A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gennaro Scarlato, allenatore, già ex primo capitano del Napoli di De Laurentiis. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Per l’Italia di Spalletti, il gruppo e la fase difensiva possono essere la giusta alternativa alla carenza di individualità?
“Sono quasi dieci anni che non c’è un talento puro. Forse solo Baldanzi della Roma, che non gioca in Nazionale A. Se non c’è il talento, allora fai leva sullo spirito di squadra. Fai il massimo con quel che hai. Resta una squadra importante, ho letto che Spalletti vuole fare la difesa a tre: magari è la strada giusta”.
Pare che Conte stia pensando ad un cambio di modulo, visto l’arrivo dei nuovi centrocampisti…
“Di Lorenzo è un adattato, mentre, schierandolo come quarto a destra, ritornerebbe nel suo ruolo. Buongiorno e Rrahmani sono due ottimi centrali. Con una difesa a quattro, e l’inserimento a centrocampo dei due scozzesi, che ieri hanno anche segnato, potrà esserci la migliore versione del Napoli di Conte”.
Aver trattenuto Di Lorenzo è un’arma in più?
“Il lavoro di Conte è stato fondamentale per la sua permanenza. Di Lorenzo è il capitano del Napoli e aveva bisogno anche di un’iniezione di fiducia: così è successo, e sarà un bene per la squadra”.
Cosa cambia al Napoli con Lukaku? A prescindere dal modulo, il gioco ne beneficerà?
“Le sue caratteristiche rendono possibile che la squadra salga. Al di là del fatto che fa gol. Sono qualità che, in un attaccante, le vedi subito. È un giocatore con delle caratteristiche ben precise che servono per una squadra, e soprattutto per le idee di Conte”.
Quanto è importante avere Neres e Kvara, abili a saltare l’uomo?
“Come salti l’uomo, crei superiorità numerica. Con Kvara, se viene bloccato, ne beneficia Neres, o anche Lukaku, che impegnerà mentalmente e fisicamente parecchi difensori. Kvara non sarà più l’unica preoccupazione. Osimhen metteva in apprensione i difensori ma giocava meno per la squadra. Il gioco di Lukaku favorisce tutta la squadra, compreso l’inserimento dei centrocampisti”.
Siamo sicuri che Neres rubi il posto a Politano?
“Nelle ultime due partite è entrato ed ha spaccato. Bisogna vederlo da titolare: se riesce ad avere quello spunto, costantemente, dall’inizio della partita. Penso che le stesse valutazioni le sta facendo l’allenatore. Le gerarchie recitano che è Politano il titolare. Però, l’abbondanza non è mai un problema”.
Lei è stato il primo capitano del Napoli di De Laurentiis: all’inizio, quando mancavano i palloni, c’era la sensazione che sarebbe stata una grande avventura?
“Mancava tutto, persino i palloni. Ma De Laurentiis ci ha sempre creduto. Noi ci siamo concentrati sul campo, al netto dei difetti, e della sconfitta contro l’Avellino: non potevamo fare di meglio. Il presidente è cresciuto, ha capito gli errori, ed ha iniziato a vincere”.