Ex calciatore del Napoli, Marco Capparella ha vissuto gli anni della rinascita targata Aurelio De Laurentiis. E' stato l'artefice, con gli altri, del triplo salto dalla C alla serie A. CalcioNapoli24 lo ha contattato in esclusiva per parlare del passato, del presente e del futuro:
Il nuovo Napoli targato De Laurentiis parte dalla serie C e con Marco Capparella. 2005-2008, anni belli per te, quali i tuoi ricordi?
“Ho tantissimi ricordi e tutti positivi visto che ho avuto la fortuna di vincere. Ho tanti amici a Napoli ed è difficile dimenticarli”.
Il secondo anno di C fu molto importante perchè lo vivesti da protagonista. Poi la serie B e il brutto infortunio ma arrivò poi il debutto in A contro il Milan…
“L’anno di C1, il secondo, fu importante. Feci un grande campionato sia a destra che a sinistra ma un po’ tutti disputammo una grande stagione. Poi arrivò l’anno di B e quell’infortunio al ginocchio che mi costrinse ad un lungo stop e non mi ha permesso di disputare tante partite. Resto comunque stracontento di indossare quella maglia e aver partecipato alla promozione in A dopo un periodo difficile”.
Mister Reja, un gladiatore, un leone, forse il tecnico della svolta e l’uomo giusto al momento giusto
“Reja ha dato tanto al Napoli ed è stato il tecnico che ha portato dalla C alla Coppa Uefa gli azzurri in tre anni. L’uomo in più che ha saputo tenere saldo lo spogliatoio e questa è una cosa non semplice ma avevamo un ottimo gruppo in quegli anni che ha semplificato il compito. Il Napoli cresce in maniera costante e lo ha fatto anche con altri tecnici, questo è sintomo soprattutto di una grande società alle spalle che ha permesso di raggiungere questi grandi risultati”.
Quel Napoli è cresciuto tanto e oggi è diventato una realtà. La Champions, il campionato, una crescita costante. Ora c’è un secondo posto da difendere con un Milan che però cerca di insidiare gli azzurri
“Un peccato per come si era messa la stagione. Pensavo che gli azzurri avessero potuto lottare per lo scudetto fino alla fine. Purtroppo quel passo falso con il Bologna ha creato qualche problema in più e ha condizionato il prosieguo del campionato ma la squadra sta dimostrando di valere il secondo posto”.
Due successi fondamentali quelli con Atalanta e Torino che hanno rilanciato il gruppo in vista del Genoa, ma soprattutto in vista del Milan che si affronterà a San Siro
“Vincere le partite non è semplice, soprattutto con squadre di bassa classifica. La Juventus, da questo punto di vista, è fenomenale e non sbaglia mai queste gare. E’ difficile vederli perdere contro una piccola. Questo è quello che è mancato al Napoli per lottare fino alla fine. Milan e Napoli, comunque, si giocheranno il secondo posto nello scontro diretto e sarà una gara affascinante e da vedere a tutti i costi”.
Una difesa che risulta essere la seconda meno battuta del campionato ma che ha subito troppi gol nell’ultimo periodo frutto anche di errori individuali
“Il Napoli ha preso tre gol a Torino ma ne ha fatti cinque. Tutti i reparti sono correlati e se poi l’attacco riesce a fare tanti gol vuol dire che tutti lavorano bene. Quando si subiscono reti magari vuol dire che si pressa alti e si rischia maggiormente dietro. La squadra non è solo un reparto ma è un insieme. La Juventus, per esempio, si muove bene come squadra e per questo prende pochi gol. L’errore individuale può sempre accadere ma il gioco è corale. Mi viene da ridere quando si dice c’è un grande attacco o una grande difesa. Tutti i ruoli sono legati agli altri e se non gira una componente, le difficoltà diventano collettive”.
Blerim Dzemaili, una tripletta con il Torino, ora è difficile per Inler riconquistare il posto?
“E’ un po’ come quando Pandev è arrivato a Napoli con commenti che lo screditavano. Pandev è un grande giocatore e lo sta dimostrando come Dzemaili che sta crescendo piano piano. E’ difficile giocare in azzurro per la pressione che ti dà il San Paolo ed è sbagliato, magari, etichettare un calciatore come uno non da Napoli. Invece va aspettato, soprattutto quando si parla di grandi campioni. La società non è stupida e se acquista un calciatore lo fa conoscendolo alla perfezione”.
Tre calciatori per due maglie sugli esterni con Maggio, Zuniga e Armero. Un ballottaggio che fa bene al Napoli?
"Il ballottaggio fa bene a tutti. Il livello è alto e la concorrenza non può che giovare. I calciatori sono intelligenti e chi gioca non fa notare la differenza se manca qualcuno. Mazzarri manda dentro chi sta più in forma in quel momento. Ma bisogna aggiungere che chi lotta su più fronti non può che avere almeno due calciatori per ruolo”.
Cosa è mancato a questa squadra per vincere lo scudetto?
“Lo scontro diretto è fine a se stesso. Il problema è che sono stati buttati via diversi punti e ha trovato davanti una squadra che schiaccia il campionato. Dispiace perché gli azzurri stanno disputando una stagione fantastica”.
Da fuori, che sensazione hai: Cavani e Mazzarri resteranno?
“Mazzarri sta dando tanto al Napoli e viceversa così come Cavani. L’amore che ti dà Napoli non te lo dà nessun’altra città e penso che prima di lasciare la città partenopea, ci penseranno tantissimo”.
a cura di Ciro Novellino
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