Per favore, non caschiamoci più!

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

E basta, su! Che sfizio c’è? Prendersela con dei ‘poveri’ innamorati. Sono ormai cinque anni che esce fuori questa storia di Ibrahimovic a Napoli. Ma con quale coraggio? Tutti, in cuor nostro, sappiamo benissimo che l’arrivo di un campione come Zlatan Ibrahimovic a Napoli è un po’ come un miraggio, un sogno quasi. Altro che top player, più di lui ce ne sono pochi, pochissimi. E’ uno dei pochissimi calciatori al mondo che, anno per anno, sceglie dove andare a vincere, o quanto meno a provarci. Perché dovrebbe venire a Napoli? Perché c’è il sole, perché ci ha giocato Maradona, perché si mangia bene e perché la squadra di calcio si candida per agguantare il secondo posto in Serie A?

Oddio, ormai ha trentasei anni, il suo dovere da fuoriclasse l’ha già fatto, ed un’esperienza calorosa come quella napoletana potrebbe anche incuriosirlo, per carità. Ma secondo voi De Laurentiis sarebbe disposto a dare milioni e milioni ad un calciatore di trentasei anni che non accetterebbe in nessun modo di dare nemmeno il 2% dei diritti d’immagine alla società per cui lavora? Non l’ha mai fatto, poi se dovesse cambiare strategia…sarebbe tutto di guadagnato.

Facciamo una prova, mettetevi nei panni di Ibrahimovic. Un giornalista vi chiede, per esempio: “Ti piacerebbe giocare a Napoli?”, o giù di lì. Voi cosa rispondereste? In qualsiasi modo voi rispondiate, il titolo da giornale è fatto. Basta solo porgliela la domanda che esce fuori un Ibrahimovic: “Napoli…”. Basta questo per illudere e per cascarci.

Raiola ha attaccato Sarri per El Kaddouri poche settimane fa. E Raiola è l’agente di Ibrahimovic. Non solo. Lo stesso Raiola dovrebbe poi confrontarsi con un personaggio caldo come il presidente Aurelio De Laurentiis. Non solo. Ibrahimovic non tratterebbe di certo sui diritti d’immagine, bisognerebbe creargli un contratto ad hoc e non sappiamo fino a che punto sarebbe disposto a farlo il Dela. Ancora. Il calciatore svedese è un accentratore, dentro e fuori dal campo. Fino a che punto sarebbe giusto regalargli la scena?

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