Pelillo...nell'uovo - La fretta di Garcia e i segnali di in film già visto...

Rubriche fonte : Marcello Pelillo
Pelillo...nell'uovo - La fretta di Garcia e i segnali di in film già visto...

Il commento dopo Napoli-Lazio 1-2

Il Napoli dello scudetto non c'è più. Per avere conferma della positiva ripartenza si doveva attendere il primo impegno ostico. La Lazio è stato il vero test probante per Garcia per diversi motivi. Intanto è la squadra che ha finito il campionato alle spalle del Napoli anche se ha perso Milinkovic Savic. La falsa partenza con due sconfitte ha motivato ancor di più gli uomini di Sarri al cospetto dei campioni d'Italia. Inoltre,  il tecnico toscano ci tiene particolarmente a fare bene a Napoli. 

Il nuovo gioco di Garcia 

Tutti motivi validi per rendere probante il test per Garcia. Purtroppo il Napoli ha perso in una maniera che lascia diverse perplessità. La squadra non ha più il gioco dello scudetto. Addio alla palla che gira fino a trovare gli spazi e dentro le palle lunghe, le verticalizzazioni e i cambi di gioco non appena l'uomo davanti fa il movimento. Un gioco che scavalca spesso il centrocampo e che fa correre di più centrocampisti e punte perché ogni volta che la verticalizzazione nello spazio arriva all'avversario bisogna rientrare e rincorrerlo. Un vecchio concetto spiegato tante volte dai tecnici favorevoli al calcio del possesso palla. Il problema non è tanto il calcio in sé ma il fatto che in breve tempo Garcia ha portato le sue idee stravolgendo automatismi di una squadra che ha stracciato il campionato giocando in modo spettacolare. Il Napoli ha vinto e convinto e la cosa più naturale sarebbe stato lasciar fare e, furbamente, sfruttare il magnifico lavoro del predecessore. 

Garcia si è preso invece la responsabilità di metterci in fretta del suo tralasciando l'aspetto mentale della squadra che rischia inevitabilmente di perdere le notevoli consapevolezze figlie di un risultato straordinario in termini di gioco e risultati. Come si convince quella squadra che cambiando tutto si migliora? Se Garcia non ci riesce deve chiaramente intervenire prima che la sua vanità tipica degli allenatori si vada  a scontrare con l'esigenza del risultato. 

La gestione dei singoli 

Altro aspetto che non convince è la gestione dei singoli. Kvara ormai si allena con la squadra da tempo ma viene utilizzato con il cronometro in mano. Inoltre, nel caso di ieri, lo ha sostituito per inserire Raspadori fuori posizione. L'ex Sassuolo è un giocatore che deve giocare in avanti e non ha le caratteristiche per fare il tornante. Il gioco di Garcia richiede grande sacrificio agli esterni perché ogni verticalizzazione a vuoto è una rincorsa per loro dietro agli avversari. Non a caso in quella posizione Spalletti utilizzava sempre Elmas e mai Raspadori che non ha la resistenza per fare su e giù la corsia. Non è chiaro perché si continua a preferire Oliveira che è in evidente difficoltà e offre meno garanzie di Mario Rui. Oltretutto quest'ultimo gode di un'intesa importante con Kvara. 

Le scelte 

È opportuno chiarire che il Napoli è quello dello scorso anno, o quasi. Manca Kim al centro della difesa e al momento al suo posto gioca colui che lo sostituiva lo scorso anno. Tra Jesus e Kim c'è un differenziale di valori notevole e purtroppo, dinanzi al primo avversario impegnativo, è emerso tutto ciò. Il Napoli pur consapevole da tempo dell'addio di Kim ha temporeggiato per sostituirlo e ha deciso di investire su un giovane di 22 anni proveniente da un calcio diverso, il Brasile. Non a caso Natan non gioca perché, come ricorsa Garcia, non è pronto. E mentre Natan si prepara a diventare anche più forte di Kim cosa succede? 

La scelta di prendere un allenatore che crede in un gioco diverso da Spalletti sembra essere l'errore primordiale. Probabilmente gli allenatori che avrebbero potuto dare continuità tattica al Napoli non si sono liberati. Tuttavia, essendo fondamentale la continuità tattica di un capolavoro, ci si chiede se è stato fatto il massimo per convincere un allenatore dalle idee similari a Spalletti di vestire l'azzurro. Perché la squadra campione d'Italia ha avuto tanta difficoltà a prendere un allenatore in linea con le idee tattiche di Spalletti? Perché non sostituire a dovere innanzitutto l'unico titolare ceduto, ossia Kim? Intanto la squadra sembra perdere certezze facendo comparire le ombre del Napoli post Sarri. Il destino beffardo o provvidenziale ha fatto accendere questa spia proprio affrontando il tecnico di Figline... Vedremo...

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