Roberto Stellone è il primo allenatore al mondo licenziato per coronavirus, anche se sarebbe più corretto dire "con la scusa" del coronavirus. L'Ascoli ha comunicato di aver "risolto unilateralmente il rapporto contrattuale con Mister Stellone e il suo staff per intervenuta eccessiva onerosità": visti i tempi che corrono il club marchigiano, che appartiene all'imprenditore romano Massimo Pulcinelli, si è dichiarato costretto ad "adottare misure di contenimento dei costi in ragione delle condizioni oggettive venutesi a creare per eventi imprevedibili", cioè la pandemia. Perciò ha strappato il contratto di Stellone. Ma non quello dell'altro allenatore ancora a libro paga (fino al 30 giugno 2021), Paolo Zanetti. All'apparenza, dunque, l'Ascoli ha licenziato Stellone perché ha bisogno di tirare la cinghia a causa dell'emergenza coronavirus. In realtà, il Covid 19 è diventato pretesto, più che causa. O giusta causa. Bisogna ricostruire la vicenda: Stellone arriva all'Ascoli, che due settimane prima aveva esonerato Paolo Zanetti, il 1° febbraio, e firma un contratto in scadenza al 30 giugno ma automaticamente rinnovato in caso di salvezza (e oggi l'Ascoli sarebbe salvo). Le cose però vanno in maniera disastrosa, Stellone raccoglie appena 2 punti in 5 partite e dopo la sconfitta con l'Entella viene virtualmente, anche se non ufficialmente, esonerato. Visto che il campionato viene sospeso, infatti, il club vuole prendersi del tempo per concordare con l'allenatore, che avrebbe sedici mensilità garantite, la rescissione consensuale del contratto, ma Stellone non accetta le proposte del club. Un mese dopo, allora, Puccinelli prende la palla al balzo, battezza il coronavirus come giusta causa di licenziamento e provvede a renderlo esecutivo. Il posto di Stellone viene preso dallo spagnolo Guillermo Abascal, tecnico della Primavera.