Perché Lukaku non può essere bocciatissimo dopo Juve-Napoli

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Perché Lukaku non può essere <i>bocciatissimo</i> dopo Juve-Napoli

Romelu Lukaku non ha brillato ieri in Juventus-Napoli in termini di tiri e non solo

Romelu Lukaku ha abituato troppo bene, fin da subito, addetti ai lavori e tifosi del Napoli. Non vi è dubbio che l’impatto è stato qualcosa di clamoroso; probabilmente anche non previsto nell’immediato. Nei commenti post Juventus-Napoli, il belga è finito tra i bocciati ieri all’Allianz Stadium. La sua prestazione non è stata certamente positiva, più che una soluzione di gioco, Romelu ha reso prevedibile la manovra rendendo la vita facile a Bremer che lo ha divorato in ogni zona del rettangolo verde.

Sgombriamo subito il campo da equivoci: Lukaku non può essere quello vero già ora. La sua struttura fisica impone ancora un po’ di tempo per carburare. Bisogna sempre tenerlo bene in mente a prescindere che faccia uno, due o tre gol. Perché, il peso nella manovra di un centravanti, non si può giudicare solo ed esclusivamente se va in rete oppure no. Romelu, ad oggi, è andato ben oltre le aspettative nell’immediato. Lo stesso Conte sa perfettamente che il numero 11 deve lavorare ancora tanto e non si lascia certo influenzare da una gara come Cagliari oppure Torino.

Lukaku resta il baluardo offensivo del Napoli, su questo non ci piove. Ma non deve essere l’unico sbocco offensivo. Se si pensa di giocare solo di sponda su di lui significa rendersi prevedibili agli occhi degli avversari. Le caratteristiche di Big Rom sono note anche a chi ha visto per la prima volta una gara di calcio ieri all’Allianz Stadium. Conte sta lavorando non solo sui sistemi di gioco, ma anche sulle individualità. Non a caso sta gettando spesso nella mischia Simeone che, in senso assoluto non può valere Lukaku, ma offre un’interpretazione del ruolo molto diversa.

Nessuno dunque tocchi Lukaku. Non bisogna esaltarsi quando segna e neanche deprimersi quando come ieri non punge. Piuttosto bisognerebbe trovare un piano B quando gli avversari bloccano la soluzione Big Rom. In primis l’aiuto di esterni e centrocampisti nonché pensare anche a diversificare la manovra per spiazzare gli avversari come accaduto con il 4-3-3 ieri a Torino.

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