Tragedia al San Paolo, la testimonianza choc: "Tifoso morto nei Distinti, gravi mancanze e soccorritori impreparati: l'hanno fatto cadere tre volte"

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Tragedia al San Paolo, la testimonianza choc: Tifoso morto nei Distinti, gravi mancanze e soccorritori impreparati: l'hanno fatto cadere tre volte

Indignarsi è poco, troppo poco per la tragedia che si è consumata nel settore Distinti durante Napoli-Roma dove un tifoso azzurro, Saverio Cirillo di 68 anni, è morto in seguito ad un arresto cardiaco. In uno dei tanti messaggi che ci sono arrivati nella nostra casella di posta elettronica, ci balza all'occhio quello del signor Mario De Rosa (54enne odontoiatra che era nei Distinti con suo figlio) che ci scrive una lettera dettagliata su quanto è accaduto in quei maledetti minuti nei Distinti. Prima di pubblicare la sua lettera-denuncia vogliamo però precisare che la nostra redazione resta a disposizione di chi voglia raccontare altri dettagli o differenti versioni dei fatti. Tragedie del genere non si devono più ripetere, se c'è qualcuno che ha sbagliato dovrà pagare come è giusto che sia. SSC Napoli, Comune o chi è preposto faccia chiarezza su quanto accaduto perchè la famiglia Cirillo merita giustizia e soprattutto chiarezza.  

Vi riportiamo la lettera scritta dal signor De Rosa che ha assistito agli ultimi minuti di vita di Saverio Cirillo.

"Settore distinti superiori, partita iniziata da circa 10 minuti, anello superiore all'altezza del varco 12: nella fila subito dietro la mia un signore, poi riconosciuto come Saverio Cirillo, di anni 68 - che non conoscevo - si sente male ed era in compagnia del figlio. In pochi attimi capisco la gravità della situazione e immediatamente mi precipito a chiamare l'hostess presente, la quale chiama subito quelli del primo soccorso. 

Qui succede l'incredibile: arrivano quattro/cinque personaggi con una tuta che sarebbe dovuta essere da soccorritori, ma che erano del tutto incompetenti... Non avevano una barella, continuavano a gridare 'prendi il telo, dove è il telo che non è mai arrivato. Non avevano una borsa con farmaci di primo soccorso, un apparecchio della pressione...neanche a dirlo un defibrillatore. 

Hanno cercato a fatica a distenderlo sui sediolini ma non era semplice, anche per le condizioni del paziente che presentava: perdita di coscienza con ostruzione delle prime vie aeree per la caduta all'indietro, della mandibola e della lingua, sudorazione abbondante: tutti segni evidenti di arresto cardiaco. 

Ovviamente del defibrillatore nemmeno l'ombra: mi domando, anche se lo avessero avuto che se ne facevano? Non hanno provato nemmeno a fare un massaggio cardiaco. Non è possibile, con un signore in arresto cardiaco, non somministrare subito farmaci idonei o fare un massaggio cardiaco in attesa del defibrillatore o di rinforzi adeguati. Invece, in maniera assurda, si sono sentiti avviliti e anziché chiamare un rinforzo adeguato, e farlo adagiare tranquillamente a terra, si sono caricati a braccia questo poveretto scendendo tutte le scale che, assicuro, erano veramente tante perche' collocati nell'anello piu' superiore dei distinti superiori. 

Tra l'altro eravamo vicinissimi alle scale laterali, invece sono scesi per le scale centrali dando 'spettacolo' a tutto il pubblico dei distinti. È inutile dire che, mentre scendevano quelle maledette scale, sono caduti per ben tre volte e con loro il povero tifoso agonizzante. 

Ironia della sorte: dopo circa 10 minuti sono saliti sul posto altri presunti soccorritori con il telo e il defibrillatore, ma ovviamente già era stato trasportato fuori. Ho saputo, da un lettore che mi ha scritto, che fino a qualche anno allo stadio presidiava la CRI, che aveva predisposto ben quattro defibrillatori - uno per settore - più un altro per i giocatori in campo, e barelle rigide per un primo intervento e farmaci da primo soccorso. 

Ora, per una questione economica, si è pensato bene di affidare l'incarico ad una ditta che non è all'altezza della situazione. Ma come è possibile che, per risparmiare qualche centinaio di euro, si permetta di rendere un servizio così precario? Di chi sono le responsabilità? Della Società Calcio Napoli o del Comune? Bisogna fare chiarezza e risolvere questo grave problema.

Denunciamo e disertiamo lo stadio. Poteva essere essere chiunque di noi, e avremmo fatto quella fine. Non è giusto, non si può morire così".

RIPRODUZIONE RISERVATA
 

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