Tutti giù per terra...

Editoriale  
Tutti giù per terra...

di Alessandro Marrazzo - Twitter:@AleMarrazzo1981

Essere campione del Mondo, campione d'Europa e aver militato nel Real Madrid ti può far vivere di rendita fino ad un certo punto. Aver raggiunto la meta più alta che qualsiasi calciatore possa sognare, può trasformarsi alla lunga, in un fardello da portarti dietro in ogni competizione, in ogni partita e in ogni intervento. Un peso sulle spalle che cresce costantemente quando si tratta di dimostrare che sul tetto del mondo non ci sei capitato per caso o per meriti altrui. 

E' il destino di Raul Albiol, e del fardello della responsabilità dei titoli che grava sulla sua schiena. Ma possibile che questo fardello sia tanto pesante da farsi 'accomodare' per terra in area di rigore ben due volte in 90 minuti? Attenuanti e giustificazioni non reggono, non con lui. 

E' da manuale del calcio sapere che un difensore deve sempre rimanere in piedi, soprattutto nella propria area di rigore e beccarsi una pallonata piuttosto, invece, che abboccare alla finta dell'attaccante di turno ed essere lasciato sul posto? Raul questo lo sa, non può non saperlo. Lo spagnolo ha perso sè stesso e non certo da adesso. Il dubbio che probabilmente non sia mai stato del tutto convinto della 'scelta azzurra' può solo aggiungersi alla certezza che, per caratteristiche, Albiol soffra molto il calcio italiano: pieno zeppo di attaccanti minuti e veloci, di quelli che statisticamente lo spagnolo tende più a stendere che fermare. 

Albiol non è stato mai all'altezza del suo nome e del suo curriculum dall'inizio della sua avventura partenopea. Le prime partite dell'era Benitez sono state nella sufficienza, mentre il girone di ritorno del suo primo anno a Napoli è servito più che altro a valorizzare un Fernandez che non ti aspetti e che poi finirà per esser venduto a 10 mln a fine campionato, per la felicità delle casse partenopee. L'annus horribilis 2014-2015 è stato letteralmente devastante per la difesa partenopea. Il problema cominciava ad essere piuttosto serio: questione di reparto? O questione di interpreti?

Gli azzurri a fine campionato sono risultati una delle peggiori difese del campionato. Benitez è stato criticato da chiunque e ha lasciato Napoli, con il Real Madrid che non lo lascia 'in mezzo ad una strada' e gli fa il 'favore' di trovargli un posticino come allenatore della prima squadra, mentre De Laurentiis, liberatosi della causa del problema, prende Sarri, mago della fase difensiva. I primi mesi del nuovo tecnico a Napoli sembrano fugare ogni dubbio: dopo appena due partite non può che 'sembrare' un problema di interpreti, ma le modalità con cui il Napoli ha incassato le quattro reti sono, per usare un eufemismo ed evitando di citare vari miracoli made in Reina, a dir poco allarmanti.

Non serve essere esperti di calcio per intendere che quelle reti sono figlie di gravi errori individuali su cui tanto il buon Sarri, quanto il bastonato Benitez, avrebbero potuto fare molto poco e di cui si è reso palesemente protagonista proprio Raul Albiol. Dopo due stagioni in azzurro sarebbe anche inutile andare a scovare le motivazioni di una tale involuzione da parte dello spagnolo. Che si tratti di perdita di motivazioni, di incompatibilità a moduli tattici o al calcio italiano, amnesia tecnica, questioni personali, di personalità o altro, il Napoli non può più aspettare il suo campione del mondo...o forse dovrà farlo fino a gennaio.

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