Sconcerti: "Conte quest'anno ha toppato alla grande: mai visto uno così sfacciato"

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Sconcerti: Conte quest'anno ha toppato alla grande: mai visto uno così sfacciato

News calcio, Sconcerti parla dell'Inter e di Conte

Ultime calcio Napoli - Mario Sconcerti è intervenuto in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, cominciando dalle difficoltà di inserimento di Eriksen nell'Inter di Conte: "Vidal non era in vendita, per cui c'è poco da fare... Ci sono tanti giocatori da 8 e altri da 10, Eriksen è tra i primi e credo possa essere impiegato meglio, anche se non basterebbe a far cambiare l'Inter. Fa parte della fase molto confusa che c'è in società tra parte dirigenziale e tecnica, in sintesi tra Marotta-Ausilio e Conte. Oppure Oriali o chi scrisse la famosa mail sbagliando indirizzo e recapitandola direttamente all'Inter".

Sconcerti

Ma Conte può essere messo in discussione a fine stagione?
"Sarebbe clamoroso, anche perché licenziarlo costa un pacco di soldi, avendo altri due anni di contratto a 11 milioni netti, una storia da 40-50 milioni. Mi sembra chiaro che il lavoro di quest'anno sia andato bruciato: sia per i risultati, sia perché lo stesso Conte più volte ha sottolineato che questa non è la sua squadra. Non credo avrebbe troppa voglia di continuare così".

Lei da che parte sta in questa diatriba?
"Penso che Conte questa stagione l'abbia toppata di brutto. Se una classe non rende, la colpa la dai al maestro. Alla fine, rimangono tante polemiche e molti giocatori non valorizzati. Credo che la società l'abbia supportato in tutto e per tutto, non rispondendo mai alle provocazioni di Conte che non aveva i giocatori che voleva. Io seguo il calcio da tanto tempo, e una sfacciataggine come la sua non l'ho mai vista. Più in generale penso che squadre vincenti non ce ne siano in questo campionato, a partire dalla Juve: vedo tante splendide squadre perdenti, forse per la prima volta nessuno merita di vincere il campionato per quanto ha convinto e dominato. Di squadre perfette ho visto solo la Lazio a tratti e l'Atalanta, che comunque in autunno, quando doveva gestire la Champions, ha perso varie partite di fila. Pure la Roma al quinto posto mi sembra fragile, il Napoli sesto e il Milan settimo non mi sembrano complete. Da lì poi si va sulla media borghesia del campionato, magari penso al Sassuolo ma non si può mettere a paragone".

Perché vince la Juventus?
"Per una somma di cose. Cristiano Ronaldo dà e toglie, la Juve ha due solisti eccezionali e per il resto c'è una discreta confusione di gioco, nessuno sa chi siano i veri titolari o quale sia il centrocampo, la spina dorsale. Non credo siano soddisfatti della stagione finora, anche perché i primi due trofei li ha persi. Resta la Champions, visto che il campionato lo considerano vinto quasi di default. La novità, però, è che non hanno tempo perché la nuova stagione comincerà subito".

Del carattere di Conte si era intuito quando lasciò la Juventus per il mancato acquisto di Cuadrado.
"Non credo sia così... Ho seguito bene quel pomeriggio, era il secondo giorno di ritiro della Juventus. Con la dirigenza della Juve non si è parlato di Cuadrado... Conte era esaurito, sentiva profondamente finita quell'esperienza, era consumato".

La sua è una batteria che dura poco, pensando anche al lato europeo...
"Ma in Europa manchiamo da dieci anni. Vediamo quest'anno cosa succede, anche se la stessa Europa League è solo il meglio delle seconde".

Cosa pensa delle polemiche arbitrali recenti e dei fischi sui falli di mano?
"Gli arbitri sembrano soldatini, sì, ma lo sono anche i tifosi: si pensa sempre al proprio piccolo battaglione. Ognuno avrà i suoi punti per cui recriminare... Il problema dei rigori e dei falli di mano è un problema assurdo volutamente portato avanti dagli arbitri per eliminare il loro imbarazzo. Nel momento in cui una casta potentissima di giudici che eleggono se stessi... Noi tifosi pensiamo sempre a complotti, eppure nessuno si fila di noi, a nessuno frega niente. L'arbitro è solo, questo concetto fondamentale lo guida. Gli arbitri si detestano l'uno con l'altro, sono avversari: se sale uno, scende l'altro. Eppure nessuno sembra chiedersi certe cose. Questo tipo di casta, per proteggersi, ha detto di essere in profondo imbarazzo sulla regola della volontarietà, e allora l'ha abolita. Così qualsiasi fallo di mano diventa rigore, e per gli arbitri il problema è stato chiuso. Si può dire che l'arbitraggio di Juve-Atalanta sia stato uno scandalo, ma loro possono rifarsi al regolamento. Ma come si può pensare che la mano non faccia parte del corpo, come fanno i difensori a scivolare con le mani dietro? Roba da equilibristi".

Si rischia che gli attaccanti ora mirino le mani e non la porta?
"Questa è una conseguenza finale, l'effetto. Consideriamo fuori dalla norma cose naturali: un uomo quando cade in terra, come prima cosa che fa per istinto è mettersi una mano tra le gambe. Invece no, bisogna tenerle scoperte per tenere le braccia incrociate dietro le spalle e andando avanti sull'erba a gambe aperte. Ma si è mai visto fare certe cose in natura? Gli arbitri hanno pensato: come chiudere la discussione davanti alle moviole che ci sputtanano? Che qualsiasi fallo di mano sia rigore, e questa è imbecillità".

In Europa però ci sarà un altro metro.
"Certo. Perderemo, e daremo colpa agli arbitri come ci è successo in tanti Mondiali. Penseremo che non ci abbiano dato tre rigori, cose così. In Inghilterra ci sono la metà dei rigori italiani, praticamente solo quelli fischiati qua per i falli di mano. Fa parte di un modo democristiano di attuare una regola".

De Zerbi comincia a mettersi in evidenza.
"Che fosse un ottimo allenatore si era visto anche a Benevento, quando le perdeva tutte ma la squadra giocava nettamente meglio di altri. Domenica ha vinto con la Lazio cambiando nove giocatori rispetto alla partita prima. Parliamo di un fior di allenatore e mi dispiace perché a Firenze l'avrei preso volentieri. A parte che i giudizi cambiano alla prima sconfitta, visto che Simone Inzaghi sembra diventato un imbecille. Il vero miracolo comunque è quello del Sassuolo, e parliamo di una realtà che non fa neanche provincia, e che gioca a Reggio Emilia. Il vero modello italiano sono loro, non l'Atalanta".

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