Figlio del Petisso, altro mito argentino per i napoletani, diventa Diego Maradona in un docufilm. Stiamo parlando di Roberto Diego Pesaola, in arte Zap Mangusta, che a Il Mattino ha rilasciato un'intervista. Lo scrittore e filosofo, aveva pensato a un'opera sul Pibe pochi giorni dopo la sua morte, quasi cinque anni fa. Indosserà i suoi panni in un "confronto" con San Gennaro, interpretato dall'attore napoletano Patrizio Rispo, nel lavoro di Giulio Gargia "Maradona, San Gennaro e lo sciopero dei miracoli: la fede è una cosa seria ma il calcio è una religione", che sarà presentato in anteprima sabato 21 al cinema La Perla di Napoli (produzione Cooperativa Tam Tam in associazione con Millennium Cinematografica e Michelangelo Film). «È un "confronto", ovviamente in Paradiso, su chi è il vero patrono di Napoli. C'è tanta ironia, una nota caratteristica del popolo argentino come di quello napoletano».
Chi vince questo confronto tra il santo e il campione? «Per me interpretare la figura di Diego è stato motivo di orgoglio ma l'ho fatto in tono scherzoso, con quell'ironia che contraddistingueva mio padre. Un argentino vero, che viveva tutto come una missione da portare a termine ma sempre con tono disincantato. San Gennaro si "lamenta" con Diego: ma hai deciso di sostituirti a me? E Diego gli spiega che non è così, che questo non lo ha voluto lui e che la sua immagine è diventata un simbolo perché così hanno deciso i napoletani. In fondo, ci sarà una ragione per cui i momenti esaltanti della squadra sono stati celebrati tutti davanti a quella finestra dove fu dipinto il murale di Diego oltre trent'anni fa». In questa città che ha più anime e più storie, spiega il figlio di Pesaola, «le due figure possono convivere, con tutto il rispetto dei santi, se la città è d'accordo. La tradizione di San Gennaro, il sangue che si scioglie e la sua protezione, hanno sempre un forte significato. Diego non è stato un santo, non voleva esserlo, ma ciò che ha fatto ha lasciato il segno».