Notizie Coronavirus - Nella richiesta di parere per il comitato tecnico scientifico sarà indicata anche la data: 18 maggio 2020. È il giorno in cui il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora vorrebbe far riaprire le palestre. Possibile che questa scadenza slitti di un’altra settimana per consentire ai gestori di adeguarsi alle regole severe contenute nel protocollo, ma l’obiettivo è ripartire entro la fine del mese.
E nelle regioni dove l’indice di contagio avrà raggiunto la soglia minima, quel R0 pari a 0,2, anche parrucchieri e centri estetici potrebbero anticipare rispetto all’indicazione del 1 giugno data dal Conte al momento di presentare il decreto se i dati del monitoraggio saranno buoni. Ma dovranno farlo seguendo regole rigide visto che, secondo le tabelle stilate dall'Inail, si tratta di mestieri inseriti nella fascia di rischio “medio alta” e per questo si è deciso di metterli in fondo alla lista come bar e ristoranti. 7mq nelle palestre e scuole di danza Il protocollo è ormai pronto e ricalca quello già applicato agli allenamenti degli atleti nei centri sportivi, anche se con misure molto più stringenti. Entro qualche giorno sarà inviato agli scienziati con la richiesta di concedere il via libera tra due settimane. A quel punto scatterà la verifica sui locali e sull’organizzazione di palestre e scuole di danza e soltanto chi sarà davvero a norma potrà davvero riprendere l’attività. Gli ingressi dovranno essere scaglionati e nelle palestre più piccole si potrà andare soltanto su appuntamento. Bisognerà arrivare già in tenuta da sport perché gli spogliatoi dovranno essere chiusi, così come le aree comuni. Esclusi i gruppi, chi lavora con l’insegnante dovrà stare a distanza di almeno due metri. Si pensa che lo spazio a disposizione di ognuno debba essere di almeno 7 metri quadri. Gli allenatori dovranno indossare guanti e mascherina. Ma dove possibile si potrebbe anche chiedere di fare lezione “da remoto”, semmai in un altro ambiente, oppure per turni. Tutti gli attrezzi dovranno essere sanificati subito dopo l’uso così come gli ambienti e le postazioni degli impiegati. Dovranno esserci vari dispenser per il disinfettante e dispositivi di protezione anche per i clienti che prima di entrare dovranno misurare la febbre. Per chi ha più di 37,5 non sarà consentito l’accesso. Il Corriere ha creato una newsletter sul virus - e la fase 2. È gratis: ci si iscrive qui I percorsi nelle piscine Il problema non è l’acqua - come hanno già spiegato gli scienziati - ma quello che avviene fuori dalla vasca. E dunque sia negli impianti all’aperto, ma molto di più al chiuso, sarà indispensabile impedire ai nuotatori di incontrarsi. Ecco perché c’è la necessità di creare veri e propri percorsi che impediscano il contatto tra le persone anche quando finisce la lezione. Negli spogliatoi lo spazio ritenuto necessario è di 5 metri quadri per persona, ma l’intenzione - almeno nella prima fase - è quello di far entrare una persona per volta anche per le difficoltà di sanificare gli ambienti e le docce. E dunque di privilegiare quegli impianti dove c’è la possibilità di avere locali separati.