Meglio di così non si poteva? Sa tanto di rassegnazione, la classifica non guarda agli assenti

Editoriale  
Meglio di così non si poteva? Sa tanto di rassegnazione, la classifica non guarda agli assenti

Quando ti mancano Anguissa, Osimhen, Kvaratskhelia, Simeone, Cajuste, Meret, Natan e Olivera, è davvero difficile pensare di andare in casa della Lazio di Sarri e proporre un gioco spettacolare. Un tiro nello specchio della porta però non è chiedere la luna. Poi, quando questi assenti torneranno, non ci saranno più scuse che tengano.

Pensare che, meglio di quanto fatto contro questa Lazio non fosse possibile, sa tanto di rassegnazione. Non tanto per il pareggio ma per come è maturato. Ci sono dei pari che ti lasciano ben sperare, ma dopo questo dell'Olimpico in quanti hanno intravisto segnali particolarmenti incoraggianti? Se ci si accontenta di vedere una squadra compatta, allora ce ne sono: ma basterà per raggiungere l'obiettivo?

Quanto visto stasera fa comunque storcere il naso per vari aspetti. Vuoi perchè non puoi sempre scendere in campo con un atteggiamento dichiarato di ottenere lo zero a zero. Vuoi perchè questa squadra, questo club, questo ambiente tutto ha sempre aspramente criticato chi veniva a Napoli per parcheggiare il cosiddetto pullman davanti alla porta, e adesso si fa altrettanto. Vuoi perchè siamo a febbraio e non si è visto ancora una chiara identità di gioco, nonostante i vari interventi presidenziali, i cambi di panchina e gli arrivi dal mercato.

E' un Napoli che non sorprende, annoia. Un giropalla sterile improduttivo. Non sono giudizi severi, lo dicono anche le statistiche: zero tiri nello specchio della porta. Quanta malinconia nel vedere Raspadori arrancare tutto solo lì davanti, servito nel peggiore dei modi con palloni a spiovere. Era scontato con un baricentro basso e cinque difensori. L'effetto sorpresa di questi novanti minuti è stato scoprire i limiti di una Lazio sin troppo timorosa e rispettosa dell'avversario.

Si guadagna un punto ma la zona Champions allunga a quattro con la vittoria dell'Atalanta. La classifica non tiene conto delle attenuanti, non guarda in faccia a nessuno e molto semplicemente ci ricorda che bisogna vincere, giocare e calciare in porta per il quarto posto; e non giocare per non prenderle e basta. Undici punti in nove partite per Mazzarri: il tempo sta passando e qualche responsabilità va anche data alla guida tecnica. Non dopo il pari con la Lazio? Mazzarri è al Napoli dal 14 di novembre, siamo a febbraio...

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