Ultime calcio Napoli - La domanda ricorrente al termine di Napoli-Torino è la seguente: cosa accadrà giovedì? Perché ai tempi del #coronavirus (l'hashtag va di moda...) può succedere di tutto e potrebbe accadere qualcosa d'insospettabile anche durante il riscaldamento della gara in questione. A proposito: come prevedibile, l'Inter sta spingendo per giocare a porte chiuse, il Napoli ha già fatto sapere alla Lega che è disponibile al rinvio ma non vuole assolutamente che la gara venga disputata nel silenzio del San Paolo. Ci sarà tempo per pensarci e, nel caso, stupirsi di decisioni già ampiamente sorprendenti, intanto cosa resta dell'ultima notte è scritto nel resoconto degli spettatori, precisamente 24.843, pochi per essere parenti dei 44mila col Barcellona e di quelli, ugualmente tanti, virus permettendo, che si accomoderanno sugli spalti per la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la riposata squadra di Conte.
FREDDINO. Clima mite ma pubblico delle piccole occasioni quello presente per la sfida contro il Torino, una partita intervallo tra due grandi eventi - e in un periodo storico particolare, tra disinformazione e lecita paura - che non ha suscitato l'interesse di chi era chiamato a decidere se esserci o starsene comodamente seduto sul divano di casa davanti alla tv e una birra rigorosamente ghiacciata o della temperatura preferita. Bello lo striscione esposto dalla Curva B, "Nelle tragedie non c'è rivalità, uniti contro il Covid-19", un modo per schierarsi dalla parte del buon senso. Non c'erano dubbi. Fuori dallo stadio c'era uno strano silenzio, i tifosi erano pochi e dunque non c'era traffico, non ci sono state code all'ingresso, s'è sentita solo qualche voce, c'erano tanti bambini, era un'atmosfera cordiale, serena, quasi distante dalle abitudini di Fuorigrotta e di un pubblico che aveva appena salutato Messi per accogliere, ma si fa per dire, Verdi e soci.
LA PARTITA. La gara, almeno all'inizio, autorizza qualche sbadiglio. Ci si ricorda di poche cose, nel primo tempo: del gol di Manolas, dell'errore del maxi-schermo che per qualche minuto indica Ghoulam come marcatore (che era in panchina), i fischi a Zaza per la sua cattiveria spesso gratuita ma ricordando anche, e soprattutto, il suo gol scudetto di qualche anno fa. Nella ripresa ritmi ancora più blandi, se possibile, con pochi sussulti, tra questi il raddoppio di Di Lorenzo, il brivido finale e poi, a fine partita, tutti a festeggiare coi tifosi, pochi ma buoni. Ora l'Inter. In attesa di novità. Può succedere di tutto...