Un fastidioso déjà-vu

Editoriale  
Un fastidioso <i>déjà-vu</i>

Una crescita tecnica e tattica che non è coincisa con una crescita caratteriale.

Quella di Lorenzo Insigne con il Napoli è una storia molto particolare. Da tanto tempo un napoletano non si imponeva in prima squadra con la maglia azzurra, e pure questo non è stato sufficiente per una parte del tifo azzurro.

La cosa non ha aiutato Lorenzo ad acquisire una tranquillità sufficiente per affermarsi nella sua completezza come leader del Napoli...nella sua Napoli. 

Che la si giudichi un attenuante o meno, è questione soggettiva, ma è come se Insigne si sia bloccato nella sua crescita caratteriale, e faccia troppa fatica a diventare quello che tutti auspicavano, tutti e soprattutto lui.

Paradossalmente la fascia di capitano affidatagli dopo l'addio di Hamsik, è risultata quasi essere controproducente sotto questo punto di vista. 

Troppe, in effetti le critiche dopo il rigore sbagliato contro la Juventus, ma Lorenzo ha dimostrato di non avere le spalle larghe per sopportarle. Le sue interviste, contro i fischi del San Paolo nei suoi confronti sono assolutamente giustificate dal punto di vista di un ragazzo che si è sempre impegnato, che ha sempre lavorato sodo e che è cresciuto tantissimo come calciatore, ma non lo sono dal punto di vista di colui che aspira a diventare un leader in maglia azzurra e ancor meno da capitano.

Nessuna critica sia chiaro. La premessa di cui sopra sia utile ad evidenziare tutte le attenuanti da attribuire ad Insigne per le difficoltà che continua ad incontrare nell'affermarsi come vorrebbe. 

Un nervosismo latente che rispunta ogni qualvolta Lorenzo, sembra aver trovato la serenità per affermarsi umanamente oltre che tecnicamente in quello che senza dubbio lui stesso considera un obiettivo che sta assumendo le sembianze di una triste utopia.

Ma come può un essere umano, un ragazzo, sopportare una pressione del genere? Che non si pensi possa bastare un carattere forte! In pochi ci sono riusciti, troppo pochi rispetto a quanti ci hanno provato. 

Resta il fatto che ogni uomo, ogni ragazzo, ogni calciatore, ha un carattere. E Insigne non sembra avere geneticamente la disposizione ad incassare in silenzio, a portare a casa...ad implodere senza esplodere.

Il suo è un temperamento invidiabile nella vita, ma non nella carriera di un calciatore dove si devono ingoiare fischi e insulti per uno stop sbagliato.

Per essere un grande capitano al Napoli, o sei un Dio(s) oppure sarai costretto ad affrontare più oneri che onori.

Che poi, diciamoci la verità, può darsi che siamo di fronte ad un problema senza soluzione. 

Hamsik è stato criticato quanto, se non più di Insigne, lo slovacco ingoiava tutto ed era tacciato di poca personalità. Lorenzo tende a vomitare quelle che ritiene delle ingiustizie e invece dovrebbe darsi una calmata. 

E se fossimo davanti al classico cane che rincorre la sua coda?

Insigne però, archiviati il peso della fascia e del rapporto difficile con i tifosi, non è nuovo ad atteggiamenti controproducenti e fastidiosi nei confronti dei suoi allenatori. 

Una sorta di dejavu, un brutto vizio, che Insigne sembra fare veramente fatica a superare. 

E' successo con Mazzarri, con Benitez, con Sarri e adesso con Ancelotti. Una difficoltà atavica ad accettare le scelte del suo allenatore in determinati momenti della stagione quando, probabilmente, non riesce a digerire con lucidità, o semplicemente a rendersi conto che non è in grado a rendersi determinante per la squadra.

A volte la maturità di un calciatore, specialmente di un capitano sta proprio in questo, farsi da parte, magari flagellarsi l'orgoglio, per il bene della squadra.

Un ultimo step per diventare un vero leader. Ultimo ma necessario, che passa inevitabilmente, tra le altre cose, nell'accettare serenamente la sostituzione, senza dare alla telecamera l'opportunità di leggere un labiale fuori luogo, stringendo la mano al tuo allenatore ed evitando di prendere a calci qualsiasi cosa si incontri tra il cinque a chi ti sostituisce e la panchina.

Un passo in avanti che Lorenzo deve fare, infine per se stesso...per non dare soddisfazione ai suoi detrattori che da anni, troppi anni, non aspettano altro per puntargli il dito contro.

Un passo che Insigne deve fare adesso, prima che sia troppo tardi...ammesso che ci sia ancora tempo. 

RIPRODUZIONE RISERVATA

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