Cronache, Altamura: "Conte dice no alla Juve: scelta per ambizione e solidità economica"

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Cronache, Altamura: Conte dice no alla Juve: scelta per ambizione e solidità economica

A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Marcello Altamura, giornalista di Cronache di Napoli. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Un Napoli che vince due scudetti in tre anni, che riesce a blindare Conte nonostante la corte serrata della Juventus, è un Napoli che sta davvero cambiando il vento nel calcio italiano? “Sì, assolutamente sì. In questo momento, con un panorama di big in totale ricostruzione, sia tecnica che economica, il Napoli rappresenta una certezza. Lo dimostra il fatto che Conte abbia scelto di restare a Napoli, rinunciando di fatto a tornare alla Juve. La sua è stata una valutazione sicuramente sportiva, ma anche economica. Abbiamo sempre detto che il richiamo della Juve fosse fortissimo, ma Conte sapeva bene che l’unica squadra in grado di fare un mercato come lo intende lui — quindi con giocatori importanti e spese rilevanti — fosse il Napoli. Alla fine è rimasto, con reciproca soddisfazione delle parti. Ovviamente, questa è la valutazione di oggi, poi le cose possono cambiare, ma ad oggi il Napoli, nel panorama del campionato italiano che verrà, parte assolutamente in pole position per vincere un altro scudetto.”

Mi permetta di tornare su una frase che ha appena pronunciato: Conte sceglie il Napoli anche per la solidità economica?Sì, credo proprio di sì. Lui ha fatto una valutazione oggettiva: se fosse tornato alla Juventus, avrebbe trovato una situazione completamente diversa rispetto a quella che aveva lasciato. La Juve di oggi non ha quella solidità economica di un tempo, e ci sarebbe stata anche una pressione molto più alta. Sai benissimo che tutti si sarebbero aspettati una Juve subito competitiva per lo scudetto. E invece, con una rosa non da top club e con una Champions da gestire, sarebbe stato tutto più complicato. Quindi sì, la sua è stata una scelta anche economica. Oggi il Napoli, tra le big, è probabilmente la società più solida in Italia.”

Qual è il suo parere in merito a quanto emerso dal servizio di Report di qualche giorno fa? Secondo lei, esistono ancora due pesi e due misure nel calcio italiano? “Purtroppo sì. Perché quando hai a che fare con club — anzi, ormai dovremmo chiamarli brand — come Inter o Juventus, ci pensi due volte prima di calare la mannaia per una situazione debitoria. Parliamo di realtà con un’enorme forza commerciale. Guardando il bellissimo e documentatissimo servizio di Daniele Autieri su Report, mi sono fatto questa idea: se quello che accadde al Napoli nel 2004 fosse accaduto nel 2024, non so se i vertici del calcio italiano avrebbero preso la stessa decisione. Oggi le grandi società non sono più solo club, ma brand, e dietro a quel concetto c’è tutto un mondo: sponsor, marketing, immagine. Dire ‘li escludo dal campionato e li faccio ripartire dai dilettanti’ significherebbe creare uno tsunami economico. Le regole dovrebbero essere applicate in modo equo, ma credo che per i grandi club si continueranno sempre a fare eccezioni.”

Il rinnovo di Alex Meret è da intendersi come un atto per trattenerlo o piuttosto come propedeutico a una futura cessione? “Bella domanda. Secondo me è propedeutico alla permanenza. Non ho notizie dirette, ma faccio una riflessione logica: se Meret avesse avuto offerte importanti, forse sarebbe stato più semplice per il suo entourage dire al Napoli ‘non rinnoviamo e andiamo via a parametro zero’. A parametro zero, Meret sarebbe stato un’occasione ghiottissima per molti club: è nel giro della Nazionale, ha esperienza internazionale, ha vinto. Invece ha rinnovato: ora è legato al Napoli con un contratto lungo, quindi eventuali acquirenti dovrebbero trattare con il club. Poi per carità, nel mercato tutto può succedere, ma io faccio fatica a leggere questo rinnovo come propedeutico a una cessione. Contratto a parte, non ci sono molti portieri più forti di Meret, in giro. Lo stesso Donnarumma, che oggi viene giustamente idolatrato, qualche mese fa veniva aspramente criticato dai tifosi del Psg. Purtroppo questo è il mestiere del portiere: nessuno è scevro da errori.”

Si fanno tanti nomi di attaccanti in ottica Napoli: alcuni quasi irraggiungibili, come Viktor Gyökeres, altri sembravano a un passo, come Jonathan David, ma poi il Napoli ha rallentato. In base alle informazioni in suo possesso, chi sarà il centravanti della prossima stagione? “Da quello che so, il Napoli aveva praticamente chiuso per Jonathan David, ma poi ha rallentato. Questa frenata è il frutto di una riflessione: David è un attaccante che può giocare accanto a Lukaku, perché in realtà è una seconda punta, molto diversa per caratteristiche tecniche. Conte però vuole anche un centravanti che possa essere un’alternativa vera a Lukaku. Perché con 32 anni e 60 partite da giocare, non può disputarle tutte. Va gestito. Il Napoli vuole quindi un attaccante importante. Gyökeres ha una clausola da 80 milioni con lo Sporting Lisbona. Però il Napoli potrebbe vendere Osimhen a 75, quindi una riflessione ce la fa. Parliamo di un giocatore di peso, che ha avuto un brutto infortunio ma ne è uscito alla grande. Certo, bisogna testarlo fuori dal Portogallo, ma è un profilo di livello. Altri nomi accostati al Napoli, come Lucca o Bonny, secondo me sono più funzionali a sostituire Simeone, non Lukaku. Sono soluzioni da ‘panchina di lusso’, non da titolari. Lo svedese, invece, è uno per cui il Napoli sta davvero facendo un pensiero.”

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