L’allenatore chiede scusa e ci mette la faccia, la società?

Editoriale fonte : di Dino Viola e Claudio Russo
L’allenatore chiede scusa e ci mette la faccia, la società?

Il Napoli perde 0-2 in casa con la Fiorentina e naufraga ancora: Gennaro Gattuso

Un gol per tempo e anche Iachini ha espugnato il San Paolo. Continua l'incubo del Napoli, crisi senza fine e Fiorentina in pieno controllo del match dal primo all'ultimo minuto. La manovra lenta degli azzurri è un assist per i contropiedisti viola, e la staticità della difesa azzura completa il quadro di una sconfitta per due a zero, senza troppe recriminazioni. Non c'è nulla da salvare, o forse Ospina si salva da solo evitando che il punteggio sia più rotondo.

In difesa le assenze non possono rappresentare un alibi: le marcature spaventosamente larghe hanno poco a che fare con la Serie A. La libertà di Chiesa di stoppare e di mirare è il segnale più deprimente che si potesse vedere. E da lì in poi Di Lorenzo cambia altre due volte la posizione in campo: da centrale a terzino sinistro per poi concludere da terzino destro. E' la foto del caos. Allan che va dritto negli spogliatoi è nello stesso album. Manovra prevedibile e avversari che hanno tutto il tempo di piazzarsi: una noia imbarazzante e chi se ne frega dell'ennesimo palo.

Gattuso non è riuscito a dare la sterzata con i cambi, con un Napoli che si è intestardito con giocate di facile lettura. L'inconsistenza delle azioni degli azzurri va a braccetto invece con lo show di Castrovilli, prodotto del vivaio, giusto per sottolinearlo. Ma anche con la verve ritrovata di Chiesa e la magia di Vlahovic si sono sposate con le pecche irrisolte di un Luperto troppo in affanno e di un centrocampo irriconoscibile. Eppure quella viola, era stata inguardabile contro la Spal, rinasce così a Napoli. Non è la prima squadra in questo campionato. Attacco sterile e classifica che non preoccupa più: deprime.

Mancano 16 punti per la fatidica quota salvezza a 40. Se ci si ritrova a lottare per queste cose, è una situazione paradossale e al limite del tragicomico. Come i film di Renato Pozzetto. E non è detto che una squadra che, si nota, ha paura e non è abituata a scenari di questo tipo, non possa finire per andare nel panico più totale. In cinque partite di serie A il Napoli di Gattuso è stato in vantaggio per zero minuti su 450, crediamo ci sia poco altro da aggiungere. Si arrivi a 40, poi si faccia una scelta coraggiosa e rumorosissima: si prenda ogni giocatore, al netto di ciò che ha fatto in questi anni per il Napoli, e gli si chieda se ha ancora voglia di scendere in campo. Se non ha le motivazioni giuste, che si sieda in panchina fino alla fine della stagione. D'altronde la ricostruzione passa anche da queste cose, no?

Ripetiamo quanto scritto una decina di giorni fa, confermiamo la nostra idea: Gattuso va preso ed apprezzato per ciò che è, anche con i suoi errori (e con la Fiorentina ce ne sono stati eccome). Non è lui il salvatore della patria, non lo è Demme e non lo è Lobotka. Adesso, però, il Napoli inteso come società - e dunque De Laurentiis, perchè d’altronde è presidente-padrone nella buona e nella cattiva sorte - non può rimanere in silenzio e diventare desaparecido mediatico.

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