Varriale: "La società Napoli oggi è più forte della Juve per tre motivi"

Le Interviste  
Varriale: La società Napoli oggi è più forte della Juve per tre motivi

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Enrico Varriale, giornalista Rai. Di seguito, un estratto dell'intervista. 
 
Direttore, l’Inter ha perso la finale di Champions League con una sconfitta che, per proporzioni, possiamo dire fosse assolutamente imprevedibile? 
Sì, credo che nessuno potesse immaginare uno scarto di cinque reti. Io, ad esempio, vedevo il Paris Saint-Germain leggermente favorito per qualità di centrocampo e attacco, però l’Inter aveva tutte le carte in regola per giocarsela alla pari, forte anche di una maggiore esperienza e solidità, oltre a quella capacità di far male da palla inattiva dimostrata per tutta la stagione. E invece, dopo un avvio in cui sembrava potesse addirittura portarsi in vantaggio, è bastato poco perché la partita cambiasse completamente. Ecco, ora siamo nei giorni in cui tutti cercano di spiegare cos’è successo. A mio avviso, ancora una volta si è visto quanto possa incidere un allenatore. Luis Enrique è, prima di tutto, un uomo, e poi un allenatore di grandissimo spessore. Lo ha dimostrato ovunque: con il Barcellona, con la Spagna e ora anche con questo PSG, col quale – secondo me – ha fatto un vero e proprio capolavoro. Non a caso ha vinto la Ligue 1 e la Champions. C’è un giocatore che, più di tutti, fotografa questa trasformazione: Dembélé. Un calciatore che spesso veniva visto dagli allenatori quasi come una croce, uno che per giocare sembrava dovesse avere due palloni a disposizione, uno per sé e uno per gli altri dieci. E invece ha fatto una partita pazzesca. Ha rinunciato alla vetrina personale – e sappiamo bene quanto per i grandi campioni sia importante segnare in una finale – per dedicarsi totalmente alla squadra. È stato lui, praticamente da solo, a impedire all’Inter di iniziare l’azione. Pressava ovunque, a partire da Sommer, senza risparmiarsi mai. È stato il migliore in campo. Ecco, questo è il merito di Luis Enrique: ha trasformato un talento anarchico in un calciatore funzionale, senza togliergli le sue qualità straordinarie. E se Dembélé continua così, per me sarà uno dei grandi candidati al Pallone d’Oro.” 
 
E ora, direttore, quale futuro per l’Inter? Inzaghi continuerà? 
“Al momento, il futuro di Inzaghi è incerto. Ti dirò: una cosa non mi è piaciuta. Alla vigilia della finale ha ammesso di avere diverse offerte, in particolare dall’Arabia Saudita. Secondo me non è il modo migliore per approcciare una partita così delicata. Io penso che Inzaghi sia un ottimo tecnico, ma mettere in discussione il futuro prima della finale è stato un errore. In tre anni ha portato l’Inter due volte in finale di Champions, ha vinto lo Scudetto e altre coppe. Magari non ha vinto tutto, ma ha sempre lottato fino alla fine. Non può essere messo in discussione. Però la gestione della finale – sia prima che durante – non è stata all’altezza del suo valore. Questo, secondo me, potrebbe pesare nella testa della società e, soprattutto, in quella dell’allenatore stesso. L’Inter ha molti giocatori avanti con l’età, ha bisogno di rinnovare, e una sconfitta così pesante lascia il segno. Inzaghi potrebbe anche essere arrivato alla fine del suo ciclo. Oggi, se dovessi dirti la mia, ti direi che è più probabile che vada via piuttosto che restare. Poi, nel calcio tutto può cambiare in fretta. Guarda il Napoli: tutti davano Conte per fatto alla Juve, e invece lui ha scelto Napoli. Perché? Perché ha scelto la società più forte, più stabile. Quella che, un anno fa, gli aveva dato fiducia quando la Juve lo avrebbe potuto prendere e non l’ha fatto.” 
 
Quindi, direttore, mi sta dicendo che oggi il Napoli è una società più forte della Juventus? 
“Lo sto dicendo io e lo dicono i fatti. La Juve non ha incassato solo il no di Conte, ma anche quello di Gasperini. Allenatori di primissima fascia che, evidentemente, vedono un po’ di confusione a Torino. Il Napoli, invece, ha fatto capire di essere una società forte a partire da De Laurentiis che ha ammesso gli errori dello scorso anno, ha fatto un passo indietro e ha scelto l’allenatore migliore sul mercato, lasciandogli pieni poteri tecnici. E si è limitato anche nelle sue uscite pubbliche, che spesso erano fonte di polemiche. Anche quando Conte ha fatto trapelare un po’ di malumore per il mercato di gennaio, De Laurentiis è rimasto in silenzio. Questo significa maturità. Il Napoli, inoltre, ha investito 150 milioni lo scorso anno e potrà farlo anche nella prossima estate. È una delle pochissime società italiane con i conti in ordine. E con un allenatore esigente, certo, ma che il Napoli ha dimostrato di potersi permettere, eccome. Ti ricordi i colleghi che dicevano che Conte e De Laurentiis non potevano convivere? E invece eccoli lì, insieme, a costruire un progetto. Non è detto che spendere sul mercato ti faccia vincere, ma intanto parti con idee chiare. E oggi il Napoli, rispetto a Juventus, Milan, Roma, Lazio e Inter, ha più continuità tecnica e una progettualità definita. Questo è un vantaggio enorme.” 
 
Possiamo dire, dunque, che Aurelio De Laurentiis abbia cambiato il vento del calcio italiano? 
“Sì, assolutamente. Oggi non sono più solo Inter, Milan e Juventus a contendersi lo Scudetto. Napoli ha dimostrato di poter stare al passo e anche oltre. Poi è chiaro, molto dipenderà dal mercato. Vedremo come si presenteranno ai nastri di partenza. Ma intanto, sul piano tecnico, la continuità paga. Ricominciare ogni volta da capo è complicato. Con l’arrivo di Conte, De Laurentiis ha anche modificato la sua strategia: non solo più giovani da valorizzare, ma anche giocatori esperti. Prendere un Lukaku a oltre 30 milioni, con un contratto triennale, era impensabile fino a poco fa. E ora sembra in dirittura d’arrivo anche la trattativa per De Bruyne, profilo internazionale svincolato, ma con un ingaggio da top mondiale. Sono operazioni che fanno sognare i tifosi. Ecco, questo per me è il punto: il Napoli ha un progetto solido, sostenibile, ambizioso. E la vera sfida ora sarà fare bene anche in Europa, perché Conte, nei tornei internazionali, finora ha avuto meno fortuna rispetto ai campionati. Vedremo se con la squadra che costruiranno lui e Manna riusciranno a essere competitivi anche in Champions League.” 
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