"Pensai alla stupidaggine di mollare tutto", l'avventura di Mammana: tra record condivisi con Mascherano, tragedie familiari, analogie con Demichelis e due amici Millonarios

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Pensai alla stupidaggine di mollare tutto, l'avventura di Mammana: tra <i>record</i> condivisi con Mascherano, tragedie familiari, <i>analogie</i> con Demichelis e due amici <i>Millonarios</i>

Il calcio argentino, negli ultimi anni, non ha mai espresso difensori centrali di altissimo livello: Otamendi certamente non vale i 45 milioni spesi dal Manchester City, Demichelis non ha mai dato così tante certezze, Garay non è eccezionale. Uno degli ultimi grandi baluardi è stato Walter Samuel, che adesso bazzica in Svizzera al Basilea. Stranamente, proprio questi ultimi due centrali sono stati termini di paragone per Emanuel Mammana del River Plate: il fisico di Emanuel non aiuta, il suo peso attorno ai 70 chili non regge certo il paragone con il The Wall ammirato a Roma e Milano: più possibile accostarlo a Martin Demichelis, magari, con la speranza che la carriera che possa ricompensare quella che è stata, finora, una giovane vita davvero durissima.

Emanuel Mammana nasce a Merlo, ad una trentina di chilometri da Buenos Aires, il 10 febbraio del 1996. Ha compiuto 20 anni una ventina di giorni fa, ma il suo passato è segnato da due gravi lutti familiari: nel 2002 perde la madre, nel 2011 il padre. "Incontrare qualcuno che mi ha accompagnato dappertutto, come la mia ragazza e suo padre, mi ha fatto bene. Quando ho perso papà due anni fa - racconta Mammana nel 2013 su peru.com - mi hanno fatto andare avanti perchè non avevo voglia di fare niente. Da quando ho perso la mia famiglia il River è la mia seconda casa: lo staff mi ha aiutato tantissimo ad andare".

Il River Plate, la società più titolata d'Argentina, è la casa di Emanuel Mammana dal 2004: ha soltanto otto anni quando entra nel settore giovanile dei Los Millonarios, ed il suo cammino è andato di pari passo con quello di due suoi amici e compagni di squadra che rispondono al nome di Leandro Vega e Sebastian Driussi: "Stiamo assieme da quando eravamo piccoli, nel River ed in nazionale - spiega Mammana al sito ufficiale del Campeón del Siglo XX, il suo club -: li conosco da quando avevo otto-nove anni, ovunque andiamo siamo assieme". 

La nazionale non tarda ad arrivare, decisamente no. A nemmeno sedici anni, nel 2011, partecipa al Sudamericano Sub-15 in Uruguay, assieme ai suoi amici Leandro e Sebastian; Humberto Grondona, attualmente direttore tecnico della Sub-20, se lo porta anche al Sudamericano Sub-17 del 2013 che vede l'Argentina vincere, in casa, grazie alla differenza reti su Venezuela e Brasile (sì, Vega e Driussi sono sempre al fianco di Mammana). Il ragazzo, che nel frattempo continua a crescere nel settore giovanile del River, non buca nemmeno un appuntamento con l'Argentina: è al Mondiale Sub-17 negli Emirati Arabi, è al Sudamericano Sub-20 del 2015 (vinto) nonchè allo sciagurato Mondiale di qualche mese dopo, con una nazionale argentina che esce fuori al primo turno nel girone con Ghana, Austria e Panamà.

Ricordate Javier Mascherano, no? Il centrocampista del Barcellona che parlò con Rafa Benitez di un possibile trasferimento al Napoli...insomma, cosa c'entra con Mammana? I due calciatori hanno un particolare record in comune: sono riusciti a debuttare ufficialmente prima con l'Albiceleste...che con la prima squadra! E' il sette giugno del 2014, e gli infortuni di Demichelis e Garay costringono Sabella a convocarlo a soli diciotto anni: un quarto d'ora contro la Slovenia, in vista del Mondiale che sarebbe iniziato di lì a poco. Al posto di chi entra? Di Mascherano, ovviamente. Perchè bene o male il calcio ha sempre un non so chè di ciclico.

"Nella mia testa penso soltanto a dare tutto affinchè possa raggiungere il mio sogno: giocare con la prima squadra del River. Ho giocato da mediano centrale e da difensore poi sono rimasto a giocare dietro perchè esco palla al piede" continua lo stesso Mammana. L'esordio non-ufficiale con il River avviene l'11 gennaio del 2014 contro l'Estudiantes de La Plata nella Copa de Oro, uno dei tanti tornei di preparazione al campionato vero e proprio. Dovrà aspettare altri nove mesi, Mammana, per coronare il suo sogno: è il 9 ottobre, e l'Estadio San Juan del Bicentenario è lo scenario per il debutto di Emanuel nei quarti di finale della Copa Argentina. Il River perderà il match ai rigori, ma due mesi dopo conquisterà la Copa Sudamericana contro l'Atlético Nacional: Mammana, nella doppia finale, giocherà un'ora nel match d'andata e scriverà poi su Twitter: "Grazie Dio per questo momento che mi è toccato vivere, papà e mamma questo è per voi che da lassù mi date forza".

Perdere un genitore è una tragedia, perderli entrambi all'età di quindici anni è una mazzata dalla quale è difficile risalire. Eppure Mammana ci è riuscito, grazie all'aiuto delle persone più vicine, nonostante abbia passato dei momenti certamente infelici: "Dopo la morte di mio padre non volevo giocare più a calcio, però i miei compagni del River Plate, i dirigenti e la mia famiglia mi hanno aiutato molto ed è stato proprio questo a spingermi a tornare a fare ciò che più mi piace - rammenta Mammana l'anno scorso al sito ufficiale della FIFA in occasione del Mondiale Sub-20 -. In quel momento pensai a questa stupidaggine del mollare tutto, però poi mi venne in mente che avrei dovuto dare il meglio per dedicarlo a chi aveva dato tutto per me affinchè potessi essere qui. Io gioco tranquillo, pensando che tengo i miei due angeli che mi proteggeranno sempre". Doveva andare alla Fiorentina lo scorso gennaio: trasferimento andato in rovina, con accuse da una parte e dall'altra. Piace al direttore sportivo del Napoli Cristiano Giuntoli, chissà se il futuro di Emanuel Mammana sarà a tinte azzurre. Detto questo, scoprendo la sua storia non si può che augurargli il meglio: come si fa a non volergli bene?

PS: il destino ha voluto che Emanuel Mammana e Martin Demichelis fossero legati più di quanto, effettivamente, qualcuno possa aspettarsi. Il cammino è praticamente lo stesso, come racconta il sito agepeba.org. "Il River ha un 2 (il ruolo del centrale difensivo in Argentina) di grande qualità, come si chiama il ragazzo alto che gioca sempre?": Victor Hugo Morales, lo storico telecronista del gol di Maradona all'Inghilterra, lo chiede ai giornalisti presenti al Monumental nel 2000. Quel 'numero 2' era Demichelis. Nell'inverno del 2001, a 19 anni, Americo Gallego lo lanciò nella mischia contro l'Estudiantes de La Plata; poco più di dodici anni dopo, è toccato ad Emanuel Mammana. Mediani, difensori centrali, debuttanti con la stessa squadra. Tutto torna, insomma.

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