Vieira: "Sarri è un maestro, che bellissima persona! Col suo Napoli non mi annoio, contro la Juve è mancato solo il gol: è la strada giusta per vincere"

Le Interviste  
Vieira: Sarri è un maestro, che bellissima persona! Col suo Napoli non mi annoio, contro la Juve è mancato solo il gol: è la strada giusta per vincere

Patrick Vieira, campione francese ex Milan, Arsenal, Juventus e Inter, è stato nella giornata di ieri ospite del Napoli a Castel Volturno, dove ha assistito all'allenamento degli azzurri e scherzato con i calciatori negli spogliatoi, oltre ad aver pranzato con lo staff della società. Il centrocampista ha rilasciato una lunga intervista all'edizione odierna di Repubblica, ecco le sue dichiarazioni: 

«Ammiro Maurizio Sarri e sono qui per conoscerlo: lo ritengo un maestro, più che un collega. Abbiamo la stessa visione del calcio, anche se io ho da poco iniziato la mia nuova carriera in panchina».

Dagli States a Castel Volturno: è valsa la pena fare un viaggio così lungo?

«Certo, ho avuto la possibilità di incontrare una bellissima persona e di vedere come lavora Sarri da vicino. Hanno ragione a definirlo un maestro, ma di questo mi ero già fatto un’idea chiara davanti alla tv, vedendo come gioca il suo Napoli».

Cosa le piace di più di lui?

«Abbina organizzazione ed effetti speciali. Quando guardo una partita, da spettatore, la mia prima aspirazione è divertirmi. Preferisco un 3-2 a una vittoria per 1-0, al termine di 90’ in cui mi sono annoiato. Con il Napoli non mi capita».

Per questo è venuto a studiare il Napoli di Sarri?

«Certo: con Maurizio ho pranzato e abbiamo fatto un’utile chiacchierata, trovandoci in sintonia su molti punti. Anche a me piace il calcio propositivo, votato all’attacco e gradevole per chi lo guarda. Lo pensavo da giocatore e ancora di più da tecnico, adesso».

Da calciatore le piaceva anche vincere, però…

«E chi dice che le due cose siano inconciliabili? Il Napoli è sulla strada giusta per vincere e mi intriga che ci stia provando a modo suo: senza compromessi».

La serie A non l’ha persa di vista, allora…

«La seguo, se ne vale la pena. Quest’anno un po’ di più: il campionato italiano è aperto e la concorrenza per la Juve è aumentata, grazie a Inter, Roma e Napoli. Ho visto la sfida tra bianconeri e azzurri: a Sarri è mancato solo il gol».

E a lei l’Italia manca, Vieira?

«Mi mancherà ai Mondiali, come a tutti gli amanti del calcio. L’eliminazione degli azzurri è stata una catastrofe sportiva, non una sconfitta sul campo. Tutto il movimento si dovrà porre delle domande per capire come sia stato possibile».

Da fuori che idea s’è fatto?

«Manco da un po’, dall’Italia: ma non credo che siano state risolte le problematiche relative agli impianti e ai settori giovanili. Il calcio fa parte della cultura di un paese e ne rappresenta lo specchio. Il vostro ora si è scheggiato, fino all’uscita dai Mondiali».

Con Koulibaly, francosenegalese come lei, avete parlato del razzismo negli stadi italiani?

«C’era ai miei tempi e purtroppo il razzismo esiste ancora, in Italia e non. Ma è una mancanza di educazione che parte dalla società e poi fa danni anche negli stadi, non il contrario. Ognuno dovrà fare la sua parte, sperando che il futuro sia migliore”.

Negli Stati Uniti come se la passa, Vieira?

«C’è una cultura sportiva differente: meno influenzata dall’importanza del risultato. Vincere non è l’unica cosa che conta, come qui in Italia. C’è più spazio per l’allegria, in campo e tra i tifosi. Il calcio deve sgomitare con i giganti di basket, baseball, football americano, hockey. Ma campioni come Lampard, Villa e Pirlo, nonostante l’eliminazione dai Mondiali degli Stati Uniti, hanno tracciato la strada per un futuro più ambizioso. Con la bellezza s’arriva lontano».

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