Mauro Lovisa, presidente del Pordenone, si è collegato in diretta sulle web frequenze di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto: "Sto benissimo, mi sento in gran forma. Magari fosse sempre così, a parte il problema economico generale. Mio nonno è stato un grande commerciante di bestie, aveva grande liquidità e mi diceva che non bisogna mai fidarsi completamente di assicurazioni e banche".
Lei aveva proposto un protocollo tempo fa.
"Sì, basta vedere che anche in Germania si stanno muovendo. Mi sembra che qualcuno non voglia finire questo campionato, visto che anche i numeri sono in miglioramento. Bisognerà stare più attenti, ma il mondo deve continuare: io ho avuto il Covid, è una bruttissima influenza ma secondo me difficilmente possono essere troppo danneggiati i calciatori, visto che hanno un fisico importante. Dobbiamo convivere con questo virus, e capire. Facendosi l'esperienza, ci si preparerà anche al prossimo campionato. Perché se arriva un'altra ondata come dicono, che si fa?".
Che si fa quando si trova un calciatore positivo?
"Si isola. Si faranno tamponi a manetta un istante dopo, basta vedere in Germania: il Colonia ne aveva quattro, eppure la Merkel ha detto che si riprende. Io sapete come la penso: bisogna andare avanti, con la massima attenzione, ma parliamo di una locomotiva economica importante. Il vaccino dicono che non sarà pronto entro fine anno o per il prossimo".
Si aspetta un'estate tra i tribunali, specie in C?
"Vedrete... Anche perché ci sono in mezzo società importanti come Bari e Reggiana. Ora la palla va al Consiglio Federale, ma poi sapete mica chi sale dalla Serie D? Dovevamo diminuire le squadre e invece le aumentiamo... Siamo un paese strano".
A lei una C divisa in due gironi piacerebbe?
"No, io sono per due gironi di B, la B1 e la B2 stile basket, ma gestite entrambe dalla Lega B. Con le venti top di C immaginatevi che bella B2 ci sarebbe... Con step diversi per iscrivere. La Serie C, con i contributi che paga, solo un pazzo la fa come me. Io per la C avrei fatto almeno playoff e playout, ma è una mia idea".
Gli scontenti vanno al TAR...
"Quelli li accontenti solo coi soldi. La visibilità e gli introiti portati dalla B rispetto alla C sono enormi. Mi auguro che il campionato di Serie B riprenda, perché altrimenti i tribunali saranno ancora più pieni".
Ci si sta muovendo poco in Serie B per i tracciamenti?
"Noi a metà settimana prossima, se non erro mercoledì, facciamo i tamponi a tutti, quindi 24 ore di isolamento a casa e poi sapremo i risultati. I ragazzi per ora stanno tutti bene, ma poi sappiamo che potrebbero esserci gli asintomatici. Ma non è che possiamo fermare il mondo per ragazzi di 20 anni con un fisico della Madonna, che non sentono niente. Qualcuno crederà che sottovaluto la materia, ma cerco solo di essere realista. Vorrei che partisse la terza economia d'Italia, e non lo dico solo perché saremmo ai playoff ma per una serie di cose".
Sul dilettantismo che direbbe?
"Mi pare ci sia un decreto per salvare lo sport... E spero che lì abbiano pensato anche a quel mondo lì, oggi parlavo con presidenti di D friulani che non hanno più neanche i piccoli sponsor. Così non faranno neanche la prossima stagione, anche se un po' di selezione sarà normale. Mi auguro però che si pensi pure alle leghe sotto: ognuno faccia la sua parte, noi presidenti bisogna essere coerenti cercando di portare a termine il tutto. Se c'è buonsenso e fare la propria parte, possiamo uscire da questa crisi".
Si sa quanti tamponi servirebbero nel calcio per concludere la stagione? Non entra in gioco anche un aspetto etico vista la scarsità di tamponi?
"Ma gli altri paesi perché lo fanno? Facciamo anche noi come la Germania: se quel modello funziona non bisogna mica avere paura nel copiarlo. Anche i calciatori sono persone normale, qualcuno pensa che siano privilegiati e, sì, fanno una vita diversa da chi lavora in maniera costante. Io mi sento su entrambi i lati perché lavoro 15 ore al giorno, e non vedo il problema. Il calcio è anche magazzinieri, autisti, giornalisti, albergatori, sponsor... Pensate al movimento economico del calcio. Il calcio è mondo reale, c'è tantissima gente normale, e pensate quante famiglie ci lavorano".
La Serie A aiuterà chi sta sotto?
"Dico sempre al presidente del Benevento, e a Gravina, che la prima cosa, visto che è già in Serie A che dovrà fare è un tavolo rotondo coi presidenti di A e di B. Serve una soluzione perché il calcio risulti più credibile. Se guardate quanti giocatori hanno esordito in Serie B prima di salire in Serie A sono tantissimi... Se ne uscirebbe con soli vantaggi. Se non ho letto male Premier e Bundes hanno dato milioni di euro alle serie inferiori. La divisione tra A e B non la capisco, perché uno cambia idea a seconda di in quale serie si trova".
Che ne pensa dell'operato di Spadafora?
"Ho visto che ultimamente le sue dichiarazioni sono cambiate... Mi piace la coerenza, ultimamente però ha fatto dichiarazioni migliori, dopo essere stato attaccato in maniera forte da tanti altri politici. Sta capendo anche lui che parliamo di un movimento molto importante, che muove un'economia. Spero e mi auguro che il calcio ha bisogno di ripartire e che i tifosi vedano il calcio, almeno in tv nei primi mesi. Ho anche un'idea sugli stadi...".
Prego.
"Perché non si possono mandare i tifosi, mettendoli uno ogni cinque posti? Se hai 10.000 spettatori di capienza ne avrai 2.000. Se dal 18 maggio aprono i ristoranti o le chiese... Uno ogni cinque. Senza spettatori è dura, ci costerà un po' ma almeno avremmo un po' di tifosi. Meglio avere 1500 tifosi presenti che zero".
Se fosse in C, e non ci fosse un intervento federale su certi temi, saluterebbe la compagnia?
"In C non farei mai il presidente: è un mondo in cui bisogna assolutamente fare una riforma. Per quello dico che ci vuole una B2... Considerando che l'anno prossimo poi ci saranno 68 squadre (ride, ndr)".
Crede che alcuni presidenti riusciranno in queste settimane a ragionare di sistema?
"Mi auguro che entro metà giugno si possa giocare. L'ho detto anche a colleghi di Serie B, che non vogliono giocare ora perché hanno costruito squadre per risalire e ora hanno paura di lottare per salvarsi. Sono per la ripartenza, e lì si vedrà se vogliamo davvero cambiare qualcosa nel sistema. Si arriverà che la Bundesliga finirà e noi dovremo ancora cominciare".