremo e giocheremo con tante limitazioni e restrizioni, ma dobbiamo capire che sono precauzioni fondamentali per evitare di tornare indietro anziché andare avanti. Sono convinto che andrà tutto bene, usciremo presto da questa brutta situazione e anche il calcio darà il suo piccolo contributo".