Notizie Calcio Napoli - In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Marco Di Lello, procuratore aggiunto FIGC:
“Per me la sanzione è una funzione emendativa ed educativa. La pena è afflittiva, non ci aiuta a costruire un Paese migliore, in questo caso un sistema calcio migliore. Se a 11-12 anni abbiamo ragazzini che danno del “negro” o “cinese maledetto” è giusto spiegargli perché è un atteggiamento sbagliato. Anziché dargli 15 giornate di squalifica, preferisco dargliene 3 più un mese e mezzo di corsi che gli permettano di capire il perché quell’atteggiamento è sbagliato. Vorrei compiere una punizione negativa che gli permettano di ampliare la mente. La lotta ad ogni discriminazione razziale e/o territoriale è fondamentale ed in accordo col CONI è qualcosa che come Procura vogliamo fare. Ovviamente prevederà ulteriori oneri perché dobbiamo verificare che è qualcosa che viene attuata, vogliamo investire nei giovani ed è il modo migliore per far crescere il mondo del calcio. I tifosi sono influenzati dai calciatori, quindi più riusciremo a far brezza sui calciatori, più saremo forti nella possibilità di avere stadi liberi da atteggiamenti discriminatori. Razzismo? Sono stato il primo firmatario dello ius soli, che è diventato un grande rimpianto, un buco nel nostro ordinamento in termini di civiltà. La Procura della FIGC non fa sconti a nessuno, le sanzioni ci sono, ma non sempre vengono irrogate con la giusta severità: su questo può essere fatto di più. Mafia nel calcio? Il calcio fa gola alla criminalità organizzata, tante società hanno dimostrato di avere gli anticorpi. Guardo con serenità alla situazioni, ricordo solo che sul pentitismo facemmo approvare una norma che non permetteva dichiarazioni oltre i 6 mesi, per impedire cose dette a scaglioni".