Ultimissime calcio Napoli - Fabio Cannavaro ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport.
Cannavaro, la sua Napoli e la sua Italia vissute da Guangzhou che forma hanno?
"Quella della paura strisciante, una sensazione mai vissuta - come tutti - prima d’ora e che non si riesce a definire attraverso le parole, perché certe emozioni non sono rappresentabili. Appartengo ad una generazione fortunata, ho attraversato, ma ero bambino, i giorni del terremoto; e ci sono state epidemie, penso alla Sars, conosciute da lontano. Questo virus è di tutti, non fa distinzioni, si sta diffondendo ovunque: io sono qua, in Cina, con mio fratello Paolo, abbiamo le nostre famiglie, le mogli, i figli, i genitori, mia sorella a Napoli, e non basta il ponte telefonico quotidiano per rassicurarci. Non vorremmo essere travolti dal panico, ma il timore è enorme".
Tutto è cominciato in Cina e lei ha conosciuto l’emergenza, l’intervento dello Stato.
"C’è stato immediato ricorso alla tolleranza zero, che deve essere recepita anche da noi, senza superficialità, come stiamo facendo e come non riscontro in altri Paesi, che mi sembra abbiano reagito con discutibile leggerezza. Ma qui i controlli sono stati seri e rigorosi, c’erano controlli agli ingressi dei condomini, alle uscite delle autostrade, ho visto le ambulanze ai caselli e l’Esercito nelle strade deserte. Non hanno scherzato e ora si ricomincia lentamente ma gradualmente a vivere. Sono stati mesi duri, difficilissimi. Noi siamo appena rientrati a Guangzhou dal ritiro di Dubai e ci hanno sottoposto al tampone, prima di indurci ad un periodo di quarantena. Perché i pericoli restano, soprattutto per chi rientra da un periodo trascorso all’estero".
Riaffiora la vita, comunque.
"Senza però sottovalutare un’organizzazione capillare: da due settimane, qui a Guangzhou, non ci sono casi. Sembra, per ciò che leggo, e ne parlo da cittadino e non certo da esperto, che il virus adesso sia tenuto sotto controllo. Ma nessuno ha abbassato la guardia e chi arriva viene controllato. Il problema più grosso, nella fase iniziale della diffusione della pandemia, lo ha rappresentato la fuga dalle zone rosse: so che in Italia c’è gente che si ammassa nei treni, da Nord a Sud, per tornare nei propri luoghi. Ed è questo l’errore più grosso che si possa fare, perché con questi esodi si allargano le aree di contagio e si creano nuovi casi che finiranno per trasmettere il coronavirus in altri territori. Il Governo italiano si è mosso con polso, adesso, e mi permetto, da qui, di applaudire Vincenzo De Luca, il presidente della Campania, per il suo decisionismo: la gente deve capire che bisogna starsene rinchiusi in casa, come viene stabilito da chi ne sa più di noi. Non è ammesso alcun atteggiamento di incoscienza".
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