Repubblica - Quattro ore a litigare con l'incubo di chiudere qui il campionato...

Editoriale  
Repubblica - Quattro ore a litigare con l'incubo di chiudere qui il campionato...

"Lo sport continui, con le dovute cautele", spiega il ministro Vincenzo Spadafora. Con una precisazione importante: "Ma si gioca a porte chiuse". Dovranno farsene una ragione tutti, vista la situazione. Ma i padri-padroni del pallone faticano eccome ad accettare questa che è l'unica soluzione possibile. Il mondo del calcio si è dato appuntamento a Roma, a Palazzo H, negli uffici del Coni: dopo il saluto del padrone di casa, Giovanni Malagò, subito a litigare. Quattro ore di strilli. Si è litigato come recuperare le giornate perse sinora, come cercare di portare alla fine questa stagione maledetta, e ormai inquinata. Malagò e Gravina si erano raccomandati di tenere i toni bassi, nessuno ne ha tenuto conto. Tutti a pensare ai propri interessi, con i due al vertice della Lega, Paolo Dal Pino e Luigi De Siervo, sballottati come due vascelli in balia delle onde. Il presidente, eletto nemmeno due mesi fa, nei giorni scorsi aveva minacciato di dimettersi. Lui d'altronde è un manager, poco avvezzo forse a queste liti di condominio. Si cerca disperatamente di uscire tutti insieme fuori dalle secche. Le giornate a porte chiuse dovrebbero tre, più le coppe: un mese senza pubblico.
 
A Palazzo H si è tenuto prima un consiglio di Lega, poi un'assemblea straordinaria al Salone d'Onore, primo piano, che però è andata deserta in mancanza del numero legale. Sedici club lo avevano già preannunciato d'altronde il giorno prima: si sono presentati a Roma solo in nove (Lazio, Juve, Inter, Milan, Fiorentina, Sassuolo, Udinese, Roma e Atalanta) a vario titolo e in ordine sparso. Troppo pochi, ne servivano almeno 14. Quindi, si è andati avanti a litigare. Lotito avrebbe voluto sino all'ultimo giocare a porte aperte, visto che la sua Lazio stavolta sta davvero giocando per lo scudetto: ma il governo ha detto di no, niente da fare (per ora). Marotta ha ceduto, alla fine, dopo che la sua Inter per giorni ha strapazzato il povero Dal Pino, insultandolo pure. Per ore si è sparsa anche la voce che la stagione sarebbe stata stoppata qui, niente più partite, nemmeno a porte chiuse. Campionato finito a marzo. Sarebbe stata una tragedia per il nostro calcio. Bisogna vincere sul campo, non a tavolino.
  
Il decreto del governo ha tenuto in vita ancora la stagione, anche se a porte chiuse che provocano comunque problemi forti: che fare coi diritti tv? Che fare con gli abbonati? Un danno economico consistente, di milioni e milioni. Fare calcoli è complicato, bisognerà vedere sino a quando si dovrà giocare senza spettatori. Ci sono rischi di risarcimenti, di cause legali.

Dal Pino e De Siervo stavano lavorando sul nuovo contratto tv, dal 2021 al 2024: il presidente si trovava addirittura negli Usa quando è scoppiato il caso Coronavirus, lo scopo era quello di incrementare i diritti esteri, ancora bassini, e di trovare qualche nuovo competitor. Ma certo, con queste incertezze è dura: la Lega vorrebbe fare il nuovo bando d'asta per aprile, ma di Mediapro non si sa più nulla, e poi Sky e Dazn sono disposte a mettere di nuovo sul piatto 900 milioni? Troppe incognite di questi tempi per guardare al futuro con un pizzico di ottimismo. Non si sa nemmeno ufficialmente quando verranno recuperate le (troppe) gare saltate sinora: il prossimo weekend, questo ormai pare certo, si dovrebbero giocare le sei partite, ovviamente a porte chiuse, che non si era riusciti a giocare (fra cui, la domenica sera, il superposticipo fra Juve e Inter, la partita madre di tutti gli scontri). Su questo c'è l'accordo di tutti i venti club, Inter inclusa.

Poi si dovrà rimodulare il calendario (ma si discute ancora fra chi vorrebbe spostare l'intera 27a giornata al 13 maggio evitando così di attuare lo scivolamento del calendario), sperando davvero di poter chiudere la stagione il 24 maggio. Ecco lo schema di questo fine settimana: sabato sera Samp-Verona, domenica alle 12,30 Milan-Genoa, alle 15 Parma-Spal e Sassuolo-Brescia, alle 18 Udinese-Fiorentina e infine alle 20,45 Juve-Inter. Con gli stadi senza spettatori non c'è più motivo di slittare al lunedì. Ma la Lega, al momento, non ha fatto il comunicato. Lo farà domani. Alcuni club vogliono un'altra assemblea (vera), fra questi Milan e Inter, ma pare non sia il tempo. Conclusa la giornata al Coni, i vertici della Lega sono stati in Figc da Gravina che molto si è battuto per salvare la regolarità del campionato. Anche se tanti presidenti stanno dando il peggio di loro stessi.

Rinviate anche le due semifinali di Coppa Italia: Juve-Milan era in programma oggi, Napoli-Inter domani. Ma De Laurentiis, saputo che a Torino non si sarebbe giocato, nemmeno a porte chiuse, ha preferito che anche il suo incontro non si disputasse adesso, sperando in tempi migliori (e nelle porte aperte). Bisognerà vedere adesso il cammino di Juve e Inter in Europa, ma è possibile che le due gare di Coppa Italia si giochino il 20 maggio, chiedendo all'Uefa la possibilità di disputare la finale il 27 maggio (ma in questo caso non certo all'Olimpico). Avanti nel caos più totale.

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