VIDEO - Il duo D'Amico-Mauro 'infiocchetta' la vigliaccata a Mertens in diretta nazionale. Benvenuti nella penisola di Utopia

Editoriale  
VIDEO - Il duo D'Amico-Mauro 'infiocchetta' la vigliaccata a Mertens in diretta nazionale. Benvenuti nella penisola di Utopia

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di luca cirillo
L'Italia è la 'penisola' Utopia al contrario. Da Tommaso Moro (ci perdoni) al duo D'Amico-Mauro c'è la distanza siderale e antitetica del degrado culturale che fa a cazzotti con il sogno rinascimentale del Santo cinquecentesco nativo di Londra. Lo stivale potrebbe essere in realtà, ne ha tutte le caratteristiche storiche, l'isola pacifica descritta da More (Thomas More) dove la cultura domina e regola la vita sociale, ma c'è quella parte attaccata al continente europeo, all'estremo nord, che sbarra la strada al fluire del mare annientando l'orizzonte ispiratore di sogni e speranze.
Ciò che è accaduto negli studi di Sky nel dopo partita di Napoli-Lazio è incredibile, è la sintesi del concetto espresso che, come dimostrano le immagini, si è pateticamente materializzato dimostrando la tesi. Nell'intervistare uno dei meravigliosi protagonisti della gara, ovvero Dries Mertens, il sig. Massimo Mauro, ospite fisso (attenti alla vocale) della trasmissione, quasi invita il campione belga ad ammettere che il rigore sia inesistente. "Io, dopo che la partita finisce, un giocatore può dire la verità, e chi meglio di lui può dire se il tocco lo fa cadere. Questo (?) è la differenza". Al di là di dissertazioni possibili sul modo di esprimersi, fondamentale per chi fa informazione, quale sarebbe questa differenza richiamata da Mauro? Vuole forse alludere alla correttezza che indica la differenza tra un calciatore onesto e uno sleale? Certo, è per caso la stessa onestà che fa la differenza tra un commentatore imparziale ed un altro asservito ai poteri forti della tv che lo ha assoldato? Ma questo Mertens non lo poteva dire. No problem, lo diciamo noi. E ci venga a querelare il signor Mauro, siamo a sua disposizione: le immagini parlano chiaro! E non finsce qui. "Per non consentire agli arbitri di sbagliare, bisognerebbe che il fallo fosse tale da buttarsi per terra. Perchè l'arbitro ti vede cadere rovinosamente e dà il rigore". Allucinante! Capiamo che Ilaria D'Amico, di calcio giocato, quello vissuto in campo, può capire come chi vi scrive di curling (cioè niente, nulla), ma che Massimo Mauro, un ex calciatore, abbia così tanti dubbi su un rigore nettissimo, evidentissimo, plateale, ci fa francamente inorridire. Come può aver dimenticato che a certe velocità basta un tocco per cadere? Non è che lui, quando indossava scarpette e calzoncini fosse un fulmine di guerra (lo ricordiamo benissimo), ma di calciatori importanti ne ha visti sotto i suoi occhi (ha giocato con Zico, Platini e Maradona) e di rigori così netti ne è piena la storia del calcio. La faccia sorpresa di Mertens, che conferma il tocco netto con un modo di parlare che ricorda l'ispettore Clouseau della Pantera Rosa, vale più di mille risposte, ma la chiosa di Mauro è da applausi per il coraggio che ha avuto nell'insistere nella sua crociata persa: "Mertens, quel tocco, ti fa cadere oppure sei tu che ti lasci andare?". "Lui mi tocca e io cado: è rigore, no?". Dries irremovibile. "Il tocco c'è, abbiamo appurato". La D'Amico sembra arrivare in soccorso al funambolo ex Psv, ma poi sbarella anche lei: "La domanda naturalmente era per capire la sua sensazione durante e dopo la gara, ma insomma abbiamo rivisto l'azione e la decisione dell'arbitro è tecnicamente corretta. Ma quello che dice Mauro è sul criterio generale su come dovrebbero essere considerati certi tocchi da parte dell'arbitro". Cara D'Amico, caro Mauro (cari nel senso che per vedervi bisogna pagare molti soldi mensilmente, e visti i tempi che corrono...), ma come dovrebbero essere valutati? C'è un regolamento: vi ascoltate quando parlate o andate a ruota "libera" come i criceti nelle gabbie? Mertens viene toccato mentre si invola in velocità verso la porta avversaria, il tocco lo sbilancia e lo fa cadere! Stop! Cosa c'è da obiettare? Agghiacciante, con la t in questo caso. La chiosa della conduttrice vale un'ora di silenzio per il lutto che colpisce l'informazione: "Ciò non toglie che lei, Mertens, abbia fatto un'ottima prestazione, eh?". Come a dire, "ti sei buttato, ma questo non va con quello e siccome siamo generosi, ti diamo comunque la pacca sulla spalla: bravo, hai giocato bene". Roba che se quel gol di Mertens (bolide all'incrocio da fuori area, tanto per ricordare la prodezza dimenticata da Sky) l'avesse realizzato qualche giocatore con la maglia a strisce, una qualunque del nord, ci avrebbero mangiato su per tre settimane almeno. Tirando le somme, quella a Mertens non è un'intervista, ma una vigliaccata in diretta nazionale: la faccia esterrefatta del funambolo belga la dice lunga sullo stupore che ha vissuto in quei momenti pur senza capire molto la lingua 'italiana a tutto tondo' del duo Mauro-D'Amico. Quel tono volgare, inquisitore, lo si può afferrare anche senza essere padroni dei termini usati. Per fortuna, ad onor di cronaca, qualcuno che non aveva dubbi sul rigore, in studio c'era: il laziale Marchegiani, a lui tanti complimenti. Il Napoli si faccia sentire. Intanto, caro Dries, benvenuto nella penisola dll'Utopia. Ma se non sai ancora cos'è e vuoi fare una ricerca, non 'usare' Tommaso Moro come traccia. Prova con "Massimo Mauro e Ilaria D'Amico". 

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