Poter migliorare peggiorando? Questa dev’essere la lezione che deve imparare il Napoli uscito sconfitto dal Gewiss Stadium contro un’Atalanta cinica nel punire gli errori difensivi azzurri. Non è da buttare la prestazione azzurra, anzi.
Dieci minuti di annebbiamento difensivo, ed il migliore attacco del campionato che punisce inesorabilmente. Troppo poco per riassumere la prestazione? Probabile, perchè - soprattutto nel primo tempo - si è visto un Napoli come sempre ordinato, una squadra che ‘sa tenere il campo’ come chiedeva Gattuso sin dal giorno 1, ed in grado di andare a creare chance offensive nonostante un terzetto offensivo incappato in una prestazione negativa. Sacrificio difensivo sì, lucidità offensiva un po’ meno (tant’è vero che Lozano, sul 2-0, è stato tra i più positivi).
I gol arrivano su due errori difensivi, su una uscita confusa di Fabian e su un buco centrale poco coperto da Demme e Koulibaly che lascia spazio a Toloi (fortunato poi sul tiro-assist per Gosens): questione di concentrazione ed attenzione, come già analizzato dopo la vittoria contro la Spal. Una questione di continuità che spetta esclusivamente a Gattuso, davanti al Napoli c’è un mese sostanzialmente di partite utili solo a sperimentare eventuali mosse in vista del Barcellona.
Non è da buttare tutta la prestazione - al netto di alcune prestazioni individuali scialbe: si può migliorare anche peggiorando (il risultato). Bisogna considerare anche l’avversario: non c’è nulla di male nell’ammettere, ad oggi, la superiorità dell’Atalanta.