Sarri e la Juve non se la passano benissimo. La squadra è stata agganciata dall'Inter e avvicinata seriamente dalla Lazio dopo gli ultimi turni, il tecnico ex Napoli è il primo colpevole per i media delle difficoltà bianconere.
L'edizione odierna del Corriere della Sera nell'editoriale di Mario Sconcerti scrive:
"Il problema di Sarri e la Juve è che i disagi naturali all’inizio non sono migliorati, hanno cominciato a pesare fino a diventare parte del gioco. Questo avviene a febbraio, quando i risultati hanno poco tempo per rimettersi in linea. In questo momento credo che Sarri e la Juve siano solidi solo per il tempo che manca. Nei prossimi giorni il campionato sterzerà bruscamente. C’è Lazio-Inter domenica e Juve-Inter il primo marzo; nel mezzo la Champions. Cambiare adesso significherebbe prendersi la responsabilità del risultato. E la proprietà della Juve non va storicamente mai messa in discussione. [...]
Andrea (Agnellli, ndr) è un imprenditore e la Juve è la sua azienda. Ha le sue regole, i suoi uomini, le sue manie. Ama le decisioni forti e improvvise, se le trova terapeutiche. Sono convinto abbia pensato in queste ore a come fuggire dalla gabbia tiratagli su da Sarri. Il cambiamento è andato troppo avanti e non dà risultati. Gli otto scudetti hanno aumentato la gloria ma anche le aspettative e il monte ingaggi. Per vivere alla sua altezza la Juve ha bisogno di vincere e adesso non è più certa di saperlo fare. Nell’ultimo mese si è sentita fuori percorso. Ed è in generale fuori cassa di mezzo miliardo.
Per questo non è per niente escluso si sia pensato a un ritorno di Allegri, che è sempre sotto contratto e non potrebbe rifiutare. Si stanno ascoltando i giocatori importanti, non tutti sono dalla parte di Sarri, che ha un suo modo diretto di porsi con loro. Sarri piace ancora tanto, nessuno dimentica la lunga catena di infortuni che hanno normalizzato la Juve, pochi si nascondono anche i disagi che devono subire Higuain e Dybala per gli obblighi della società verso Cristiano Ronaldo. Ma non si capisce il tempo perduto a insegnare alla squadra un gioco che non è mai arrivato. E le troppe volte che Sarri ha ammesso l’impossibilità di portare quel gioco alla Juve. La Juve aveva «comprato» quello schema, quel ritmo. È dura da accettare sentirsi dire adesso che è impossibile. Rasenta il fallimento. Così nascono le idee su Allegri".