Nel calcio i numeri non contano. Eppure non si smette mai di tenere in considerazione i gol, le presenze, gli assist. Tutto ciò che può essere quantificato viene minuziosamente selezionato e valutato. Dieci gol in venti presenze, buon giocatore. Se ci aggiungi tre assist stiamo parlando già di un giocatore di una certa qualità. Valutazioni talvolta effimere perché potrebbero anche non rispecchiare la realtà ed essere semplicemente frutto di coincidenze, episodi. La varietà del calcio è soprattutto questa. Esempio lampante: Ciro Immobile, bomber della Serie A, in una squadra che neppure è riuscita –sfortunatamente- a qualificarsi per l’Europa. Carta alla mano dovrebbe essere il numero uno degli attaccanti militanti nel nostro campionato. Nulla da togliere al calciatore napoletano, ma che dire di Higuain, Tevez e Rossi? I campioni per eccellenza sono loro, ma sempre tenendo conto dei numeri risulterebbe Destro il bomber più prolifico con una media gol da stacanovista, un gol ogni 95 minuti giocati. Una premessa, questa, fatta doverosamente per sottolineare che per quanto la media gol non sia un fattore determinante, neppure la si può completamente ignorare. Duvan Zapata, paradossalmente, è una vera rivelazione in termini statistici. Tirando le somme, a fine campionato, possiamo analizzare quello che è stato il suo percorso e scoprire che, con un pizzico di generosità, non è andata così male come potrebbe sembrare.
L’ARRIVO – Dopo il clamoroso colpo Higuain, era tanto scontato quanto palese che non sarebbe arrivato un vice di un certo livello. Un Higuain-bis non avrebbe di certo accettato di buon grado la panchina (ricordiamo Jackson Martinez che al di là del costo, non poteva coesistere nella stesso schieramento dell’argentino secondo i dettami di Benitez). Tra gli attaccanti in circolazione, di cui alcuni over trenta, Pazzini, Gilardino o Toni, hanno preferito virare su piazze più sicure, dove avanti non ci fosse un certo Pipita. Benitez e Bigon, tenendo conto che in squadra ci fosse anche Pandev, hanno virato sul giovane Zapata. Classe ’91, fisico possente e nessuna esperienza in Europa, un bigliettino da visita che non ha entusiasmato i più. Durissimo essere il vice di un campione assoluto come l’ex del Real Madrid.
IL CAMPIONATO E LE COPPE – Poche volte Benitez gli ha affidato le chiavi dell’attacco sin dal primo minuto: le sue chances le ha avute quando il Pipita è rimasto ai box per infortunio, ma anche in quelle circostanze gli è stato preferito Pandev. Ad ottobre il primo gol in maglia azzurra contro il Marsiglia dopo essere subentrato ad Higuain, fu una perla di rara bellezza. Gol da cineteca. Successivamente solo scampoli di partita, fino a febbraio quando Benitez gli concede la sua prima presenza da titolare per un totale di sei gare disputate sin dal primo minuto, comprese le ultime partite dove il Napoli aveva già concluso il proprio campionato.
MEDIA GOL – Sette le reti segnate con la maglia azzurra nei settecentoquattordici minuti giocati: una media di un gol ogni 102 minuti. Numeri che farebbero riflettere chiunque se messi a confronto. Escludendo la coppa Italia, la media gol scenderebbe addirittura ad un gol ogni novantadue minuti giocati
Zapata: 764 minuti giocati e 7 gol: un gol ogni 102 minuti
Higuain: 3509 minuti giocati, 24 gol segnati: un gol ogni 147 minuti
Insigne: 3287 minuti e 9 reti: una media di un gol ogni 360 minuti circa.
Mertens: 2606 minuti e 23 gol: un gol ogni 200 minuti
Callejon: 4058 minuti e 20 gol: anche per lui un gol ogni 202 minuti
Come da doverosa premessa, ogni statistica è fine a se stessa. I gol messi a segno dagli attaccanti azzurri sono davvero tanti: tra quelli importanti, con un peso importantissimo nell’economia delle competizioni, e quelli meno importanti bisogna sicuramente fare valutazioni diverse ma al termine di quest’analisi puramente statistica è altrettanto doveroso sottolineare che probabilmente Benitez ha azzeccato l’ennesimo acquisto. Indubbiamente l’inserimento in un campionato nuovo, difficile come quello italiano, dove anche il vicepallone d’oro sudamericano Edu Vargas non è riuscito neppure minimamente ad integrarsi, il colombiano è riuscito a dire la sua e a ritagliarsi una piccola fetta di spazio che potrebbe permettergli di rimanere in azzurro e di trovare più chances il prossimo anno quando il Napoli avrà nuovamente tre competizioni da giocare e ci vorrà un forza sempre fresca per guidare l’attacco. Con questo non è escluso l’arrivo di un attaccante che possa giocarsi il posto con Zapata o comunque contribuire alla prossima stagione del Napoli. Melius abundare, vedi la Juventus, quam deficere.