ESCLUSIVA - Puzone: "Io, l'amico di Diego. Le bravate notturne e gli aneddoti del primo scudetto, mi ha fatto una promessa. Juve? Vinciamo 3-0"

Primo Piano fonte : di Fabio Cannavo, Dino Viola, Salvio Passante e Luca Cirillo
ESCLUSIVA - Puzone: Io, l'amico di Diego. Le bravate notturne e gli aneddoti del primo scudetto, mi ha fatto una promessa. Juve? Vinciamo 3-0

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"Datemi del tu. Diego lo ha sempre detto, i calciatori sono di proprietà della gente per sempre". Il Diego di cui parla Pietro Puzone è, ovviamente, Maradona. Amico inseparabile del Pibe de Oro, il talento di Acerra, ala destra del Napoli dello scudetto 1986-87, quello che, per intenderci, nella foto di gruppo era seduto in basso a destra con tanto di caschetto alla Nino D'Angelo, rompe il silenzio dopo oltre 25 anni, e lo fa in esclusiva ai microfoni di Calcionapoli24.it. Il ritorno a Napoli del Re calcistico di tutti i tifosi partenopei, ha risvegliato in lui la voglia di riaprire l'album dei ricordi. 

Da grande amico di Diego Armando Maradona, avrai vissuto tante serate insieme all'argentino. C'è un episodio che ricordi più degli altri?
"E' un'amicizia bella nel complesso. In particolare difficile parlare di un solo episodio, ce ne sono tanti. Andavamo spesso a mangiare a 'La Cantiella' e poi a ballare al 'Pinterrè'".

Tante voci e gossip su di voi. Le donne: era la vostra passione?
"Sì, ricordo che una volta andai a casa di Diego e c'era anche Ardiles con due ragazze. Restai per un po', poi non volevo mantenere nessuna candela e andai via".

Che persona era Diego dentro e fuori dal campo?
"In campo era un giocoliere unico, inutile aggiungere altro a quanto si è visto e ancora si può vedere. Fuori dal campo è sempre stato un gentiluomo, ci siamo divertiti tanto insieme. Un grande uomo, una generosità unica".

E il Pietro Puzone calciatore?
"Prima che arrivasse Maradona a Napoli ero uno dei calciatori più forti delle giovanili del Napoli. Ho debuttato con Rudi Krol, nel marzo dell'82. Perdevamo 2 a 0 col Cesena, Marchesi mi disse 'riscaldati', entrai in campo, riuscimmo a pareggiare, ma poi sprecai amaramente l'occasione del definitivo 3 a 2". 

Qual è la partita che più ti riporta a Diego?
"Ce ne sono due: la prima è quando andammo in ritiro a Vietri, eravamo in odore di retrocessione. Lui non era in buoni rapporti con Salvatore Bagni perchè non voleva svolgere il ritiro. La partita successiva vincemmo 4 a 3 contro l'Udinese di Vinicio a Napoli. Nel post gara Diego andò da Ferlaino e gli disse: 'O mi fai la squadra per vincere oppure come sono andato via da Barcellona, andrò via anche da qui'. A gennaio arrivò Bruno Giordano dalla Lazio. Nello stesso periodo organizzai un match di beneficenza ad Acerra per un ragazzo che doveva subire una difficile operazione al palato. Facemmo 20 milioni di incasso, il padre lo portò in Francia per operarsi, ma quando il figlio uscì dall'ospedale continuò a rubare purtroppo perchè non ce la faceva con le spese". 

Si raccontano tante 'bravate' fatte insieme...
"Una volta con la Ferrari di Diego andammo a Roma e correvamo a 240 km orari, la Polizia ci fermò, ma era solo perchè voleva l'autografo di Maradona". 

Anche tra Diego e Bruscolotti c'è molta amicizia.
"Loro legarono dopo rispetto a quanto Diego legò con me. Erano più grandi, Giuseppe era il capitano e fu subito amicizia tra loro. Uscivamo sempre insieme, con Carnevale e Giordano. Con la Ritmo rossa di Diego non ricordo quante multe abbiamo preso a via Orazio perchè dovevamo scappare dai tifosi che ci accerchiavano. In un altro episodio ricordo che andammo a mangiare carne argentina su una nave, ma a me la carne argentina non piace. Al porto erano molto fiscali, chiedevano i documenti ogni 10 metri. Nel ristorante dissi: "Diego, a me questa carne non piace, è dolce!". E così mentre mangiavamo mi chiese di avviarmi in discoteca, allo Chez Moi, e lui mi avrebbe raggiunto lì". 

Carlo Iuliano, solo un addetto stampa oppure rappresentava altro per voi?
"Un signore, non era un addetto stampa, ma un dirigente dalla A alla Z. Aveva a che fare con gli inglesi, i francesi e i tedeschi, faceva quasi tutto da solo. La sua scomparsa mi addolora molto". 

Ha mai coperto qualche 'marachella'? 
"(Ride, ndr). Quando mi vedeva con Maradona mi chiedeva con la sua voce inconfondibile: 'Dove sei andato?'".

Era difficile gestire Maradona all'interno della società?
"Non credo sia stato facile, difficile rispondere, non me ne occupavo io. Dico solo che una sera che andammo a cena fuori, Diego mi fermò e mi disse: 'Non ci dobbiamo vedere per un mese'. Io gli risposi: 'E perchè?'. E lui: "Devo allenarmi seriamente, devo andare a vincere il Mondiale in Messico'".

L'ultima volta che vi siete visti?
"L'ho incontrato lunedì, quando è venuto al ristorante di Bruscolotti. Era come se il tempo non fosse mai passato per noi, mi ha salutato così: "Pietro, come stai?", con una normalità assurda". 

Maradona è cambiato nel tempo?
"Adesso è maturato tantissimo. L'esperienza sulla panchina dell'Argentina e successivamente quella a Dubai l'ha responsabilizzato ancor di più".

Ricorda l'addio al calcio di Ciro Ferrara?
"Certo che si. E' stato bello rigiocare coi miei ex compagni. Quando a Diego gli chiesi se avesse giocato mi rispose: 'Non posso, mi fa male il ginocchio, ma il san Paolo è pieno per merito mio, non per l'addio al calcio di Ciro". Dopo la gara amichevole ci siamo recati all'Arenile di Bagnoli e abbiamo reicontrato anche tutta la squadra della Juventus, da Vialli, Ravanelli e Rampulla". 

Nel passato di Diego, purtroppo, c'è anche la maledetta droga.
"Lui non l'ha mai negato, ma adesso è un uomo pulito. Davanti a me non si è mai drogato. Ha perso molti anni della sua vita, ma ha pagato tutto sulla sua pelle". 

Italo Allodi, cosa ci racconta dell'uomo e del grande dirigente?
"Quando morì, Diego firmò un assegno in bianco e mi chiese di inserire la cifra che sarebbe servita alla famiglia Allodi. Eravamo a Montecatini quel pomeriggio, pareggiammo con l'Empoli 0 a 0. Italo era un signore, era il direttore che ha insegnato a tutti a fare i direttori, è stato lui a portare Pierpaolo Marino a Napoli. Negli anni successivi arrivò il 'maggiordomo' Luciano Moggi, comandava lui in tutto il mondo".

Quante foto ricordo con Diego conservi ancora? 
"Tante se le sono prese i miei amici che mi vengono a trovare, ma ricordo un mio compleanno clamoroso. Dovevamo giocare a Udine, io avevo la febbre alta e restai in albergo, poi ci dirigemmo al ristorante e fu una grandissima festa".

Si dicono tante cattiverie, una di queste circola da anni e racconta che uno dei mali di Diego Armando Maradona era l'amicizia con Pietro Puzone. Cosa risponde?
"La prima volta che sono stato con lui era a Genova, giocavamo contro la Sampdoria. Dopo la partita andammo a Roma, mi fece portare 56 milioni, girammo tutti i più bei locali della capitale. Andrea Carnevale all'epoca era fidanzato con Stephany, la valletta del Processo del Lunedì e io con la madre di mia figlia. Andai a pagare la suite, poi Diego mi chiese di aspettarlo al casello, dove c'erano le prostitute. Quei soldi intanto stavano per finire, ma lui mi rassicurava dicendomi: 'No problem!'. Io ho solo aiutato Maradona. Facevamo spesso tardi la sera, ci piaceva andare a ballare. All'epoca chi non giocava la domenica doveva allenarsi il lunedì mattina. Una volta facemmo le 5 del mattino, gli dissi: 'Diego, non ce la farei nemmeno a spogliarmi, sto a pezzi'. Lui mi incoraggiò ad andare al campo, c'era Castellini che ci allenava e dopo un giro di campo, mi guardò negli occhi e mi mandò a spogliarmi". 

Come nacque la vostra amicizia?
"Era l'84, andammo in ritiro a Castel del Piano , c'era Marchesi in panchina. Diego andava spesso in una trasmissione a Teleoggi condotta da Antonio Corbo. Fu lì che dichiarò: 'Il mio migliore amico? Pietro Puzone'. Iniziammo così a frequentarci".

Lei è mai stato in Argentina? 
"Sì, quando s'è sposato. fu una festa eccezionale, organizzò un aereo per tutti noi giocatori".

Come è proseguita la tua carriera dopo il Napoli?
"Quando il Napoli acquistò Ciro Muro, mi chiamò Franco Scoglio con l'Akragas di Agrigento. Segnai 15 gol tra Coppa Italia a campionato. Giocava con me Bordin, Pazzagli e Pioli (attuale allenatore del Bologna). Il mio compagno d'attacco era Antonio De Vitis".

Nel tuo curriculum anche un ruolo da attore nel film di Nino D'Angelo 'I Ragazzi della Curva B'.
"Siamo tutt'ora amici con Nino, fu molto divertente quell'esperienza. Ricordo che in quell'occasione rinunciammo ai soldi, ma Nino D'Angelo ci disse di andare da Barbaro alla Galleria UMberto e scegliere i vestiti che volevamo. Ne prendemmo così tanti che Nino ci disse 'Era meglio se vi pagavao'  ride, ndr".

A cinquant'anni qual è il tuo sogno?
"Ho una figlia che studia, le auguro il meglio. Il mio sogno è semplice, di stare sempre bene. Non mi manca quasi niente e spero di seguire il consiglio di Diego che mi diceva: 'Nella vita divertiti e fai divertire la gente'"

Napoli-Juve come finirà?
"Diego mi aveva promesso che sarebbe restato a Napoli per la partita, poi ha avuto un'impegno a Madrid per uno sponsor. Tornerà presto. Vincerà il Napoli 3 a 0, ma poi sarà comunque vincere lo scudetto".

Si vocifera di un possibile addio di Mazzarri. C'è un allenatore che vedresti bene sulla panchina del Napoli?
"Si, un mio vecchio compagno di squadra allo Spezia. Si tratta di Luciano Spalletti che, però, oggi guadagna oltre 4,5 milioni di euro".

Salvatore Bagni e Diego Maradona, che rapporto li lega?
"Bagni è l'uomo di fiducia di Diego in Italia, nonostante abbiano litigato diverse volte".

Com'era Maradona in allenamento?
"Si allenava da solo in palestra con Ferrara e Signorini. La mattina si svegliava con calma. Una sera, dopo una lunga cena, tornammo a casa. L'indomani non ci presentammo a Soccavo, mi chiamò Ottavo Bianchi che mi disse: 'Tu sei amico di Diego, devi evitare di fargli fare le nottate!'. Da quel momento Bianchi non mi considerò più. Dopo aver vinto la Coppa Uefa, Ferlaino gli promise che l'avrebbe venduto al Marsiglia di Tapie per 25 miliardi. Il presidente non mantenne la promessa e da lì in poi Diego si faceva vedere agli allenamenti solo quando decideva lui".

Oltre Maradona, chi erano i compagni di scherzi di Puzone?
"Sono stato molto amico di Carnevale e ancora adesso lo sono. Eravamo compagni di stanza. Una sera a Brescia mi chiese di dormire da solo, forse s'era innamorato. 'Parcheggiava' la sua fidanzata da una parte, per andare dalla Perego".

L'Inizio della tua carriera...
"Giocavo con la Pietro Carmignani, un giorno un osservatore calabrese mi selezionò per il Napoli, feci il provino, segnai due gol e passai con gli azzurri. Ho fatto tutta la trafila nelle giovanili del Napoli, ma giocavo spesso con i più grandi. Arrivai in Primavera. sfidai la Fiorentina di Di Gennaro e il Verona di Bruno. Con me giocavano Cascione, Borriello e Musella. Dopo una vittoria a Firenze mi misi a cantare a squarciagola nel pullman e Mario Corso, allenatore, mi disse: "Tu domani non vieni a fare allenamento'".

Un errore che non rifaresti
"A Fiuggi, quando ero in Primavera, mi piaceva una ragazza che vedevo spesso sugli spalti e sapevo che alloggiava nel nostro hotel. Una sera provai a chiamarla, ma a rispondere fu Corso, l'allenatore, controllava tutto. Il giorno dopo mi disse: 'Fatti la valigia e vattene!'. I miei genitori mi chiesero il motivo del mio ritorno, ma io mentii e parlai di uno stiramento. Dopo un po' di tempo tornai in squadra ma prima di affrontare il Palermo Primavera, Corso mi disse: 'Se non vinci la partita da solo oggi, per me sei fuori definitivamente'. Vincemmo 4 a 1, due gol io e due De Vitis, poi passai in prima squadra con mister Marchesi". 

Come mai non ha avuto una carriera adeguata alle qualità tecniche di cui molti hanno parlato?
"'A capa mia nun è mai stata bbona. Se avessi avuto la testa che ho oggi sarei arrivato molto più in alto".

Qual era la tua posizione preferita in campo?
"L'ala destra, mi piaceva mettere cross precisi per la testa degli attaccanti. In casa giocavo anche da seconda punta, le mie qualità tecniche erano eccellenti".

Qual è il calciatore attuale che più ti assomiglia?
"Lamela ricorda il vero Puzone, ma il mio idolo è sempre stato Bruno Conti".

La nuova società s'è distaccata dal passato. E' un limite?
"Ogni presidente sceglie i protagonisti che preferisce, inutile dire se è sbagliato o meno, contano i risultati, e quelli che sta ottenendo De Laurentiis non mi sembrano negativi".

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