Bucchioni: "De Laurentiis è partito dalla C come Della Valle, ma gli è superiore: i motivi..."

Notizie fonte : Enzo Bucchioni per FirenzeViola.ot
Bucchioni: De Laurentiis è partito dalla C come Della Valle, ma gli è superiore: i motivi...

La coppa Italia era uno degli obiettivi stagionali, uno di quei famosi trofei che Della Valle insegue inutilmente da quindici anni e, purtroppo, ancora una volta è svanito. Peccato. Resta la parziale soddisfazione per aver visto una buona Fiorentina che se l’è giocata e non manca il rammarico per alcune situazioni gestite male e qualche scelta dell’allenatore che non ho capito. Perché fuori Borja Valero? Perché Tomovic a guidare la difesa? Non si poteva raddoppiare su Insigne? Il Napoli gioca sempre così e Sousa non doveva lasciare solo Sanchez da quelle parti. Comunque il Napoli è più forte della Fiorentina e si sapeva anche questo. E allora mi sono fatto questa domanda: perché è più forte?

Anche De Laurentiis ha preso il Napoli in C2. Anche De Laurentiis non investe grandi cifre, anzi. Anche il Napoli, come la Fiorentina, non è in cima alla classifica dei diritti televisivi e non fattura cifre tali da consentire, sulla carta, grandi acquisti e grandi ingaggi. Fra le due società ballano una ventina di milioni a vantaggio del Napoli e proprio in quei milioni sta la differenza sia nei diritti televisivi che, di conseguenza, dei fatturati. Non un abisso.

Sul campo, però, il Napoli è molto più forte. Ha un organico nettamente superiore alla Fiorentina come valore di mercato, come valore tecnico ed è anche più giovane come età. Il bilancio del Napoli da due anni è in rosso, ma un rosso meno vivo (qualche milione) rispetto a quello dei viola. La conclusione da trarre a questo punto è una sola: De Laurentiis è stato più bravo dei Della Valle. Di sicuro dei Della Valle dell’ultimo periodo. E questo è quello che deve preoccupare e che, da qualche mese, non mi torna.

Una volta anche i Della Valle facevano più o meno quello che continua a fare oggi De Laurentiis, vale a dire operazioni calcisticamente corrette. La vendita di alcuni giocatori per fare plusvalenza, la capacità di andare a reinvestire, il coraggio di rischiare anche andando a spendere per qualche operazione costosa. Si chiama fare impresa. E la Fiorentina non lo fa più. Una volta sì, quando arrivavano Mutu, Gilardino, Toni, Frey, Pazzini, Melo, Vargas: la lista è lunghissima. Quelle erano squadre straordinarie. All’epoca Adv arrivava a spendere perfino otto milioni per il giovanissimo Jovetic, sconosciuto ai più.

Le stesse cose ha fatto De Laurentiis nel tempo vendendo Lavezzi, Cavani e Higuain, andando poi a reinvestire. La Fiorentina ha smesso. L’ultimo grande colpo è stato Mario Gomez nel 2013. Esperienza sfortunata, d’accordo, ma da allora la Fiorentina si è fermata sul piccolo cabotaggio, solo ritocchi, giocatori mediocri, prestiti e roba del genere. Una situazione decisamente preoccupante. E’ chiaro che andando avanti così non c’è futuro radioso, ma solo mediocrità.

Da un anno non si fa mercato, né in entrata né in uscita, salvo Alonso. A gennaio dell’anno scorso è stata buttata via (cinque prestiti disastrosi più Zarate low cost) l’occasione di andare in Champions. In estate solo prestiti con diritti vari di riscatto per giocatori di seconda e terza fascia. Ad oggi è arrivato Sportiello (anche lui prestito con riscatto fino al 2018) più due giovani del Bari che qualcuno comincia già a celebrare, ma sui quali invito a una logica cautela. Magari fossero davvero dei giocatori importanti…è il mio commento. Ma quanti ne abbiamo visti di acquisti di questo tipo? Le chiamano Corvinate, a volte riescono altre no: nessuno fa miracoli. Pensate a Toledo…. Per fare le squadre servono idee, ma soprattutto soldi.

Restando al Napoli, ma solo per fare un raffronto, in questo stesso mercato De Laurentiis con una squadra ultra-competitiva, ha speso quindici milioni per Pavoletti per dare una alternativa in più a Sarri. Se lo può permettere solo per quei venti milioni in più di fatturato? La risposta è no. Il Napoli fa cose calcistiche, investe, rischia, vende, ma spende. La Fiorentina, per esempio, non poteva prendere Diawara dal Bologna? O Hysay dall’Empoli? Per non parlare di Zielinsky. Sono troppo cari? Allora prendiamo Cristoforo a tre milioni o Salcedo a sei: i risultati si vedono. L’estate scorsa andavano venduti alcuni che avevano mercato (Ilicic su tutti) con i soldi reinvestiti su giocatori veri. 

Ma anche la storia Kalinic è un autogol. La proposta cinese è arrivata prima di Natale, la trattativa andava chiusa in tre giorni, altro che clausola. E il giocatore sarebbe andato. Con quaranta milioni si potevano ricomprare tre-quattro giocatori di prima fascia, la Fiorentina ne sarebbe uscita rafforzata. La storia però non è chiusa. Dalla Cina rimbalzano nuove notizie, Cannavaro starebbero pensando di rilanciare, i cinesi non amano le beffe e i no. Pagheranno i cinquanta milioni della clausola? Ci stanno pensando. Forse si troveranno, magari l'ultimo giorno di mercato per inguaiare la Fiorentina che fino ad oggi ha fatto resistenza. E il giocatore a quel punto sarebbe autorizzato a dire sì, potrebbe fare un'altra virata di 360 gradi dopo mille ripensamenti, di fronte a 15 milioni di ingaggio. 

Se dovesse finire così, spero i soldi vengano reinvestiti nel modo giusto, se non ora a giugno. Questo fa De Laurentiis (poi non ne parlo più),  ma non solo lui. Questo si dovrebbe fare quando non si hanno risorse proprie da mettere sul mercato. Faccio questa analisi, metto le mani avanti, nell’interesse della Fiorentina e di Firenze, perché da oltre un anno continuo a temere che sia in atto un pesante ridimensionamento e Corvino sia stato preso per vendere gli esuberi (bravo, l’anno corso ne ha ceduti trenta) e comprare giovani speranze o poco più, sperando appunto nelle Corvinate.

Se questo è il programma, giovani della Primavera (per fortuna sono esplosi Bernardeschi e Chiesa) e giovani italiani (spero non solo del Bari) c’è da essere ancora più preoccupati. I giovani sono una bella risorsa e belle idee, ma ci vuole anche tanta fortuna e  le squadre di soli giovani le possono fare l’Empoli (con tutto il rispetto) o l’Atalanta. La Fiorentina deve avere altre ambizioni. Fra l’altro, se non si prova ad alzare il monte ingaggi, anche i giovani bravi prima o poi chiederanno d’andare nelle squadre che li pagano di più. Non vedo chiarezza. Mi sembra ormai certo, invece, che Ddv ha deciso di chiudere i rubinetti, ha dato l’ordine di non spendere più per il calcio.

L’ultima cosa sulla quale riflettere è la cessione di Zarate. Sono stati recuperati i soldi spesi un anno fa, si è risparmiato un ingaggio pesante e si è andati a prendere due giocatori della Primavera del Bari. Zarate, invece, andrebbe sostituito. In attacco ora restano soltanto Kalinic e Babacar, il campionato è lungo, la Fiorentina deve rientrare in corsa per il sesto posto. E poi c’è l’Europa League. Spero non si resti con una casella vuota. Un problema è anche Tello, da tempo avevo suggerito di restituirlo al Barcellona per reinvestire su qualche altro più utile, ma fa più comodo stare fermi, sfruttando un prestito.

Spero che questo immobilismo sia anche legato alla vicenda stadio. Spero che i Della Valle tornino ad investire quando avranno in mano i permessi per costruire lo stadio e gli altri 87mila metri cubi di cemento che sono un bel business, altrimenti il futuro sarà da mezza classifica.

Fra l’altro non capisco i ritardi. Il plastico (non il progetto che è un’altra roba) doveva essere presentato prima di Natale, poi entro gennaio: siamo già quasi alla fine del mese e non se ne parla. Caso mai il plastico fatevelo prestare da Bruno Vespa Quello che sta succedendo, Sousa l’aveva capito da tempo. Io l’ho sempre accusato per le sue esternazioni inopportune, certe cose non vanno dette in pubblico, le critiche alla società non sono consentite, ma purtroppo la sostanza è quella: non c’è voglia di crescere.

Lui invece ce l’ha e l’altra sera, per la prima volta, ha detto chiaro che andrà via. La Juve? Non è sicuro, andrà in una squadra dove potrà crescere personalmente e alimentare le sue ambizioni. Spagna? Inghilterra? Germania? Vedremo. Non piango, naturalmente. Sousa è di sicuro un buon allenatore, ama un calcio evoluto, forse ha chiesto troppo a questa squadra che non è il Barcellona, ha rotto con la proprietà ed è stato tutto più difficile. Arriverà un aziendalista capace di far gruppo e di far rendere tutti al massimo, i giovani in particolare, senza chiedere dei campioni. Farà la frittata con le uova che gli daranno, per dirlo alla Sousa. Il problema sarà vedere che uova saranno…Spero di sbagliare, spero che a luglio si torni a fare un gran mercato e una grande squadra, ma oggi le premesse non ci sono e i segnali (purtroppo) tutti negativi.

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