Pagelle Napoli-Verona: psicodramma azzurro

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Pagelle Napoli-Verona: psicodramma azzurro

Pagelle Napoli Verona. Su CalcioNapoli24 le pagelle Napoli Hellas Verona. Spiegazione dettagliata e voti Serie A della 38esima giornata con Napoli-Verona

Pagelle Napoli Hellas Verona. Termina il match al Maradona per la 38esima giornata di Serie A con il Napoli che ha affrontato l'Hellas Verona. Le pagelle Napoli-Hellas Verona su CalcioNapoli24, con i voti e la spiegazione dettagliata per ogni singolo calciatore azzurro. Voti Napoli Verona.

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Pagelle Napoli Hellas Verona, Gattuso

Pagelle Napoli-Hellas Verona, i voti

Meret 5,5 - Otto partite consecutive propedeutiche ad una convocazione per l’Europeo? Vedremo, di sicuro è pronto sui palloni che girano nella sua zona. Respinge il sinistro di Dimarco, a malapena tocca quello di Faraoni.

Di Lorenzo 4,5 - Troppi errori nella prima mezz’ora, un po’ nervoso e certamente tra i più puntati da Zaccagni e Lazovic. Non ne tiene uno, per sua fortuna il gol arriva sull’altra fascia.

Manolas 6 - Ottima la scivolata con cui ferma Lazovic al 33’, mediocre la poca attenzione sul taglio di Ilic a fine primo tempo. Si oppone a Zaccagni col fisico al 47’.

Rrahmani 6 - Contro i suoi ex compagni di squadra, l’attenzione c’è - soprattutto sui tagli di Kalinic che non gli lascia un attimo di tranquillità. Salva sul filtrante di Ilic, poi mette dentro un tiro complicato. Amir sembrava l’uomo della Champions: prima il rigore conquistato a Firenze, poi il gol con il Verona. Non riesce a rientrare su Faraoni, però.

Hysaj 5 - Tecnicamente, è la sua ultima partita dopo sei anni e 222 match. E nel primo tempo non lo si vede mai, fino al minuto 57’ con una discesa sulla fascia. Non riesce ad arginare Faraoni sul gol del pareggio, l’ultima azione prima del cambio (e dell’addio?). (Dal 71’ Mario Rui 5 - Un sinistro alto da posizione centrale, stop)

Fabian 5 - Costretto a far partire l’azione quasi dall’area di porta di Meret, anche dopo aver recuperato palla - si fa 50 metri di corsa e serve Lozano a fine primo tempo. Al 47’ gestione insufficiente di un pallone pericoloso, dovrebbe dare idee ma non ce ne sono molte.

Bakayoko 4,5 - Ad inizio anno si avevano altre aspettative: le ha mantenute solo nel finale di stagione, non in quest’ultima. Preso alle spalle da Lazovic alla mezz’ora, nemmeno lui è esente da errori tecnici - anche semplici. E la sua lentezza esce fuori. Respinto davanti a Berardi con uno dei pochi tiri diretti nello specchio (Dall’81’ Petagna SV - Sarebbe meglio servirlo con i palloni alti, ma mica gli arrivano. L’unico, a pochi secondi dalla fine)

Lozano 4,5 - Elmas nel prepartita aveva pronosticato un suo gol, ma solo un giallo dopo un intervento in ritardo e qualche sparuto attacco insolitamente centrale. Più pericoloso al 42’, con un tiro alto, poi scompare. (Dal 67’ Politano 5,5 - Un sinistro a lato nel finale, poi anche lui nel caos finale. Un altro sinistro nel recupero, centrale)

Zielinski 4,5 - Deve muoversi tanto per trovare spazio e aprirne altri per i compagni, ma manca precisione nei passaggi e col passare dei minuti scolora ancora di più. (Dal 71’ Mertens 5 - In spazi ristretti potrebbe fare la differenza: non la fa)

Insigne 4,5 - Contrastato al tiro al 24’, nella prima azione in cui riesce a trovare un po’ di spazio. Sfiora il palo col sinistro al 33’, si notano alcuni recuperi difensivi per sopperire alle carenze atletiche di alcuni compagni. Poi anche lui incappa in errori non del suo livello, non riesce a trascinare la squadra in Champions.

Osimhen 4,5 - Quella di Gunter non è una marcatura, è una sfida al capello platinato. E la prima mezz’ora è tutta del suo avversario: Victor non tocca molti palloni, ma riesce ad entrare nell’azione del vantaggio a modo suo, contrastando Gunter e liberando Rrahmani. È tra le poche cose che fa, senza spazi disponibili viene isolato ed annullato.

Gattuso 4 - Un girone fa, finiva il suo futuro a Napoli. E ne iniziava uno - tutto suo - che lottava per rimontare fino all’ultima giornata per un posto Champions. Juric non è per niente arrendevole, è tignoso e mette alla prova i nervi degli azzurri. I ritmi sono bassi, la costruzione viene confinata in 10-15 metri davanti Meret, la tensione è palpabile e la qualità scarseggia: risultato? Pandur non è mai impegnato nel primo tempo. La squadra sembra nervosa, i risultati sugli altri campi non aiutano: l’episodio positivo, il destro di Rrahmani, quello negativo, la dormita difensiva sull’1-1 direttamente con assist del portiere. Le scelte iniziali si rivelano sbagliate quanto gli ultimi passaggi davanti al secondo e al terzo portiere del Verona, gli ultimi dieci minuti sono pieni di lacrime e di attaccanti in campo, senza alcuno schema (non che durante la partita se ne siano visti). Rovina un girone di ritorno pazzesco fallendo l’ultima partita, dispiace ma non aver centrato l’obiettivo stagionale - al netto di infortuni, squalifiche, positività al Covid, silenzio stampa e gestione scellerata del club - significa stagione insufficiente e addio mesto. Verona all’andata decretava la fine della sua avventura, Verona al ritorno certifica l’addio al sogno Champions.

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