Vi proponiamo, di seguito, l'editoriale di Antonio Corbo per l'edizione odierna de La Repubblica-Napoli.
Lo sconcerto della polizia ha investito la Juve, ancora prima delle accuse di razzismo. «Ma voi eravate stati avvertiti?», si è informato il Viminale in una perentoria telefonata da Roma al questore di Torino, Giuseppe De Matteis.
Il divieto di acquisto dei biglietti a tifosi nati in una regione, in Campania stavolta, non ha precedenti per una partita di calcio in Italia. Pubblicato il 4 agosto sul sito della società, era sfuggito.
Una «decisione unilaterale ed arbitraria» che la questura non ha condiviso: perché non era informata, né poteva consentire.
Solo nel pomeriggio, dalla sede di Corso Vinzaglio la polizia ha chiarito la sua posizione: netto dissenso. Una linea concordata con il Viminale che fa trasparire il suo risentito stupore.
Alle accuse di razzismo da parte di politici, intellettuali, artisti si è aggiunto il sarcasmo del web. Se un ministero si reinventa sulle spiagge disc-jockey, è anche possibile in questa Italia sottosopra che la Juve voglia sostituirsi al ministero dell’Interno. L’eccessiva ironia dei social, non solo tra tifosi del Napoli, imponeva fermezza. La Juve è stata quindi invitata a revocare il suo improvvido divieto. In tarda serata ha promesso di rettificarlo in qualche modo. I biglietti di Juve-Napoli sono in vendita da stamane. Roma seguirà attraverso la questura di Torino i criteri di vendita. È già previsto, se se la Juve insiste, un intervento formale per bloccarli. Il primo atto sarà la convocazione da parte del prefetto di Torino del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Prevede la partecipazione dei vertici delle forze di polizia, del sindaco, anche di un dirigente Juve. I limiti alla vendita dei biglietti passano attraverso due gradi di giudizio a Roma. C’è una valutazione dell’Osservatorio su eventuali incidenti prima della stessa partita negli anni scorsi. Le osservazioni vanno quindi al Casms, il “Centro di analisi strategiche per la sicurezza della manifestazioni sportive”. Che emette i divieti. Lo dirige un prefetto tra i più esperti al Viminale: è il capo della segreteria del Dipartimento. Ruolo affidato all’ex dirigente dell’Antiterrorismo, Mario Papa. È stato a Napoli questore vicario.
Sarà lui da oggi seguire le decisioni della Juve, e le farà rientrare se difformi da regole e procedure. Nessun dirigente del Viminale ha commentato la stravagante idea della Juventus.
Ma si registra un diffuso sconcerto. Ma come può spiegarsi un divieto di chi non può emetterlo? Divertente e arguta una delle reazioni satiriche.
Ipotizza un paradosso: l’esclusione di Maurizio Sarri, residente a Figline Valdarno, oggi alla Juventus, ma nato oltre sessant’anni fa proprio a Napoli, quartiere di Bagnoli. Si osserva nella Juve una fase di forte tensione. Ha lasciato tracce profonde l’inchiesta “Alto Piemonte”: il 19 aprile la Cassazione ha scritto parole definitive sui contatti tra il club carico di scudetti e i calabresi Michele e Salvatore Dominello, arrestati nel 2012,e figli di Saverio, considerato esponente della ‘ndrina Pesce di Rosarno. «Il clan controllava gli ultras per spartirsi i ricavi del bagarinaggio», si legge nelle motivazioni. La Juve avrà deciso di disciplinare meglio gli ingressi, ora basta. Ma ha fatto peggio. Dalle accuse di contatti con la mafia passa a quelle di razzismo.