De Nicola: "La Roma mi voleva fortemente. Avrei voluto lavorare con Cristiano Ronaldo. Mazzarri ci ha cambiato l'esistenza. De Laurentiis volle un consiglio su Higuain e Michu. Zuniga non giocava, vi spiego perchè" [ESCLUSIVA]

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De Nicola: La Roma mi voleva fortemente. Avrei voluto lavorare con Cristiano Ronaldo. Mazzarri ci ha cambiato l'esistenza. De Laurentiis volle un consiglio su Higuain e Michu. Zuniga non giocava, vi spiego perchè [ESCLUSIVA]

Alfonso De Nicola, ex medico sociale del Napoli, ha parlato nel corso di Speciale Calciomercato, in diretta su CalcioNapoli24 Tv:

“Una volta, un procuratore molto in voga, mi disse che ero il Cristiano Ronaldo dei medici. Sono fesserie perché Ronaldo non resterà mai senza squadra, i medici sì. Il Napoli mi è stato vicino, è una società che mi ha dato tantissimo, ho avuto tanto sia dal presidente che dai suoi collaboratori. Io tifoso? Non sono un grande intenditore di calcio e di giocatori. Mi sarebbe piaciuto lavorare con Cristiano Ronaldo perché è il miglior calciatore al mondo, ci sarebbe stato tanto da studiare e ci saremmo anche migliorati. Sono anni che abbiamo promesso che avremmo pubblicato qualcosa sui nostri risultati, da poco abbiamo avuto la notizia che il nostro lavoro sarà pubblicato su una rivista scientifica internazionale. Abbiamo fatto uno studio sul DNA per prevenire gli infortuni di un calciatore. Fino a qualche anno fa sarebbe stata fantascienza.

Il ricordo più bello a Napoli? Il primo ingresso in Champions. Quando eravamo in C il presidente ci diceva che dovevamo andare in Champions e quando ci arrivammo ci fu un’emozione incredibile. Eravamo tutti commossi, con Mazzarri lavorammo bene bene. Benitez è stato un maestro per noi, ci ha fatto capire tante cose. Mazzarri ci ha cambiato l’esistenza, Mazzarri dava molta importanza al nostro staff. Poi tutti gli altri, il rapporto è stato bellissimo con tutti.

Mercato? Si parla con lo staff sanitario, De Laurentiis ne parlava anche con me. Quando prendemmo Higuain chiese consiglio anche a me, lo fece anche per Michu. Lo staff sanitario dà un parere obiettivo, l’importante è conoscere bene i colleghi delle altre squadre perché il collega ti dice cosa va e cosa non va. Ho cominciato nel '90 e ricordo che lavoravo al Bari. Alla Juve lavorava il Dott Bergamo. Platt doveva passare dal Bari alla Juve e Bergamo mi chiamò per chiedere come stesse il giocatore, io gli dissi che stava bene e la Juve lo prese subito. Quando c’è un buon rapporto tra medici sociali si dice la verità.

James? Non mi hanno mai chiesto di lui, non so niente. Ci eravamo informati su Cavani, su Lavezzi, su Hamsik e su tutti quelli di cui ero io anche responsabile. La prevenzione si fa anche così. Così accadde con Higuain, sapevamo sarebbe tornato quello che era. Quando arrivò lo caricammo a mille insieme anche ai calciatori, ricordo che Pandev era molto amico di Gonzalo e gli dava un sacco di buoni consigli su come vivere a Napoli, su cosa era meglio fare e cosa non fare. Ciò che ha fatto Gonzalo è soprattutto merito suo.

Sarri ed Higuain alla Juventus? Io ero molto legato a loro e sono stato anche contento per loro. Mi è dispiaciuto per come sia stato trattato Sarri, alla fine la gente non lo sa. Higuain è cambiato a Napoli, è ridiventato atleta e mi ha fatto anche piacere vederlo alla Juve. Sono pro De Laurentiis in tutte le mie cose perché penso che tutte le sue scelte siano state sempre azzeccate. Gonzalo voleva vincere a Napoli. Resta un grande calciatore, quando uno è bravo è bravo. A Napoli aveva veramente tanto entusiasmo e tanta voglia di fare, come tutti d’altronde. Si approcciava benissimo al lavoro, era un paziente facile da trattare. Tutti si fidavano tantissimo, ricordo che quando proponevo alcune metodiche i giocatori sbuffavano. Oggi i giocatori chiedono la stessa metodica che anni fa li scocciava.

Icardi? Non mi hanno mai chiesto niente, io mi informai di mia spontanea volontà. Ha avuto una tendinopatia quest’anno, ma l’ho letto dai giornali. Ricordo che Sarri lo voleva, Icardi aveva ventitre anni.

Gianluca Gaetano? E’ un grande talento, negli allenamenti fa divertire ed è un giocatore importante. Ha il motore, ai test è sempre forte.

Settore giovanile? Ha fatto veramente bene, Insigne viene dal nostro settore giovanile. All’epoca ci fu Peppe Santoro, poi Gianluca Grava, hanno lavorato benissimo. A Napoli non è facile riuscire ad emergere. Forse per Gaetano sarebbe meglio andare a fare esperienza fuori. Giocare al San Paolo per un napoletano non è facile.

Il mio addio al Napoli? Il Napoli, come tutte le società serie, ha dei progetti in ogn settore. Il nostro progetto doveva andare così, prima o poi Alfonso De Nicola doveva uscire ed è uscito. Il progetto è stato portato avanti ed è andato a buon fine. Era logico che si ripartisse con un nuovo progetto.

Ritorno a Napoli? Nella mia vita ho cominciato col Bari, poi venni al Napoli e poi tornai al Bari e poi di nuovo al Napoli. Il mio ritorno c’è già stato, sono abituato ad organizzare gli staff e cerco di farlo nel migliore dei modi. Il mio rapporto con De Laurentiis è stupendo.

Cavani o Ghoulam tra i migliori nei test fisici? Entrambi sono impressionanti, come Gargano ed anche Insigne. Ad oggi ci sono anche Callejon ed altri, il Napoli ha tutti motori importanti. La scelta è stata quella di prendere gente con un motore importante.

Il Napoli è una delle società che ha rifiutato più calciatori importanti, tre giocatori non prendemmo per motivi fisici. L’ultimo è Sabaly, c’era un problema quando dovevamo prenderlo. Lo vedemmo lo scorso agosto, mi fu chiesto cosa avrei fatto. Dissi che in quel momento poteva avere un problema fisico, ma la decisione va presa sempre insieme tra società e staff sanitario. 

Io vicino alla Roma in passato? La Roma decise di non prendermi più, mentre sembrava fossero molto interessati a me alla fine si tirarono indietro. Alla fine hanno scelto un grande medico, che ha lavorato molto bene.

Caso Ospina ed il suo infortunio? Dalla panchina ho avuto paura, ma quando sono entrato in campo mi resi conto che non era nulla di particolare. Anche il ragazzo si è tranquillizzato, i medici non lo volevano nemmeno ricoverare perché io volli tenerlo sotto osservazione. Ancora oggi dico che non l’avrei sostituito. Una volta un calciatore ebbe la frattura della mandibola e non me lo disse, lo bloccai negli spogliatoi e stava rientrando in campo. I calciatori vogliono sempre giocare, i nostri sono sempre stati molto motivati.

Infortuni di Milik, Ghoulam e Zuniga? Tutti gli infortuni sono difficili, preveniamo per evitarli. Credo che questi ragazzi hanno avuto una grande forza, in tanti avrebbero mollato. Camilo non ha giocato per molto tempo per un problema serio al ginocchio. La società volle che fosse seguito dai migliori specialisti. Da giovane ebbe un infortunio grave che si è portato avanti fino al post trent'anni". 

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