A Radio Goal, su Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto il vice presidente della UEFA Giancarlo Abete, rilasciando alcune dichiarazioni: "Tutti dovremmo puntare a rendere il calcio più pulito e sereno, il ruolo di un dirigente è diverso da quello dei calciatori o dei giornalisti ma bisognerebbe portare gioia ai tifosi. Si sprecano energie dal punto di vista psicologico, poi magari in altri impegni internazionali ci manca la lucidità. Il calcio è fatto di emozioni e di tifo, alcune volte anche dalla logica campanilistica che va sopportata nei limiti senza tensione. Oggi mancano sette giornate e i tempi di recupero diminuiscono. Squadre italiane fuori dall'Europa? Dopo 15 anni abbiamo il peggior risultato, ma l'anno scorso è andato meglio con Napoli e Fiorentina in semifinale di Europa League e la Juventus in finale di Champions League: la ripresa è stata significativa ma dobbiamo puntare sulla continuità, cercando di aumentare il numero delle squadre nella massima competizione europea. Proteste arbitrali e due pesi e due misure? Non dobbiamo pensar male, anche se non lo si può impedire: possono esistere critiche ed errori nelle valutazioni condivisibili o meno, l'AIA oggi è molto autonoma e designa i propri responsabili. Dobbiamo sempre ricordare che l'Italia ha sempre avuto riconosciuto il massimo numero di arbitri internazionali. C'è una dimensione di valutazione che sarà sempre diversa da uno all'altro. Euro2016? Sarà un Europeo diverso, non solo per il maggior numero di squadre, su Conte dico che ha lavorato bene nonostante sia uno che vuole essere un allenatore e non un selezionatore. Le anticipazioni del Giudice Sportivo? Si può dare una sorta di valutazione, noi sappiamo che determinati fatti salvo situazioni eccezionali determinano l'applicazione di una certa sanzione. Non deve esserci il referto arbitrale, che dev'essere collegato a situazioni di massima riservatezza. Non ho mai visto referti arbitrali prima della decisione del Giudice Sportivo, tante volte sono queste le situazioni che possono determinare letture e culture che nel nostro calcio non dovrebbero esserci: è una anomalia l'anticipazione".