L'arte di vincere...

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<i>L'arte di vincere</i>...

di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85

L’esperienza di Rafa Benitez a Napoli si sta arricchendo ogni giorno di nuove parole, proverbi e tanto altro che resteranno per sempre legate all’avventura partenopea. Dopo il sin prisa sin pausa, Brian di Nazareth, il ci può stare, ecco che qualche tempo fa Rafa tirò fuori un detto spagnolo spiazzando ancora una volta la critica napoletana:  “Chi semina bene ad aprile, a maggio raccoglie”. In pochi hanno colto la ‘provocazione’ di Benitez  dato per spacciato dopo Lazio e Roma. Il Napoli corre, ma lo ha sempre fatto anche quando i risultati non gli hanno dato ragione. Le sconfitte partenopee sono state frutto più di un blocco piscologico e non di una crisi atletica. Il lavoro di Paco De Miguel ha sempre dato i suoi frutti. Le sue nuove metodologie di lavoro hanno sempre garantito una forma accettabile dei calciatori. D’altronde De Miguel è uno che proviene dal mondo della maratona e punta ad avere una preparazione fisica mirata a duarei nel tempo  dando poi  il colpo d’acceleratore proprio nei finali di stagione. Anche lo scorso anno, il Napoli diede il meglio nel rush finale staccando tutti al terzo posto.

TURNOVER SCIENTIFICO – Le scelte di formazione partorite da Benitez e lo staff, nascono da dati scientifici e non solo da scelte tecniche. Volendo toccare un argomento caro a De Laurentiis, Rafa sta facendo come nel film “Moneyball. L’arte di vincere”. La trama del film parla di un assistente allenatore di una squadra di baseball,  gli Oakland Athletics , che aiuta a vincere scegliendo metodi innovativi. Le sue metodologie per la scelta dei giocatori, viene aspramente criticata dalla proprietà prima e dai giornalisti poi. Più volte gli viene ripetuto che “Non si tiene in piedi una squadra  con un computer!”, ma il protagonista risponde a muso duro: Adattarsi o crepare”. Dopo un periodo di difficoltà, la squadra viene fuori vincendo grazie alle scelte scientifiche fatte dal database dell’assistente allenatore che smentisce tutti ed alla fine viene ringraziato.  Ritornando al Napoli, ogni calciatore viene schierato in base ad uno screening  fisico e tecnico aggiornato gara dopo gara, mettendo in luce i punti deboli e dove quell’atleta può ancora migliorare. E’ questo il valore aggiunto che lo staff di Benitez sta sfruttando da due anni con un database sempre aggiornato. Il Napoli finora ha disputato 51 partite in 4 competizioni (2 Champions League, 4 Coppa Italia, 32 serie A, 1 Supercoppa italiana  12 Europa League). Per mero dato statistico, vanno aggiunte anche le 5 amichevoli estive che però non fanno testo poiché la rosa non era al completo per via degli impegni mondiali.

ALTRO PROVERBIO – A dimostrazione dello spessore intellettuale di don Rafè, vogliamo ricordare un altro detto che disse in tempi non sospetti: “Nuotare tanto per poi arrivare morti alla spiaggia. Non è un mio modo di fare. Noi dobbiamo arrivare vivi”. Il saggio Benitez ha detto tutto con questa espressione. Pensare che dopo queste vittorie, c’è chi ancora mette in dubbio la professionalità dello staff dell’allenatore spagnolo reo di aver fatto una preparazione fisica non perfetta. Storie di pregiudizi e pettegolezzi da bar. La verità è che ora tutti vogliono la riconferma di Benitez, anche chi gli ha gettato fango (usiamo questo eufemismo) si sta ricredendo. Peccato non può dirlo per una questione d’orgoglio e di partito preso. Menomale che Rafa non è fesso.

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