«Sì, forse Messi è un po’ freddino ma io sono di parte, io che di Maradona sono stato compagno di squadra». Massimo Mauro lascia per un attimo da parte l’aspetto tecnico, che pure è decisivo, e si sofferma su caratteristiche più immateriali a Repubblica nel confronto Messi-Maradona:
«La vita e l’indole di Diego hanno aiutato il suo racconto, ne hanno fatto mitologia, mentre Messi è un personaggio assai più normale, quasi banale. Chi ricorda una sua frase pesante? Leo è figlio di un tempo diverso e di un diversissimo modo di essere, oltre che di stare in campo».
Ecco, forse ci stiamo avvicinando al cuore di un mistero non svelabile e di un enigma non risolvibile:
«Diego è stato la generosità. Se eri all’angolo e pativi, lui ti veniva a soccorrere, ti porgeva il pallone perfetto, mentre a Messi lo portano sempre i compagni: poi ne fa un uso sublime, questo è evidente, anche se nella finale di palloni ne ha persi due e la Francia ha segnato due gol. Chi ha visto giocare Maradona, chi lo ha visto da vicino com’è accaduto a me, non può avere dubbi: nessuno come lui, mai, né prima né dopo, perché molte delle cose che faceva con la palla non erano di questo mondo».