Superlega e paraculismo: due facce della stessa medaglia

Editoriale  
Superlega e paraculismo: due facce della stessa medaglia

De Laurentiis accetterà l'invito della Superlega?

CALCIO NAPOLI - Le parole di Florentino Perez e la clamorosa indiscrezione rilanciata dal sito del Corriere dello Sport, secondo cui un emissario di JP Morgan avrebbe contattato la SSC Napoli per entrare nella Superlega, impongono delle riflessioni che risulteranno scomode a chi si professa paladino del giuoco del pallone solo se bisogna attaccare Juve, Milan e Inter salvo poi girarsi dall'altra parte qualora il discorso vada a colpire il Napoli.

 De Laurentiis è libero di accettare o meno l'ingresso in Superlega, la SSC Napoli è sua ed ha il pieno diritto di fare il meglio per far crescere l'azienda. Al presidente va riconosciuto il fatto di essere sempre stato un innovatore del calcio. Tante sue idee, all'inizio apparse come follie, sono diventate dopo anni soluzioni concrete per un pallone sempre più in crisi. Questi meriti nessuno potrà mai toglierglieli, ma il silenzio di don Aurelio ieri in Lega è inspiegabile. Sarà stato dettato dalla delusione? Oppure vuole studiare la situazione? Questo nessuno può dirlo con certezza, ma almeno poteva replicare alle parole di Florentino che ha aperto ad un invito a Napoli e Roma. Molti club, decisamente più prestigiosi del Napoli, sono usciti allo scoperto dicendo no: come mai ADL nicchia?

Ci si meraviglia di questa possibilità che il Napoli possa entrare a fare parte della schiera dei club di élite, ma forse si dimentica che De Laurentiis di fatto ne fa già parte per certi versi. Le sue lotte per un calcio virtuale e solo per chi produce soldi sono all'ordine del giorno. Oggi ci indigniamo per la Superlega, ma qualche anno fa, il numero uno della SSC Napoli, in un'intervista rilasciata al prestigioso "New York Times" disse: "Club come il Frosinone non attirano fan, né interessi, né emittenti nel campionato. Arrivano, non cercano di competere e tornano indietro. Se non possono competere, se finiscono per ultimi, dovrebbero pagare una multa". Anche Lotito non fu tenero con Carpi e Frosinone dicendo chiaramente che non erano società in grado di essere fatturabili in serie A. Per la serie, guardiamo in Europa ma il problema lo teniamo da anni in casa nostra. 

E il Fair Play Finanziario? Anche questo è sempre stato un tema caro a De Laurentiis il quale ha sempre ribadito l'importanza di avere bilanci sani senza utilizzare artifizi contabili per pompare il patrimonio oppure i ricavi. Sarebbe curioso sapere il pensiero del patron qualora decidesse di accettare l'invito nella Superlega avendo davanti tutti club con conti disastrati e che per anni sono stati 'graziati' dall'Uefa con multe o blocchi mercato abbastanza aggirabili. Proprio sulla Juve, che insieme alle milanesi fa parte delle società fondatrici della Superlega, De Laurentiis dichiarò: "Io non voglio sentire confronti con la Juve o col Milan, io non ho 456 milioni di debiti o 380, nell’ultimo anno la Serie A ha collezionato 4 miliardi di debiti. Non raccontiamoci le favole". Insomma, la fiera dei controsensi e dell'ipocrisia sembra essere ormai figlia di questo calcio. Ognuno guarda ai suoi interessi rimangiandosi tutto quello che ha detto un attimo prima. De Laurentiis, per sue legittime valutazioni, in fondo è sempre stato il primo tifoso della Superlega, soltanto che a Napoli e dintorni l'hanno scoperto solo oggi. Chi ama il calcio dice no alla Superlega senza farsi condizionare da paraculismi o giochi di bandiera.

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