Ultime notizie calcio - Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tmw Radio:
Come commenta la reazione del calcio all'emergenza?
"Purtroppo il calcio deve soccombere a quello che è stato comunicato dalle autorità. Ricordo che, inizialmente, c'erano tanti politici ed esperti che era quasi un'influenza, senza troppi problemi. Da lì si è un po' sottovalutato, ma il calcio si sta adeguando alle direttive. La UEFA sta chiedendo di finire i campionati entro luglio così da finire la Champions per agosto, ma dall'altra parte il Ministro Spadafora dovrà comunicare quando sarà possibile riprendere: Lega Serie A e club rimangono nel mezzo, la situazione non è semplicissima. Vero che c'è un grande interesse nel concludere i campionati, non tanto per assegnare il titolo ma soprattutto per le posizioni Champions. Ognuno comunque ha i propri interessi. Forse si poteva pensare di stoppare, senza affrettare la ripresa e seguire la proposta di Galliani. Giochiamo due stagioni sull'anno solare e stiamo tutti più tranquilli. La realtà è che chi ci doveva spiegare il virus non ci ha capito nulla, e non è possibile fare previsioni. Gli errori di comunicazione sono normali".
Come affrontare la questione delle scadenze contrattuali?
"Questo è un grande problema. Uno può pensare che sarà solo un mese di differenza, ma lì c'è tanto: ci sono prestiti che finiscono, scadenze. Se uno si fa male in quel mese poi sono da ridiscutere le assicurazioni... Ci sono oggettive difficoltà e non si può decidere sul momento. Vista però la situazione straordinaria le varie federazioni, comprese FIFA e UEFA, potrebbero trovare un accordo intorno a un tavolo".
Dove si collocherà il mercato?
"Tra la data di conclusione e quella della nuova stagione si può inserire il mercato. Per me la finestra deve essere aperta solamente quando la palla non rotola".
C'è il rischio che duri troppo poco?
"Però mi sembra assurdo che due settimane siano poco tempo. Una società, con i suoi dirigenti, non aspetta il primo giorno di mercato per avere e sviluppare le proprie idee. Per me due settimane sono più che sufficienti, anzi se vi ricordate un anno e mezzo fa eravamo riusciti a ridurre il tutto. Per me è normale, perché la cosa più orrenda è giocare con il mercato aperto, e pensare che un giocatore la domenica ha sfidato una squadra con cui si allenava il giorno dopo... E questo succede ogni gennaio. Ci si dovrà aspettare un mercato meno dispendioso".
Dovrebbe esserci un po' di imbarazzo nel calcio nell'apprendere che non ci sono strutture adeguate per applicare il protocollo FIGC?
"Se pensiamo ai grandi campionati europei, siamo davvero disastrosi se confrontati a certe realtà. All'estero oltre a trovare stadi bellissimi, efficienti e moderni, troverete anche dei grandissimi centri sportivi, sembra di fare un weekend sulla Luna. Ogni squadra di Serie A dovrebbe averne ma non tutti ce l'hanno. Qualche società ci ha investito, qualcun altro ci ha provato ma è andato incontro a problemi burocratici, altri hanno speso in altre maniere. Dovremmo svegliarci su questo, è assurdo non poter ricominciare perché manca la sicurezza di un centro sportivo proprio".
Come si sta muovendo Gravina?
"Per me sta gestendo bene la FIGC: leggo molte critiche, ma non è una cosa semplice. Non dimentichiamoci che la cosa più facile non si può fare, perché ci sono tanti interessi. Normale che chi sembra spacciato vuole annullare, mentre altri vorranno proseguire. Il 30 giugno la stagione sportiva finisce, e se non si potesse riprendere a quel punto la classifica rimane quella... Ma vi immaginate cosa accadrebbe? Avremmo i tribunali pieni. Ci sono interessi contrapposti, e il povero Gravina fatica sia da una parte che dall'altra".