Careca: "Ma davvero stiamo aspettando ancora la risposta di Icardi? Vada al diavolo! Non ha capito cosa è Napoli"

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Careca: Ma davvero stiamo aspettando ancora la risposta di Icardi? Vada al diavolo! Non ha capito cosa è Napoli

Ultimissime notizie calcio Napoli - L'ex Careca parla dei rifiuti di Mauro Icardi al Napoli e tanti altri argomenti come lo scudetto e i ricordi passati con Maraodona

Calciomercato - Mauro Icardi al Napoli. Continuano i rifiuti del calciatore argentino. Intanto, arrivano le parole di Antonio de Oliveira Filhodetto Careca a Il Mattino. sul trasferimento che continua a non concretizzarsi.

Careca Icardi, durissimo attacco dell'ex bomber Napoli

Careca, il sogno del Napoli adesso è Icardi?

«Ma davvero stiamo ancora aspettando la sua risposta? Ma se non vuole venire vada al diavolo. Ma ha capito cosa è il Napoli, cosa è il San Paolo, cosa sono i tifosi azzurri? Ha capito che fare gol con quella maglia non ha valore al mondo? Io penso che se non vuole venire, meglio che non venga. Io fossi nel Napoli non perderei neppure un secondo in più. Poi il Napoli il numero 9 ce l’ha ed è forte».

Dice Milik?

«Sì,proprio lui. Un po’ me ne intendo di prime punte. E vidico che a me piace. E piace tanto. Solo che bisogna credere di più in lui e gli serve qualcuno che si metta al suo servizio, magari con un gioco che tenda a esaltaredi più le sue caratteristiche: può arrivare a 30 gol. Lui ha ottimo senso della posizione, conclude bene, si muove con sostanza. Ha tutto ciò che serve per un attaccante di area. Punterei ancora su di lui: per altro viene da due infortuni difficili, ai miei tempi bastava la metà perchiudere la carriera».

Intanto in attacco è arrivato il messicano Lozano. Da brasiliano che giudizio dà?

«L’ho visto ai Mondiali in Russia, i numeri ce li ha, ha qualità. Ma arriva dal campionato olandese che è assai diverso daquello italiano. Deve abituarsi a un calcio diverso, dove in difesa non c’è lo spazio che c’era col Psv. E deve subito abituarsi alla pressione di un pubblico che vuole vincere e che te lo facapire in ogni istante della giornata ,da quando ti vede al bar a quando per caso sei in giro con la tua famiglia. E non solo quando va allo stadio o all’allenamento. Napoli è un posto speciale dove giocare a calcio, perché lì il calcio è una parte importante della vita delle persone».

Il suo attaccante preferito in questo istante chi è?

«Devo dire che,pure se non ha la maglia numero 9, Cristiano Ronaldo è davvero il top. Potente, scattante, fiuto del gol. Poi ammetto che nel giudizio sono condizionato dal mio nipotino di sei anni, David Luca, che non fa che chiedermi le sue maglie e imitare i suoi gesti. Va matto per il portoghese. E io gli dico: “Perché non hai mai visto giocare tuo nonno”».

Non è una battuta, è la verità. Gli canta il coro del San Paolo “O Caré Caré Caré tira la bomba tira la bomba”.

«(ride)Cristiano è un esempio di professionalità, un fenomeno nell’impegno quotidiano, nell’applicazione, nel volersi migliorare giorno dopo giorno. Anche io ero così: non mi accontentavo mai e mi allenavo per diventare sempre più forte. Era divertente la rivalità con Klinsmann, VanBasten, Voeller, Baggio. Adesso in Italia ora ci sta un altro che mi fa davvero impressione».

E chi è?

«Lukaku. Ecco, l’Inter prendendolo dal Manchester United ha messo a segno un colpo unico. Si vede che ha allegria quando gioca, in area sa sempre cosa fare. Davvero una meraviglia di attaccante».

Sono passati 30anni (quasi) dall’ultimo scudetto.

«Che devo dire?“ Mannaggia il manicomio” (dice proprio così). Io proprio non riesco a spiegarmi come sia possibile che sia trascorso tutto questo tempo: ora mi pare che questa squadra possa competere con la Juventus. Spero che ci sia qualcuno che come me riesca a fare un tripletta a Torino alla seconda di campionato, sarebbe stupendo»

 Era il 20 novembre 1988. Vittoria per 5-3: lei segnò il secondo, il terzo e il quarto gol.

«Che gioia. E un’altra goduria fu quando li buttammo fuori dalla coppa Uefa. E ricordo altri due miei gol nella Supercoppa del‘ 91.Le partite con i bianconeri erano particolarmente sentite. Come lo sono ora»

C’è Sarri sulla panchina della Juve: se lo aspettava?

«No,era andato al Chelsea e in Inghilterra ero convinto stesse trovando la giusta dimensione. Con merito ha conquistato l’Europa League, ora lo attende una missione difficile: io non so se i giocatori della Juventus lo seguiranno nella rivoluzione del gioco. Speriamodino...».

Chi è i lsuo calciatore preferito di questo Napoli?

«Vi sorprendo: Koulibaly».

Un difensore? Con tutti gli attaccanti in rosa?

«Sì, perché mi ha colpito la sua crescita:quando è arrivato aveva difficoltà in ogni cosa che faceva, dal passaggio più semplice alla marcatura sulla punta. Orami incanta: ha personalità, esce con velocità, imposta. Merito di Sarri e ora di Ancelotti».

Lo ricorda come rivale in campo?

«Ricordo lui e il Milan. Carlo era un avversario leale, intelligente, grande centrocampista. Ora non a caso è uno degli allenatori al top nel mondo».

Come è la serie A vista dal Brasile?

«Lentamente sta tornando a essere un campionato importante, non ancora quello che io scelsi nell’estate del 1987:allora venire da voi in Italia significava trovare i migliori al mondo. Io ero stato preceduto in quegli anni da Falcao, Socrates, Zico: tutti iriflettori erano sulla serie A. E infatti le squadre italiane, in quegli anni, quando andavano in Europa, vincevano coppe a non finire».

Trent’anni fa, di quest itempi, gettavate le basi con Albertino Bigon per il secondo scudetto della storia azzurra.

«Fu un’estate che solo all’esterno sembrava difficile. In realtà, quando capimmo che Maradona sarebbe tornato (sognavadi andare al Marsiglia di Tapie, ndr) ci rassicurammo: Diego era capace di sparire anche per un paiodi giorni e pure durante l’anno. A me,però, non fregava nulla. Io sapevo che poi la sua lealtà e il suo senso dell’onore nei confronti dei compagni lo portavano a dare il massimo una volta che scendeva in campo. Metteva ogni cosada parte. C’era il Napolie c’erano i suoi compagni di squadra. E ha sempre fatto così. Diego non ha mai deluso».

Quando la rivediamo a Napoli?

«Presto, prestissimo. A fine agosto ho una serie di impegni con uno sponsor. Ammetto che è sempre una gioia tornare lì. Ho vissuto degli anni straordinari e civengo sempre con un grande rammarico».

Quale?

«Che in trent’anni non è arrivato ancora nessun altro scudetto. Spero che DeLaurentiis ci riesca, faccia gli sforzi per vincere. Anche perché vincere lì è come far festa nei giorni del Carnevale in Brasile»

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