Cucci critica Sarri: "Gabbiadini al 90' è come i tre minuti di Rivera a Messico '70"

Rassegna Stampa fonte : di Italo Cucci per Il Roma
Cucci critica Sarri: Gabbiadini al 90' è come i tre minuti di Rivera a Messico '70

Ha vinto la Juve ma la corsa allo scudetto è sempre aperta. Ha vinto la Juve perché lo ha voluto più del Napoli aggiudicandosi il rush finale. Già: Gabbiadini in campo al 90’ è come i tre minuti di Rivera a Mexico 70. Resa totale. Ma a Sarri - non a torto - bastava il pari e nei suoi programmi non c’era un forcing assatanato nel finale come invece l’ha organizzato Allegri, dopo aver tenuto la Juve sottoritmo per una mezzoretta. È l’esperienza nata dalle grandi battaglie, è in fondo l’inesauribile risorsa di cinismo che la Juve spende nelle partite che contano vincendo la quindicesima partita consecutiva. Il Napoli, felice del suo gioco, del suo fraseggio che sembra arricchirlo di tentacoli come una piovra, cerca solo di giocare alla pari, anche di più, ed è tradito dalla fiducia in se stesso andando avanti con gli stessi uomini fino al 76’, quando entra Mertens per un Insigne talvolta troppo sicuro di sè; e invece Allegri non s’accontenta e non s’arrende neanche quando Bonucci deve lasciare il posto a Rugani e la mitica difesa bianconera è solo Barzagli; è lì che Allegri decide di giocare il tutto per tutto, e via Morata per Zaza, come affidandosi al destino, via anche Dybala per Alex Sandro, per farsi meno belli e più duri. Nel Napoli, nada de nada, ma con serenità; la disperazione arriva con il tocco maligno di Albiol e l’urlo di Reina che annuncia la fine e scatena il canto irridente delle Juve Stadium, “Oje vita...”. La morale è semplicissima, e la si predicava alla vigilia al posto dei moduli perditempo: sì, ha vinto l’esperienza della Signora ch’è nata e cresciuta nei quartieri alti. Affrontarla alla pari è un bel gesto, direi un bel sogno; desiderare ferirla e (sportivamente) umiliarla è meglio. Il signor Napoli ha sempre giocato di fino arrivando al vertice e siccome questa sconfitta non gli nega alcuna chance di scudetto è meglio che si faccia un po’ tigre e tiri fuori gli artigli con tutti. L’ho detto dieci partite fa: ci vuole più cattiveria. Per i patiti dei moduli, ecco il riassunto della partita in un minuto che vale la storia:è il 35, quando Bonucci, infortunato, toglie la palla (e il gol) dalla testa di Higuaìn. Bonucci è la Juventus.

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