ESCLUSIVA - Corbelli: "Io, vittima di un complotto. La verità sul 'biscotto' che costò caro al Napoli. De Laurentiis ha sviluppato una mia idea. Carraro? Indescrivibile. Non ho fatto alcun 'pacco' a Naldi, ho un solo rimpianto"

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ESCLUSIVA - Corbelli: Io, vittima di un complotto. La verità sul 'biscotto' che costò caro al Napoli. De Laurentiis ha sviluppato una mia idea. Carraro? Indescrivibile. Non ho fatto alcun 'pacco' a Naldi, ho un solo rimpianto

Erano gli anni 2000 quando fece la sua comparsa nel mondo del calcio l'imprenditore Giorgio Corbelli. Dedito al business di oggetti d'arte, acquistò quote di maggioranza del Napoli liquidando il Banco di Napoli con 53 miliardi di lire. Già noto al mondo sportivo quando diventa presidente del Basket  Brescia , termina la sua esperienza napoletana con una condanna per il crac del Calcio Napoli. La scelta di Zeman, l'acquisto di Edmundo, la presunta 'combine' tra Parma e Verona, il centro Paradiso di Soccavo  e quell'incontro con Roberto Baggio. Questi ed altri temi ha toccato Giorgio Corbelli in esclusiva a CalcioNapoli24.it facendo luce su alcuni passaggi cruciali. Storia di un Napoli ben lontano dai giorni nostri che per vicende alquanto controverse  si avviava lentamente verso il fallimento.

Com'era il rapporto con Ferlaino? 
“I rapporti con Ferlaino sono stati buoni all'inizio e più difficili quando siamo arrivati alla liquidazione della sua quota”.

Edmundo a gennaio in quel Napoli. Un miliardo al mese per il brasiliano. Chi fu a portarlo a Napoli? 
“Ce lo offrirono, fu valutato dalla società e dallo staff tecnico. In Brasile andò Altobelli per portarlo in Italia, ma era una decisione presa da allenatore e manager”.

Lei fu uno dei pochi ad accusare il rapporto Pastorello-Tanzi, in merito al 'biscotto' tra le due società (Verona e Parma) che sancì la retrocessione del Napoli in B nel 2000/01. Conferma le parole dell'epoca? 
“Era talmente palese che solo chi voleva far finta di non vedere...non  vedeva. Era una cosa pubblica, facevano i 'biscotti' e li mandavano in onda sulla Rai”.

Fu arrestato per un giro di opere d'arte taroccate. Ci racconta quell'episodio? 
“Fui arrestato sull' ipotesi che fosse stampata la grafica di Renato Cascella dopo la sua morte. Non sono mai stato rinviato a giudizio in quel processo terminato già da 4 anni”.

Come si arrivò alla scelta Zeman essendo il boemo un grande accusatore di Luciano Moggi? Nel suo Napoli collaborava anche Alessandro, figlio di Luciano...
“Avevo appena conosciuto Zeman e Moggi insieme al figlio mi propose questa ipotesi che fu coltivata in tempi rapidissimi visto che il tecnico aveva altre proposte. Fui chiamato e portato di peso a Roma dove Pavarese, Moggi e Ferlaino erano in meeting con lo stesso Zeman. Fui chiamato per valutare l'impatto economico sul bilancio del Napoli. Mi trovai a Roma a decidere sull'aspetto economico della trattativa”. 

Ha notizie in merito al Centro Paradiso di Soccavo? 
“E' di proprietà di due società di leasing, è locato con una locazione sospesa a una società del mio gruppo, ma il tutto all'interno di due importanti cause, e quindi è sottoposto a giudizio".

Le piace il progetto di De Laurentiis? Perchè non ha mai pensato di rilevare il Napoli quando fallì? 
“Non me lo potevo permettere. La cessione del pacchetto azionario ceduto a Naldi non m'è stata ancora riconosciuta. Quello che mi hanno fatto a livello giudiziario ha lasciato il segno. Non sono investimenti alla mia portata, De Laurentiis è molto bravo, in pochi anni ha realizzato il progetto che volevo realizzare io. Io ho avuto l'idea, lui non ha avuto incidenti di percorso”. 

All'epoca si parlava di Baggio o Zola in maglia azzurra. Come mai nessuna delle due trattative andò in porto e il Napoli ripiegò su Sesa costato ben 16 miliardi?
“Baggio era un sogno che provai ad accarezzare, l'incontrai in Sardegna, ma fu un flash. Non ci furono trattative serie. Di Zola, invece, non ne so niente”. 

Calciopoli e Calcioscommesse. Un parere.
 “Nulla di nuovo, esistono da sempre. Sono cose che hanno avuto anche una punta dell'iceberg, ma ci sono sempre state, solo chi è al vertice del calcio ha coperto tutti e ha fatto finta di nulla”.

Nel suo Napoli c'era Fabio Pecchia, attuale vice di Benitez. Lo ricorda come calciatore? 
“Era uno dei pochi giocatori istruiti che sapeva ciò che diceva e sapeva ciò che voleva. Destinato ad essere un leader, anche all'epoca era un trascinatore”.

Si parlava di un interessamento della Juve per Emanuele Troise. Era vero? 
“Non c'è mai stata una trattativa del genere con la Juve”

 Carlo Iuliano, ha avuto modo di lavorare a stretto contatto con lui. Che persona era? 
”Uno con trent'anni di esperienza, non gli sfuggiva nulla. Aveva il controllo su tutto il mondo del calcio e soprattutto sui giornali. Uno che è rimasto fedele a Corrado Ferlaino fino all'ultimo giorno”. 

L'ha mai sfiorata l'idea di rilevare il Napoli Basket? 
“Ho dato molto al mondo del basket, credo di aver esaurito la mia esperienza”. 

Un aggettivo per Franco Carraro.
“Io sono molto arrabbiato con Carraro, è difficile descriverlo con un aggettivo. È la persona che di più ha coperto le malefatte del calcio italiano. Sapeva, ma non voleva sapere e non voleva punire”.
 
Uno per Callisto Tanzi.
“Uno che ha fatto anche nel calcio ciò che ha fatto alla Parmalat”.

Chi era Salvatore Naldi? Se la sente di affermare di avergli rifilato un 'pacco'?
“Come si fa a volergli male? No, non era un pacco il mio, Naldi non solo ha deciso autonomamente di prendere la prima quota di minoranza, ma ha esercitato quel che lui chiamava prelazione morale perchè il Napoli l'avevo ceduto già ad Aldo Spinelli e lui non me l'ha lasciato cedere. Sapevo di aver trovato un acquirente diverso, più competente e quindi probabilmente la storia sarebbe stata diversa con l'attuale patron del Livorno”. 

Qual è il suo rimpianto da ex presidente del Napoli?
“Di non esser riuscito nel progetto che vedeva il Napoli arrivare dov' è arrivato oggi. Un rimpianto che ha delle cause e delle radici profonde perchè furono i servizi segreti a colpirmi gratuitamente sul nulla. Non sono stato nemmeno rinviato a giudizio, fui vittima di un complotto”. 

Corbelli, cosa vuole fare da 'grande'?
“Riposare serenamente dopo aver dato tanto e aver ricevuto poco dal mondo del calcio”.

Ci aggiunge qualcosa alla puntata di 'Report' sulla presunta combine tra Parma e Verona?
“Hanno toccato l'argomento, ma nessuno prende in mano la situazione per approfondire e aprire ciò che andrebbe aperto. Nessuno ha messo mano al grande scandalo condotto da Petrucci che ha coperto le mie denunce. Una giustizia sportiva guidata e non autonoma, tutto telecomandato da chi governa il calcio”.

di Fabio Cannavo

RIPRODUZIONE RISERVATA

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